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Camera e Regione stanziano
3 milioni per le imprese colpite
dagli effetti del conflitto russo-ucraino

PER CAMERA di Commercio e Regione Marche la crisi della liquidità non è solo quella dell'emergenza idrica, così cercano di ovviare con una iniziativa congiunta che favorisce le imprese marchigiane che si trovano a fronteggiare una crisi di liquidità subita a causa della riduzione dell’export e dei mancati pagamenti relativi ai contratti già in essere con operatori economici dei Paesi coinvolti

Guido Castelli e Gino Sabatini

«Dopo un inizio anno incoraggiante potrebbero aprirsi  nei bilanci delle imprese le crepe conseguenza del conflitto di qui la necessità di un intervento predisposto per la liquidità delle imprese».

 

È questo quanto dichiarato questa mattina dal presidente della Camera di Commercio delle Marche, Gino Sabatini, al quale hanno fatto eco le parole dell’assessore regionale Guido Castelli: «Ricostruire è rigenerare tessuto socio economico. Riduzione ed abbattimento dei costi di interesse sui prestiti bancari e copertura dei costi per la garanzia prestata dai Confidi per puntellare la crisi»

 

Così la Camera di Commercio delle Marche e la Regione Marche consolidano l’azione congiunta a favore dello sviluppo e del sostegno al territorio, con investimenti e supporto per aprirsi a nuovi mercati ma anche con strumenti per fronteggiare le contingenze, non poche negli ultimi anni, che rendono difficile la vita delle imprese. E il conflitto Russo-Ucraino, emergenza prima di tutto umanitaria, che si riverbera nell’economia e colpisce  duro  quella marchigiana, in particolare il comparto moda calzature e pelletteria, è una circostanza che richiede unione e forza.

Per questo i due enti mettono a disposizione 3 milioni di euro per le imprese marchigiane che si trovano a fronteggiare una crisi di liquidità subita a causa della riduzione dell’export e dei mancati pagamenti relativi ai contratti già in essere con operatori economici dei Paesi coinvolti, per costituire un plafond, cui i due Enti contribuiscono in parti uguali,  per l’abbattimento dei costi di accesso a prestiti bancari per colmare il vuoto  determinato dalla sostanziale chiusura di quei mercati. I 3 milioni generano un moltiplicatore in termini di crediti erogati di circa 10 volte, per cui si dovrebbero complessivamente mobilitare 30 milioni di euro in termini di liquidità.

Quello promosso da Regione e Camera è uno strumento di accesso agevolato e garantito al credito alle imprese.  L’intervento riguarderà le imprese operanti nell’export verso operatori economici con sede operativa in Russia, Ucraina e Bielorussia, condizione questa che dovrà essere verificata facendo riferimento all’esistenza di un contratto di fornitura verso le suddette imprese, mentre il pregiudizio derivante dalla crisi dovrà essere dimostrato provando che la consegna della merce  e l’incasso totale del credito non son avvenuti a causa della crisi.

«Lo ha evidenziato anche Assocalzaturifici  all’annuale assemblea nazionale: il recupero dell’export del primo trimestre, che assottiglia il gap con la performance pre crisi, sconta da dopo marzo la diminuzione dei flussi diretti nei Paesi in guerra – ha commentato il presidente di Camera Marche Gino Sabatini -. Questo è il momento di intervenire in modo deciso, insieme. La misura predisposta con la Regione Marche, è una forma di sostegno per danni emergenti; inoltre continueremo a offrire il nostro sostegno per la partecipazione alle fiere».

 

L’assessore regionale Guido Castelli ha aggiunto che «l’accordo con Camera e Regione, fortemente voluto dal presidente Acquaroli, prevede l’attuazione di un intervento, a cui parteciperanno anche Istituti di credito e il Sistema dei Confidi, che consisterà sia nella riduzione ed abbattimento del costo degli interessi sui prestiti bancari delle imprese marchigiane maggiormente esposte ai mercati russo, ucraino e bielorusso sia nella copertura dei costi per la garanzia prestata dai Confidi». Per l’assessore  che nella Giunta Acquaroli gestisce le due delicate deleghe di bilancio e area sisma «la ricostruzione fisica delle aree del sisma, su cui insistono realtà produttive strategiche per la nostra economia,  deve accompagnarsi alla rigenerazione economica e sociale dei territori. Per fare tornare i conti, contare sulla filiera istituzionale e su un partner come Camera di Commercio fa la differenza».

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