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Ida Simonella: «Accorpare Conerobus
a M&P è paradossale e l’ipotesi
mi lascia senza parole»

ANCONA - La candidata sindaca del centrosinistra bolla così la proposta del rivale di centrodestra Daniele Silvetti. «La prima azienda ha perdite che la seconda non potrebbe sanare essendo più piccola» è la ragione indicata. Un problema che porterebbe alla distruzione di Mobilità & Parcheggi in un «capolavoro di destra».

Ida Simonella, candidata sindaca per il centrosinistra

di Antonio Bomba

«Un accorpamento di Conerobus con Mobilità e Parcheggi? Impossibile. Perché la prima azienda ha perdite che la seconda non potrebbe sanare essendo più piccola».

A dichiararlo è Ida Simonella, candidata sindaca alle comunali di Ancona del 14 e 15 maggio prossimi per il centrosinistra e attuale assessore al bilancio del comune di Ancona, la quale, a stretto giro di posta, risponde così alla proposta avanzata dall’avversario di centrodestra Daniele Silvetti. Un’idea che arriva a definire «Paradossale. Che mi lascia senza parole».

«Leggo che per il centrodestra – inizia così il comunicato – la soluzione ai problemi che sta affrontando l’azienda Conerobus si chiama fusione con Mobilità & Parcheggi. Senza parole».

«È noto – va avanti Simonella – che Conerobus, società di cui il Comune detiene il 40 per centro delle azioni, vive un momento difficile, come del resto una buona fetta delle aziende di trasporto pubblico in Italia. Nel 2022 i costi di gestione sono aumentati in maniera straordinaria, il metano in particolare, i ricavi restano ridotti e ancora non si è tornati alla situazione pre covid. L’azienda – fa un esempio la candidata sindaca – offre un servizio pubblico e dunque è obbligata a mantenere numero e frequenza delle corse. Non è un ristorante, un esercente che può dire, ‘A fronte dei costi che ho, due giorni a settimana chiudo e ottimizzo’. Non può, offre un servizio pubblico. Lo scarto, senza interventi compensativi dello Stato, può essere di qualche milione di euro. Vale per tantissime aziende di Tpl in Italia, tanto che il viceministro Rixi ha ribadito la necessità di trovare coperture per almeno 800 milioni di euro per aiutarle. E concordo con lui, ha perfettamente ragione. La stessa cifra è stata trovata dal governo per 4 o 5 squadre di serie A. Si può fare anche per qualche migliaio di lavoratori».

Da sinistra il presidente di Conerobus, Muzio Papaveri e Ida Simonella

«Detto questo – prosegue nella sua disamina sui problemi dell’azienda di traporto pubblico locale – i temi da affrontare dentro Conerobus sono diversi, comprese le relazioni interne, ma oggi occorre prima di tutto metterla in sicurezza. L’azienda ha la necessità di essere ricapitalizzata – ha aggiunto ancora Simonella –. Soffre un problema di liquidità. In questi ultimi 6 anni non ha fatto perdite, ma il livello di capitalizzazione è stato sempre troppo al limite. E in una situazione come quella odierna, quell’operazione è rapidamente necessaria. Certo che la soluzione della fusione con Mobilità & Parcheggi  per risolvere i problemi che ci sono è francamente paradossale. M&P –  vuole specificare – è società controllata al 100 per cento dal Comune, è dieci volte più piccola di Conerobus: il valore della produzione per Conerobus è di circa 34 milioni, per M&P circa 3. Quest’ultima ha una buona redditività. Ma per quanto buona, è una cifra irrisoria rispetto ai bisogni di copertura delle perdite o di liquidità di Conerobus. Potrei continuare sulla proporzione tra il capitale sociale delle due aziende e su altro. La fusione delle due aziende comporterebbe di fatto l’inondazione dei problemi di Conerobus su una società snella, redditizia ed efficiente come M&P».

«Senza sanare Conerobus – conclude Ida Simonella sull’argomento – si distrugge il buono dell’altra. Praticamente un capolavoro… di destra».

Infine, da noi contattata sulle osservazioni di Silvetti in merito ai compensi lordi spettanti al Cda di Conerobus di 130mila euro, che secondo lui sarebbero troppo alti, Simonella afferma che: «I Dati sono pubblici nel sito dell’azienda stessa e il compenso lordo dei 5 membri del consiglio di Amministrazione ammontano a 53mila euro».

 

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