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Da mezza Italia ad Ancona per i vaccini finti,
le intercettazioni della maxi inchiesta:
«Non pensavo di poterci comprare casa»

LE CARTE dell'indagine che ha portato all'arresto dell'infermiere di Falconara Emanuele Luchetti e dei quattro intermediari Daniele Mecozzi, Gabriele Galeazzi, Stefano Galli e Daniela Maria Zeleniuschi. Secondo l'accusa avevano messo in piedi un sistema per far arrivare al centro vaccinale del capoluogo marchigiano persone che pagavano per essere sottoposti a una finta iniezione, ottenendo in cambio un Green pass. Tra gli altri 45 indagati 19 sono del Maceratese, 13 dall'Anconetano, 1 dal Fermano e gli altri da Emila Romagna, Puglia, Lombardia, Veneto, Abruzzo e Piemonte. I complimenti alla polizia dal ministro Lamorgese. FOTO/VIDEO

 

L’arresto dell’infermiere

 

di Federica Serfilippi

Una serie di intermediari, almeno quattro, e un infermiere capace in una sola giornata di attestare 18 false vaccinazioni per l’ottenimento del Green Pass. Una “catena” che avrebbe garantito un profitto complessivo, per quanto accertato dalla Squadra mobile di Ancona, del valore di 18mila euro in poco meno di un mese. Il costo per l’inoculazione fasulla? Poteva andare da un minimo di 300 a un massimo di 450.

La dose di vaccino mentre viene gettata

A pagare per ottenere il Green Pass sarebbero stati 60 cittadini, non solo delle province di Ancona e Macerata, ma anche persone provenienti da fuori regione. Falsi vaccini, secondo la procura, sarebbero stati inoculati anche a cinque minori.  Sono i retroscena della maxi inchiesta  che questa mattina ha portato all’emissione di 50 misure cautelari per i reati, a vario titolo, di corruzione, peculato e falso.  Emanuele Luchetti, infermiere vaccinatore residente a Falconara (è stato anche attivo al Centro salute mentale), è stato condotto a Montacuto con l’accusa di aver inoculato falsi vaccini al centro Paolinelli di Ancona e aver ricevuto soldi per la simulazione. E’ difeso dall’avvocato Marta Balestra.

La dose di vaccino mentre viene gettata

Ai domiciliari quattro presunti intermediari dell’operatore sanitario: il civitanovese Daniele Mecozzi, 45 anni, l’avvocato anconetano Gabriele Galeazzi, 51 anni, l’anconetano Stefano Galli, 50 anni, e la romena di 41 anni Daniela Maria Zeleniuschi. A tutti loro, tranne che per il legale, la procura ha disposto un sequestrato preventivo e complessivo del valore di 18mila euro, somma riconducile al profitto derivato dalle finte inoculazioni. Questi sono difesi dagli avvocati Gabriele Cofanelli, Andrea Battilà, Riccardo Leonardi, Eleonora Tagliabue.

Altri 45 indagati, coloro che avrebbero pagato per la falsa dose, sono stati raggiunti dall’obbligo di dimora o di presentazione alla polizia giudiziaria: 19 del Maceratese, 13 dell’Anconetano, 1 del Fermano e gli altri da Emilia Romagna, Puglia, Lombardia, Veneto, Abruzzo, e Piemonte. Almeno undici persone per cui sarebbe stata simulata l’identificazione non sono state ancora identificate. Stando agli accertamenti, partiti lo scorso dicembre dopo la denuncia di un medico dell’hub vaccinale che aveva notato comportamenti sospetti in Luchetti, le persone da (non vaccinare) arrivavano al centro della Baraccola a gruppi e, ovviamente, senza prenotazione.

Ad accompagnarle, in molti casi, sarebbero stati gli intermediari. Venivano poi “intercettate” dall’infermiere e si sottoponevano alla finta vaccinazione. Alcuni utenti arrivavano direttamente da Luchetti perché quest’ultimo li avrebbe fatti passare come pazienti del Centro salute mentale. Finta vaccinazione perché le telecamere del sistema di videosorveglianza e gli accertamenti della polizia hanno dimostrato come la dose venisse gettate nel cestino dei rifiuti in alcuni casi o in altri. Ma chi sono le persone in cerca di Green Pass senza l’effettiva vaccinazione? Cittadini provenienti principalmente dal Maceratese (per la procura in questa aera l’aggancio era Mecozzi), qualcuno dalla provincia di Ancona e altri da fuori regione. Ci sono anche dei minori: in questi casi è stato indagato uno dei due genitori. Una clientela, per dirla con le parole di Luchetti, intercettato a sua insaputa, di «gente con il soldo. Se abbiamo ‘na roba del genere bisogna farla di alto livello, nel senso che quando mangi ridi».

L’infermiere Emanuele Lucchetti

In una conversazione telefonica, si sente il 50enne dire: «tutto si poteva pensare tranne che in un anno compravo casa». Il riferimento, per la procura, è al giro d’affari imbastito al Paolinelli, intercettato dalla polizia a dicembre. L’ipotesi è che le finte inoculazioni siano iniziate molto prima, tanto Luchetti ammette nelle intercettazioni: «Non siamo partiti adesso con questo discorso qui». Luchetti viene definito nell’ordinanza di custodia cautelare come «il vaccinatore corrotto che accetta denaro o promessa di denaro per compiere atti contrari ai propri doveri d’ufficio». Per fare questo ha bisogno «di una serie di contatti con persone che fungano da intermediari coi soggetti disposti a pagare per ottenere false certificazioni». Per la procura, tutti gli intermediari (nell’ordinanza si parla di «procacciatori») avrebbero ottenuto soldi dall’attività intrapresa assieme a Lucchetti, tranne Galeazzi, per cui difatti non è scattato alcun tipo di sequestro. Gli inquirenti sostengono comunque che il legale abbia avuto un ruolo attivo nel procacciare all’infermiere quattro utenti che, però, alla fine non si sarebbero presentati all’hub.

Il gip su Luchetti, nell’ordinanza scrive: «Ha tradito i doveri della propria professione sanitaria, oltre che la fiducia in lui riposta dalle istituzioni sanitarie che gli hanno affidato il compito di partecipare, da protagonista, alla campagna vaccinale, ha sottoscritto decine e decine di certificati falsi, ha gettato altrettante dosi di vaccino senza inocularle, ha lucrato su ignoranza, superstizioni, paure e ideologie, facendosi pagare il prezzo della propria corruzione, mostrando determinatezza nella propria scelta criminale ed elevatissima intensità di dolo».

«Complimenti alla polizia di Stato per l’operazione di questa mattina, coordinata dalla Procura della Repubblica di Ancona, contro un gruppo criminale dedito al rilascio di falsi green pass – ha dichiarato il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese –  Si tratta di una articolata e complessa azione investigativa svolta nell’ambito della più ampia attività di controllo sul rispetto delle misure adottate per la tutela della salute pubblica al fine di garantirne la piena e corretta applicazione».

La polizia al Paolinelli

 

False vaccinazioni al Paolinelli: infermiere in carcere, altri 49 indagati «300 euro per un Green Pass»

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