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Retribuzioni per i vaccini nell’Av2:
Nursind e infermieri sul piede di guerra:
«Pronti a scioperare anche negli hub»

ANCONA - Il sindacato delle professioni infermieristiche minaccia la mobilitazione. «L’azienda sanitaria dell’ospedale di Torrette ha già provveduto a corrispondere quanto dovuto e l’Inrca lo sta per fare. Per l’Area vasta 2 invece le nostre richieste e diffide sono lettera morta»

Foto d’archivio

 

 

«Dove sono andate a finire le risorse attribuite dalla Legge di Bilancio 2020 per la retribuzione delle vaccinazioni contro il Covid 19 effettuate dagli infermieri dell’Area Vasta 2?» A domandarselo è il sindacato Nursind che minaccia la mobilitazione e lo sciopero dei professionisti infermieri anche per gli hub vaccinali. La Legge di Bilancio 2021 art. 464 per questa attività, definisce la tariffa oraria di 50 euro lordi per il personale infermieristico «e l’Auo Riuniti di Ancona su nostra sollecitazione, – spiegano il segretario territoriale Nursind Ancona Matteo Rignanese e la segretaria Nursind Asur Av2 Elsa Frogioni – ha già provveduto a corrispondere quanto dovuto e l’Inrca la sta per attuare. Per l’Area vasta 2 invece le nostre richieste e diffide sono lettera morta. La discriminazione è inaccettabile e assurda: i professionisti infermieri Aou Riuniti e presto anche Inrca, per le vaccinazioni Covid 19 retribuzione a 50 euro/ora lorde, mentre i professionisti Asur Marche area vasta 2 solo 15 euro/ora lorde. È più che evidente che per l’Area vasta 2 i professionisti infermieri sono l’ultima ruota del carro e si preferisce dare indennizzi Covid 19 a portieri, magazzinieri, operai, elettricisti e farmacisti che i pazienti Covid 19 li hanno visti solo con il binocolo, invece di valorizzare gli infermieri che nelle strutture territoriali e ambulatoriali hanno garantito la continuità assistenziale ad ogni persona anche senza il green pass».

Una prassi, «quella di sacrificare i professionisti infermieri», che non piace affatto al Nursind. «Si è ben palesata anche con la graduatoria per la progressione economica orizzontale (fasce). Mentre alcune categorie meno numerose di lavoratori afferenti al ruolo amministrativo e tecnico hanno ottenuto un livello superiore, molti infermieri assunti e in servizio da oltre 5 anni anche nelle aree critiche, come la Rianimazione, Pronto Soccorso ecc… sono fermi allo stipendio di base. – aggiungono i due sindacalisti nel comunicato – La dirigenza ci aveva promesso che questa discrasia sarebbe stata risolta, ma nel Contratto Integrativo che hanno proposto, le risorse a bilancio sono insufficienti. Gli infermieri sono esclusi anche da altri benefici come il servizio mensa e l’erogazione dei buoni pasto, con regolamenti che in special modo discriminano gli infermieri che lavorano h.24 in assistenza continua».

Passando sotto la lente d’ingrandimento ogni singola realtà ospedaliera emerge che «è molto grave la situazione presso la zona territoriale di Senigallia, dove da oltre 10 anni non è predisposto il servizio mensa ed i buoni pasto sostitutivi o non sono erogati o sono a beneficio dei soliti “noti”. A Chiaravalle quasi identica situazione: impossibile fruire della mensa perché l’apertura non coincide con la turnistica degli infermieri e non sono erogati i buoni pasto sostitutivi. – prosegue la nota del Nursind – V’è poi la criticità dei parcheggi, realtà mai affrontata dall’Asur Area vasta 2 per i dipendenti del comparto sanitario Asur, che privilegia in molti casi solo la dirigenza medica e amministrativa che godono della flessibilità oraria e non hanno problemi di timbratura del cartellino, al contrario dei sanitari infermieri. A Senigallia hanno tolto il parcheggio gratuito ed i sanitari infermieri e personale del comparto sono costretti a spendere tempo o soldi alla ricerca di un posteggio per l’erogazione di un servizio essenziale come quello sanitario. A Falconara Marittima, i professionisti del comparto sanitario dei servizi territoriali e ambulatoriali da sempre invece pagano lautamente il Comune per esercitare il loro diritto al lavoro in favore della salute della comunità».

Il sindacato delle professioni infermieristiche definisce poi «ultima ciliegina» il regolamento e il bando di selezione per gli incarichi di funzione.«La categoria infermieristica è quella maggiormente penalizzata nella distribuzione degli incarichi di maggior livello mentre sono favorite le categorie amministrativa e tecnica; – scrivono Rignanese e Frogioni – nella maggioranza questi dipendenti afferiscono ad una posizione economica di maggior livello senza avere di fatto responsabilità oggettive. I professionisti infermieri che invece rispondono individualmente con responsabilità giuridiche per le loro prestazioni assistenziali non sono valorizzati; gli incarichi professionalizzanti non sono minimamente recepiti e per gli incarichi di funzione coordinamento e organizzativi non è prevista una valutazione oggettiva dell’esperienza professionale e addirittura nessun distinguo con chi con la precedente normativa e regolare concorso aveva conseguito il ruolo effettivo di coordinamento a tempo indeterminato».

«Questa solo una sintetica esposizione delle problematiche dell’Area vasta 2. – chiude il comunicato – Molto altro ci sarebbe da sottolineare, ad esempio sui criteri sui gravi ritardi delle mobilità interne, sulle assunzioni a rilento, sull’azzeramento delle ore di straordinario e ferie per chi è stato assunto per stabilizzazione a tempo indeterminato. Si sta giocando una partita molto sporca sulla pelle degli infermieri, l’insufficienza delle dotazioni organiche sanitarie è risolta solo con il bieco sfruttamento e la vessazione degli stessi, invece del dovuto riconoscimento di questi professionisti che non hanno mai abbandonato la mission del Ssn. Il limite della pazienza è stato ampiamente superato. La Segreteria Nursind di Ancona si appresta a interrompere le relazioni sindacali con l’Asur Marche area vasta 2 e a proclamare lo stato di agitazione. Se non si troveranno soluzioni condivise a queste aberrazioni, non escludiamo la possibilità dello sciopero dei professionisti infermieri anche per gli hub vaccinali».

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