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Nomine nel Consiglio d’indirizzo Inrca,
il Pd al presidente Latini:
«Santarelli è in minoranza o maggioranza?»

ANCONA - I consiglieri dem attaccano il collega di 'Rinasci Marche' federato con il gruppo assembleare di governo di Fi, che è riuscito a far eleggere il suo candidato in quota opposizioni, Andrea Caprodossi, a discapito di quello proposto dal Partito Democratico, Gianluca Busilacchi. E per chiarire una collocazione ritenuta «ambigua» si rivolgono alla seconda carica istituzionale dalla Regione in qualità di garante dei diritti di tutti i gruppi consiliari

I consiglieri regionali Pd Marche

 

«Aver privato l’opposizione di un proprio rappresentante nel nuovo Consiglio di indirizzo e verifica dell’Inrca, è l’ennesimo atto di prepotenza di questo centrodestra che, in spregio a ogni forma di rispetto istituzionale, continua a calpestare spudoratamente la democrazia. Una vergogna, è bene che si sappia, resa possibile grazie al consigliere regionale Luca Santarelli, che accordandosi ancora una volta con la maggioranza ha impedito l’elezione del candidato dell’opposizione a favore di quello da lui proposto». A scatenare la rabbia del gruppo assembleare del Partito Democratico è stata la mancata elezione di Gianluca Busilacchi nel nuovo Consiglio di indirizzo e verifica dell’Inrca, a vantaggio di Andrea Caprodossi, nome proposto dallo stesso Santarelli. La bagarre è andata in scena oggi nell’aula dell’Aseemblea legislativa delle Marche.  Un’elezione che secondo i dem, anche alla luce del recente accordo di collaborazione sottoscritto tra il consigliere di Rinasci Marche e il gruppo assembleare di Forza Italia, esclude di fatto l’opposizione dalla gestione dell’Inrca.

Dino Latini

«Da mesi – spiegano i consiglieri regionali del Pd – Santarelli vota insieme al centrodestra: sostenere che il candidato da lui proposto sia espressione dell’opposizione è semplicemente ridicolo. Questa situazione deve finire qui e ora. Sappiamo di non poter contare sulla correttezza del centrodestra e, tanto meno, su quella di Santarelli. Per tale motivo ci rivolgiamo al presidente del consiglio Dino Latini, il quale, in qualità di garante dei diritti di tutti i gruppi assembleari, non può continuare a ignorare questa situazione. Santarelli, che in poco più di due anni è riuscito a cambiare schieramento ben tre volte» e questo, secondo i consiglieri del Pd, riduce «i margini d’azione del Partito Democratico e del Movimento 5 Stelle. Latini, se ha a cuore la dignità dell’organo istituzionale che presiede, deve fare chiarezza e certificare l’ingresso in maggioranza di Santarelli, impedendogli di continuare a trarre profitto dalla sua ambigua collocazione che lo vede formalmente all’opposizione ma di fatto in maggioranza. Diversamente saremmo costretti a concludere che anch’egli abbia fatto propri metodi estremisti e poco seri che certamente non appartengono alla storia politica da cui proviene».

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