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Crisi socio-economica di Fabriano:
«Nel 2023 perse 184 imprese,
serve un massiccio piano infrastrutturale»

L'ALLARME lanciato dalla Cna dell’Area Montana alla luce dei dati elaborati dal centro studi dell'associazione di categoria sul saldo tra nuove aperture e chiusure sul territorio comunale rispetto all'anno precedente. Marco SIlvi: «Quasi nessun macrosettore riporta un segno positivo»

Marco Silvi, responsabile Cna dell’Area Montana

 

Fabriano perde 184 imprese nel 2023 rispetto all’anno precedente, secondo la Cna «urge un massiccio piano infrastrutturale». Il territorio fabrianese soffre ormai da tempo una crisi socio economica determinata da vari fattori, «alcuni di natura extra territoriale come gli effetti disastrosi generati dalla pandemia seguiti da un insostenibile aumento dei costi che ha messo letteralmente in ginocchio diverse attività, altri che invece fondano le proprie radici nella sfera locale, cominciando dalla grave crisi che ha colpito l’indotto industriale all’inizio del nuovo millennio passando poi per le problematiche logistiche e infrastrutturali delle quali risente da sempre l’entroterra» fa osservare in una nota l’associazione di categoria.

In questo contesto sicuramente problematico non sono confortanti i dati elaborati dal centro studi Cna in merito al saldo tra nuove aperture e chiusure all’interno del comune di Fabriano. Marco Silvi, responsabile Cna dell’Area Montana sottolinea come «purtroppo dobbiamo constatare come le imprese attive nel Comune di Fabriano nel 2023 siano calate di 184 unità rispetto allo stock di imprese attive alla fine del 2022. Tradotto il dato in termini percentuali, il calo risulta essere dell’8%, maggiore di quello che fa registrare l’intera provincia, ferma ad un – 6,2%».

Analizzando nello specifico i macrosettori, quello del Commercio e Riparazione Veicoli fa registrare un saldo aperture e chiusure rispetto al 2022 di -51 imprese, quello delle Costruzioni perde 36 p.iva mentre la manifattura ne ha 22 in meno. «Praticamente quasi nessun macrosettore riporta un saldo positivo, segno di come il problema risulti strutturale. Considerato il contesto, riteniamo che sia assolutamente imprescindibile procedere immediatamente con un piano di sviluppo infrastrutturale che fossa far tornare la città della carta un crocevia logistico tra nord e sud e tra est e ovest, unica soluzione per accrescere i flussi e rendere questo territorio logisticamente appetibile per gli imprenditori del presente e del futuro».

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