facebook rss

Nel ‘Books of the Year’ del Times
la storia della sarta di Ancona che salvò
dalla morte centinaia di soldati

LIBRI - Durante l’occupazione nazista, Alda Renzi viveva accanto alla caserma dove venivano confinati i militari italiani ed escogitò un piano di fuga collettiva per salvare quante più vite possibili. All'eroina dorica e allo storico dell’Università di Macerata, Marco Severini, che ha ricostruito con dovizia di particolari la vicenda, Paolo Luca Bernardini, autore cui è andato il prestigioso riconoscimento, dedica una approfondita parentesi nel suo volume “Di Dolore Ostello. Pagine di storia italiana”

Alda Renzi

 

Subito dopo l’occupazione nazista di Ancona , avvenuta il 15 settembre 1943, migliaia di soldati italiani vennero fatti prigionieri dai tedeschi: li attendeva la deportazione nei campi del Reich. Alda Renzi, una sarta che viveva accanto alla caserma in cui venivano confinati i soldati, escogitò un piano di fuga collettiva per salvare quante più vite possibili. Con l’aiuto delle donne e della gente del posto, correndo terribili rischi, il piano di Alda riuscì e, nell’arco di un mese, salvò centinaia di soldati da un destino di dolore e di morte. Per una strana nemesi, Alda morì due mesi dopo sotto i bombardamenti dell’aviazione alleata. A distanza di 78 anni da quel drammatico frangente, il libro racconta la storia di questa donna coraggiosa, di grande umanità, ripetutamente colpita da eventi avversi, ma indomita. La storia dell’eroina anconetana da raccontata da Marco Severini è raccontata anche dall’autore entrato nel gotha del ‘Books of the Year’ promosso dal “Times”.

Uno dei maggiori storici viventi, Felipe Fernández-Armesto (Università di Notre Dame, una delle migliori degli States), ha proclamato, lo scorso 26 novembre sul “Times Literary Supplement”, come uno dei “Books of the Year” il libro “Di Dolore Ostello. Pagine di storia italiana” (Ed. Ronzani, 2021) di Paolo Luca Bernardini (Università dell’Insubria) che su “La Nostra Storia” (blog del “Corriere della Sera” curato da Dino Messina) ha parlato dei più importanti libri di storia italiana pubblicati di recente. Tra questi c’è “Fuga per la libertà. Storia di Alda Renzi e di un salvataggio collettivo nel 1943” (Ed. Aras, 2021) di Marco Severini (Università di Macerata) a cui Bernardini dedica un’accurata ricostruzione (pp. 253-259).

Marco Severini

«Nella generale dimenticanza della storia, ogni tanto compare un’eccezione che ripaga gli studiosi di tanti sacrifici e ci fa capire quanto sia importante, soprattutto nel nostro mondo, il recupero della memoria del passato. – sottolinea una nota dell’Associazione di Storia Contemporanea- L’autore ricorda che Severini ha svolto un lavoro prezioso per riportare alla luce la vicenda della sarta anconetana, 53enne, vedova e madre di quattro figlie, che faceva tre lavori pur di non far mai mancare da mangiare alle figlie: Alda, subito dopo la “clamorosa” occupazione nazista di Ancona (15-16 settembre 1943), salvò centinaia di soldati italiani da morte certa, in quanto essi erano stati proclamati prigionieri di guerra dagli occupanti tedeschi e furono spediti, nel primo autunno del ’43, nei campi di deportazione e lavoro del Reich con treni guidati da ferrovieri inviati da Hitler in persona. Bernardini scrive che Severini ha stimato “con discreta esattezza” i dati dei salvati – fra i tre e quattrocento -, lavorando su fonti difficili e finora ignorate. Così come loda lo storico dell’Università di Macerata per aver alimentato presso gli amministratori pubblici “la dimensione pubblica del ricordo, anche solo attraverso semplici targhe commemorative” che, però per la “eroica sartina d’Ancona”, ancora mancano. Tuttavia, l’Associazione di Storia Contemporanea (presieduta dal prof. Severini) e i parenti di Alda – chiude il comunicato – continuano a impegnarsi per far sì che l’atto eroico di Alda sia opportunamente ricordato. Infatti, come viene riportato in quelle pagine, “Non c’è nessuno che meriti di essere ricordato a questo mondo più di coloro che hanno dato la vita per salvare quelle degli altri”».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Torna alla home page




X