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Opere salvate dal sisma
e arte contemporanea:
‘Terra Sacra’ alla Mole

ANCONA - Dal 27 novembre all'8 maggio 2022 esposti 150 lavori di 35 autori

(ph. Omar Marcelli)

 

I capolavori salvati dal sisma e restaurati più i lavori dell’arte contemporanea. Un dialogo che sarà dal 27 novembre all’8 maggio 2022 al centro della mostra Arte Sacra, in programma alla Mole di Ancona.  «La genesi della mostra l’ha resa ancora più potente – commenta Paolo Marasca, Assessore alla Cultura di Ancona – e l’attesa ci ha spinto a gestire una riflessione che parte dal trauma del terremoto per includere l’intero rapporto tra l’umanità, le sue forme di relazione e il pianeta in cui vive. Un rapporto totalmente messo in discussione dal Covid. Si legano, così, le opere antiche e le comunità che le possiedono, che stiamo coinvolgendo tramite ANCI, e un presente che non ci saremmo mai aspettati. L’arte diventa una chiave di lettura indispensabile. Ancona accetta una grande sfida, che sarà utile a tutto il Paese». «Terra Sacra – afferma il curatore Flavio Arensi – non ha tuttavia alcuna intenzione di confrontarsi con i fatti materiali, con le perdite e i crolli del terremoto, con il lutto o la paura in senso stretto. Si tratta, invece, di un recupero e di una restituzione della vita».
Il percorso espositivo che si dispiega per tutti i luoghi della Mole Vanvitelliana, dalle mura alla corte, dal Magazzino Tabacchi al deposito della Soprintendenza delle Marche, presenta le 120 opere di 35 artisti, portavoce di linguaggi espressivi, spesso molto diversi tra loro: Claudio Abate, Guido Airoldi, Giovanni Albanese, Peppe Avallone, Gianfranco Baruchello, Matteo Basilè, Mirella Bentivoglio, Renato Birolli, Gregorio Botta, Andrea Bruno, Silvia Camporesi, Maurizio Cannavacciuolo, Leonardo Cremonini, Gino de Dominicis, Franco Fanelli, Flavio Favelli, Piero Fogliati, Paolo Icaro, Titina Maselli, Pietro Masturzo, Marco Mazzoni, Zoran Music, Gina Pane, Luca Pancrazzi, Filippo Piantanida, Franco Piavoli, Franco Pinna, Pasquale Palmieri, Roberto Pugliese, Quayola, Salvo, Giorgio Santucci, Pierantonio Tanzola, Alessandro Tesei, Zerocalcare. «Questa mostra – commenta Giorgia Latini, assessore regionale alla Cultura -, nata da una felice intuizione che, a partire dal terremoto e dalle opere ferite e ricoverate all’interno della Mole, ha immaginato un percorso che indaga il rapporto fra uomo e natura, è la testimonianza della forza di reazione che da sempre ha contraddistinto la nostra regione. Una forza che diventa, come in questo caso, anche uno stimolo alla riflessione: l’uomo ha sempre avuto come riferimento della sua opera la natura, l’arte ne è stata una delle forme espressive più alte. Nell’opera artistica ritroviamo le contraddizioni e le affinità con ciò che ci circonda. La pandemia ci ha introdotti in una nuova necessaria speculazione di questo rapporto. Ripartire dal concetto di Terra Sacra è il giusto modo per rientrare in una relazione che assuma uno sguardo profondo sulla natura, sul paesaggio, sull’uomo, lo sguardo dell’arte, contemplativo, anzitutto pieno di rispetto e di cura».

 

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