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Restyling per la Fontana del Calamo
Ma l’acqua sgorgherà
solo due ore al giorno

ANCONA - Lavori per quasi 60mila euro. Prevista anche una nuova illuminazione per dare risalto alle 13 cannelle di corso Mazzini. Completamente asciutta, invece, la scultura 'dei Cavalli' in piazza Roma. L'erogazione è stata interrotta mesi fa, perchè l'acqua strabordava dalla vasca

La Fontana delle 13 Cannelle

 

di Giampaolo Milzi

La Fontana del Calamo in corso Mazzini sta per farsi di nuovo bella, anzi bellissima, ma purtroppo l’acqua continuerà a zampillare col contagocce. Più sfortunata la Fontana dei Cavalli, in piazza Roma, che resterà cronicamente a secco. Insomma, una luce ma anche ombre, sul futuro delle due monumentali strutture. Per la Fontana delle 13 Cannelle – così ribattezzata da una vita dagli anconetani quella del Calamo – il 2021 si è chiuso con due atti di determina (uno del 29 dicembre, l’altro del giorno successivo) della Direzione Lavori pubblici del Comune per lavori dal costo complessivo di circa 58.600 euro. Di cui 41.300 serviranno per un restauro completo e approfondito, sia di tipo conservativo che tecnico, affidato alla “Gamma srl”, e 17.300 per l’impianto di illuminazione che sarà sostituito con uno nuovo realizzato dalla “Effetto luce spa”. Termine del cantiere previsto per la prossima primavera, sempre che la situazione d’emergenza Covid non peggiori troppo e non si verifichino intoppi burocratici che rallentino le aziende affidatarie.

Già, bellissima, di nuovo stupenda, Fontana del Calamo, realizzata in stile manierista-rinascimentale su disegno del famoso architetto Pellegrino Tibaldi tra il 1559 e 1560. Attualmente, e così sarà in futuro (salvo ripensamenti), le bocche dei 13 mascheroni (fauni e satiri alternati) zampillano solo per 2 ore al giorno. Un lasso di tempo cui si è giunti da molti mesi, dopo che via via da qualche anno il servizio tecnologico comunale – su indicazione dell’assessore alle Manutenzioni Stefano Foresi e col beneplacito del collega ai Lavori pubblici Paolo Manarini – ha progressivamente ristretto al ribasso il periodo di funzionamento del temporizzatore che consente i flussi. Motivo? Le bollette dell’acqua costavano troppo, bisognava risparmiare, e quindi tra i tagli di risorse nel bilancio municipale c’è finita anche l’acqua del Calamo.
Acqua negata anche da tantissimi mesi alla vicina Fontana dei Cavalli, l’opera in stile barocco costruita nel 1758 su progetto dell’artista Lorenzo Daretti, con sculture di Gioacchinio Varlè, che si erge sontuosa di fronte al Palazzo dell’Orologio. Acqua negata perché ne faceva troppa, tanto da debordare dalla vasca principale in basso (una delle tre concentriche, le altre due circolari, sono più piccole) e bagnare a più non posso il selciato di piazza Roma.

La fontana dei cavalli

Un guaio dovuto alla rottura di alcuni “teleruttori” (trasformatori elettrici) che avevano mandato in tilt le pompe idriche. E quindi la intrigante e simpatica figura di putto scolpita sulla sommità, popolarmente ribattezzata “Pupo di San Nicola”, non fa uscire più acqua. Così come non sgorga più una goccia dalla bocca e dal naso dei quattro cavalli marini con pinne che danno il nome alla fontana e dai quattro delfini. Il monumento, ormai cronicamente “spento”, era ridotto, tra l’altro, in pessime condizioni strutturali già almeno dal 2019, con crepe e proliferazione di alghe, quindi la decisione di “chiudere i rubinetti”. Tanto che in quell’anno l’assessore Foresi promise un intervento di restauro in più fasi operative che avrebbero dovuto riguardare il basamento, la vasca inferiore e quelle superiori, gli elementi statuari, i gradoni e lavori impiantistici (elettrostatico antivolatile, lampade immerse, pulizia grate e filtri, oltre alle pompe già citate) per una spesa di circa 82mila euro. Qualche periodica operazione di pulizia è stato effettuata da Anconambiente. Chissà se quegli 82mila euro sono tutti ancora disponibili nel bilancio comunale di quest’anno, di sicuro il progetto relativo è già stato approvato dalla Soprintendenza (come quello per il Calamo), non resta che attendere con pazienza. L’ultimo radicale restauro risale al 1998, seguito da un intervento nel 2006. Da allora, tra l’altro, l’acqua non è più potabile.

«Come al solito ci troviamo con una Amministrazione comunale che fa grandi discorsi per quanto riguarda l’uso e la manutenzione corretta dei monumenti ai quali seguono fatti a singhiozzo, non revisioni generali – commenta Maurizio Sebastiani di Italia Nostra – Mi dispiace in particolare per la Fontana del Calamo, la più prestigiosa di Ancona, tutelata dalla Soprintendenza (come quella Dei Cavalli, ndr.) per la sua straordinaria bellezza. Perché fu Italia Nostra alla fine degli anni ’80 a curare assieme al Rotary la raccolta di fondi per il restauro che fu poi eseguito. Va bene il nuovo restauro, ok, c’è l’esigenza del risparmio, ma credo che almeno dovrebbe funzionare durante tutte le ore del mattino e del pomeriggio-sera. In tante altre città una cosa del genere non s’è mai vista». In linea, e più lapidaria nel giudizio, la consigliera comunale del M5S Daniela Diomedi: «Una fontana senza acqua non ha senso».

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