Tentato omicidio alla Fincantieri: aggressore a processo con il giudizio immediato. L’uomo, 40enne originario del Bangladesh, dovrà comparire il 17 febbraio davanti al gup Francesca De Palma.
L’accusa è quella di aver ferito gravemente un suo connazionale di 24 anni, saldatore, raggiunto in testa da una picchetta che lo aveva fatto finire a terra, esanime, in una pozza di sangue. L’aggressione risale al pomeriggio dello scorso 3 giugno, all’interno del cantiere navale. I due bengalesi lavoravano per la stessa ditta, esterna alla Fincantieri. Il 40enne era una sorta di coordinatore di un gruppo di operai. Il 24enne uno suo “sottoposto”. Il litigio tra i due sarebbe scattato per motivi di lavoro: l’imputato avrebbe chiesto al connazionale di rimanere al cantiere più a lungo per terminare una consegna. Al diniego, sarebbe scattata la lite, terminata con l’aggressione che aveva spedito il saldatore in Rianimazione, con un trauma commotivo e una frattura cranica. La prognosi era rimasta riservata all’ospedale di Torrette per molto tempo. Era stato lo stesso 40enne, alcuni giorni dopo la violenza, a presentarsi spontaneamente in questura per auto-denunciarsi. La Squadra Mobile, poi, lo aveva arrestato e portato nel carcere di Montacuto, dove tuttora si trova. Si procederà con il rito abbreviato, come chiesto dalla difesa, rappresentata dall’avvocato Simone Matraxia.
(fe.ser)
Aggressione alla Fincantieri: rimane in carcere l’operaio arrestato
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