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Gestione rifiuti ‘in house’, i sindacati:
«Serve una candidatura solida
di un soggetto pubblico del territorio»

ANCONA - Cgil, Cisl e Uil ricordano che entro fine mese l'Ata dovrà decidere le modalità di affidamento del servizio. «La governance della nuova società dovrebbe coinvolgere almeno tutti i Comuni più grandi della provincia, garantire un efficientamento della gestione per permettere una diminuzione di costi e tariffe, e prevedere anche il confronto con le associazioni dei consumatori»

La raccolta dei riifuti (foto d’archivio)

 

Gestore Unico dei rifiuti, con settembre si avvicina il momento delle decisioni per l’Ata e Cgil cisl Uil insistono perché si proceda per l’affidamento del servizio  in house a livello provinciale ad un soggetto pubblico del territorio. «A fine settembre, i Comuni della provincia di Ancona saranno infatti chiamati ad indirizzare in maniera definitiva il servizio di raccolta e spazzamento dei rifiuti o verso l’affidamento “In house”, ad un soggetto pubblico del territorio, oppure ad un soggetto terzo attraverso una gara pubblica. – scrivono inuna nota congiunta i confederali – Nonostante il percorso tortuoso e difficile, frutto di una legislazione chiaramente orientata alla privatizzazione del servizio, per il sindacato immotivata e non condivisibile, Cgil, Cisl e Uil di Ancona, congiuntamente alle rispettive categorie, hanno sempre sostenuto l’importanza di mantenere un controllo e una gestione pubblica dei rifiuti nell’interesse dei cittadini che hanno diritto ad un servizio qualificato e a tariffe sostenibili, delle amministrazioni pubbliche, come ad esempio i comuni, e dei lavoratori che vi operano, che possono contare su situazioni lavorative e contrattuali più certe».

La richiesta delle tre sigle sindacali è «di procedere per una soluzione “In house” resta valida anche dopo il parere della Corte dei Conti, poiché questo non boccia il modello di affidamento del servizio, che è comunque contemplato dalla legge, quanto alcuni aspetti tecnici presenti nel vecchio progetto». Cgil. Cisl e Uil ritengono che possa essere sostenuta «attraverso alcuni elementi di discontinuità e miglioramento rispetto al precedente progetto, ma che ne salvaguardino la filosofia di fondo. La governance della nuova società affidataria “In house” dovrebbe ad esempio coinvolgere almeno tutti i Comuni più grandi, garantire un efficientamento della gestione per permettere una diminuzione dei costi e delle tariffe a parità di servizio, e prevedere anche il confronto con le associazioni dei consumatori a tutela della qualità del servizio. Senza dubbio dovranno essere assicurati e programmati gli investimenti in mezzi e strutture che accanto alla necessaria modernizzazione delle procedure di raccolta e di gestione dei rifiuti, affinché possano anche garantire standard di sicurezza e salute sul lavoro più elevati».

Resta infine l’aspetto forse più importante che è quello legato ad una candidatura di un soggetto pubblico alla gestione del servizio.«Senza questa, infatti, l’Ata non lo potrebbe affidare, rendendo l’opzione gara l’unica strada percorribile» sottolineano che Cgil, Cisl e Uil che auspicano quindi che «si arrivi al più presto ad una candidatura solida da parte di un soggetto pubblico del territorio, e al contempo, che le amministrazioni tutte si spendano per un progetto politico del servizio rifiuti condiviso e a beneficio dei cittadini e dei lavoratori».

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