E’ stato al centro del dibattito della seduta congiunta della VII e VI Commissione consiliare, convocata stamattina su richiesta dei consiglieri comunali di minoranza Susanna Dini, Federica Fiordelmondo e Giacomo Petrelli (Pd), l’‘ammanco’ di circa 300mila euro segnalato nel bilancio 2024 della Fondazione Muse di Ancona prima della chiusura dei conti.
Un ‘surplus’ che manca all’appello e che, secondo l’opposizione, l’Amministrazione comunale aveva garantito, come socio maggioritario rappresentato nel CdA dell’ente, per rimpolpare il bilancio da 555mila a 855mila della Fondazione e pianificare così una stagione lirica più appetibile. L’obiettivo, questa mattina, era quello di mettere a fuoco l’origine del mancato incasso delle sponsorizzazioni e di conoscere quale strategie la maggioranza di governo intenda ora mettere in campo per ‘sanare’ i conti a poche settimane dalla conclusione dell’esercizio economico-finanziario dell’anno in corso. Durante la discussione-fiume non sono mancati momenti di tensione e di scambi reciproci di accuse tra maggioranza e minoranza.
«Il saldo tra debito e credito nelle fondazioni è chiamato Fondo di dotazione. Noi siamo partiti con queste perdite degli esercizi precedenti di 518mila euro nel 2023. Il bilancio risultava in pareggio ma sarebbe stato davvero in pareggio se non erodeva il patrimonio. Il pareggio risultava ma poi l’effetto è che è rimasto scoperto il patrimonio. Oggi viene segnalato un ammanco di 220mila euro che stiamo cercando di ripianare» ha premesso in apertura dei lavori l’assessore Anna Maria Bertini spiegando che «il teatro di Ancona ha visto purtroppo avvicendarsi delle situazioni molto spiacevoli nel corso degli anni. Pensiamo alla storia del Teatro Stabile. Una criticità che crea ancora riflessi tanto per l’attuale ente Marche Teatro quanto per la Fondazione Muse. Il settore della cultura deve essere completamente rivisto perché c’è stato nel corso degli anni un impoverimento della lirica molto forte. Si facevano spettacoli meno importati e arrivavano fondi meno ingenti Fus e quindi meno risorse dalla Regione. Dall’altra parte abbiamo visto che Marche Teatro si è rafforzata e ha avuto più dotazioni finanziarie anche da terzi. Noi non vogliamo che la Fondazione Muse abbia situazioni di criticità. Noi vogliamo che la lirica abbiano un appeal importante». Per rafforzare il concetto l’assessore ha snocciolato i numeri. «Con il cambio di rotta che quest’anno il direttore artistico ha adottato abbiamo avuto dei dati concreti nel numero di biglietti venduti. Nel 2022 la Fondazione museo incassato 37mila di euro di bigliettazione, nel 2023 59.161 euro e nel 2024 106.717 euro. Mettere in scena opere più importanti che richiedono anche costi più importanti, da un ritorno non solo per la fondazione ma per la città. – ha concluso Bertini – Al CdA ho anche chiesto perché Ancona è rimasta fuori dalla Rete lirica dei teatri. Entrarvi significa fare delle economie di scala che in termini di produzione significano tantissimo. C‘è un risparmio nel momento in cui realizzi una produzione perché lo fai insieme ad altri teatri della regione ma anche nella circuitazione degli spettacoli e quindi per lavendita dei biglietti».
Il dem Giacomo Petrelli ha chiesto subito se sia già stato fatto il bilancio pre-consuntivo della Fondazione e come mai l’assessore che aveva garantito l’arrivo di quei 300mila euro di sponsorizzazioni per garantire la stagione lirica, aveva poi disatteso quella promessa. «Ci stiamo lavorando, è stata fatta una bozza nel cda di ottobre. Doveva ancor andare in scena Madama Butterfly prevista per l’8 dicembre, l’ultima data del cartellone, ed è emerso un deficit di 220mila euro – ha risposto Bertini – Mi sono adoperata per cercare le risorse attraverso i privati ma purtroppo senza esito. A fronte di ciò stiamo lavorando per coprire quella diseconomia e portare il bilancio in una situazione di pareggio per la fine dell’anno. Abbiamo anche un contratto con Marche Teatro che nel corso nell’anno ci garantisce una serie di servizi dal personale tecnico-amministrativo alla ricerca di sponsor. Le entrate sono state inferiori rispetto a quelle preventivate in generale. Dovevamo forse ridurre la stagione e portare ancora più al collasso la Fondazione o adoperarci, come stiamo facendo, per chiudere un bilancio in pareggio, lavorando perché i numeri aumentassero? – ha domandato l’assessore – E’ a beneficio di tutta la città, non è una questione di maggioranza o opposizione, dare rilievo alla Fondazione, che non può essere assorbita all’interno di Marche Teatro per via del meccanismo interno del Fus che vieta ad associazioni, enti e società di presentare domanda per 2 tipi di provvidenza e non per 3 e la lirica rischia di restare fuori Ancona».
Petrelli ha insistito che negli ultimi 10 anni i bilanci della Fondazione sono stati chiusi in pareggio facendo osservare che «da maggio del 2023 la possibilità fare delle variazioni era in capo al suo Assessorato. In questo momento pare che si vada incontro a una perdita ingente legata a queste risorse promesse da lei e che non stanno arrivando. Io colgo innanzitutto un profilo d’incapacità nella gestione di questo di questo bilancio e nei rapporti con la Fondazione e Teatro delle Muse. – ha obiettato – Mi domando inoltre se lei è titolata a darci risposte visto che è stato lo stesso sindaco Silvetti a dichiarare pubblicamente che sta ragionando già su come sostituirla, che sta pensando a un profilo tecnico? C’ è sintonia anche con il sindaco sulla gestione della Fondazione?» ha domandato il consigliere di minoranza.
L’assessora è tornata a ribadire che «le perdite accumulate vanno lette all’interno del bilancio. Se nel 2023 c’erano 518mila euro portati a nuovo, significa che erano stati accumulati precedentemente. Il pareggio è stato fatto erodendo il fondo di rotazione. Vi comunicherò come intendiamo ripianare nel momento in cui il dato definitivo si concretizzerà. Stiamo lavorando». Petrelli ha incalzato: «Lei parla troppo di passato e poco di futuro, Come pensate di chiedere il bilancio 2024 della Fondazione? Siamo al 16 dicembre… Lei deve rendere conto alla Commissione e al Consiglio comunale. Vi da fastidio che faccio domande su questo bilancio perché crea attriti in maggioranza?» E qui è iniziato il caos di voci e poi la bagarre in aula.
Il consigliere di maggioranza Jacopo Toccaceli (FdI) ha eccepito che «la Fondazione ha personalità giuridica e parlare di certi argomenti prima di un Consiglio di Amministrazione è fuori luogo». Petrelli è tornato a chiedere «l’indirizzo politico amministrativo che l’assessore intende imboccare» per chiudere il bilancio non in rosso. A questo punto è entrato in campo l’assessore Stefano Tombolini. «Aver detto che trovo 300mila euro di sponsorizzazione che poi non si è trovata non può essere imputato come una incapacità assessorile. – ha osservato – Nel momento in cui dovremmo entrare in circuiti che renderanno più visibili e attrattivo il sistema della lirica più che del teatro di questo di questa città, quello sarà il momento di fare valutazioni. Fondazione, teatro e Mole sono stati giocarelli messi nelle mani di una persona che ha fatto il bello e il cattivo tempo generando perdite. – ha criticato Tombolini – Voi dell’opposizione Fate conti a casaccio sulle tariffe cimiteriali. Noi stiamo lavorando con dirigenti, funzionari e assessore per chiudere in pareggio questo bilancio della fondazione. Stiamo anche cercando la cura nell’assetto della struttura Fondazione, dei rapporti economici tra Teatro delle Muse e fondazione. Nelle precedenti amministrazioni c’è stata un’informata di dipendenti all’interno di questi soggetti e oggi tutto questo personale è quello che probabilmente genera costi. Vi assicuro anche che l’Amministrazione, il sindaco e l’assessore stanno lavorando insieme. Queste sono realtà giuridicamente autonome anche se controllate dal Comune. Le strategie ci sono, chi riuscirebbe di questi tempi a trovare 300 mila euro di sponsorizzazioni? Non può essere additata come una colpa. Stiamo utilizzando i metodi che avete utilizzato anche voi, che sono vecchi e datati. – ha detto animatamente – Lavoreremo per sistemare la situazione nel termini giuridici. Poi potremo discutere sulle modalità scelte per sistemare la situazione. Oggi ci riserviamo la libertà gestionale nei termini di legge. Se l’assessore Bertini per problemi personali deciderà di cambiare strada, non è certo perché non ha trovato i 300mila euro. Non si riescono a trovare sponsor nemmeno su questioni ultrapopolari come l’Ancona Calcio, immaginatevi sulla lirica» sembrava aver concluso Tombolini.
Invece la consigliera Susanna Dini è intervenuta ma è stata subito interrotta dallo stesso Tombolini che tirava in ballo i numeri sulle tariffe dei cimiteri male interpretati dalla minoranza. Il presidente della Commissione è stato costretto a richiamarlo all’ordine invitandolo al silenzio. «Per rispetto della Commissione vi chiedo cortesemente di restare sul tema: non ci troviamo ne in un’aula di tribunale, ne in piazza e ne al mercato» è intervenuta anche Angelica Lupacchini (FdI). Quando Dini è riuscita a riprendere la parola, ha rimarcato che «l’assessore, correggetemi se sbaglio, ha un po’ confuso le questioni patrimoniali con il conto economico. Fino al 2022 non c’erano state perdite e nel 2023 no. Lei aveva promesso i 300mila euro: cosa c’entra con quello che c’era prima?». Bertini è tornata a ribadire di non aver promesso nulla. «Ho detto che avrei ricercato i 300mila euro. – ha puntualizzato – e nel 2022 il patrimonio netto era di 609.000 euro di capitale con una perdita portata nuovo di 520.399 euro questo significa che sono state erose le risorse del capitale per ripianare le perdite negli anni precedenti. Noi abbiamo saputo il 24 novembre scorso che non nessuno sponsor avrebbe finanziato. Le attività erano tutte realizzate, i contratti sono stati firmati ma rispetto al preventivato hanno subito un decremento di 80mila euro perché erano più alti. Quindi i 300mila euro sono in realtà 220mila euro ‘in rosso’ dove rientrano anche costi di gestione e costi fissi (affitto ramo d’azienda tra Marche Teatro e Fondazione Muse)».
«Le spese sono correlate alle entrate – ha ricordato a questo punto la consigliera Federica Fiordelmondo (Pd) – Spero che possiamo ritrovarci sul fatto che non dovrà più accadere. Il tema è che lei, assessore, ha dichiarato, se non ho sentito male, che stiamo raggiungendo pareggio e non che proveremo a raggiungere il pareggio, è naturale che le chiediamo come lo farà. La lirica a me piace, e se fosse possibile potenziarla ad Ancona sarebbe ottimo. Sappiamo tutti per che è un tipo di rappresentazione molto costosa per cui forse occorrerebbe valutare se una città come Ancona è in grado di sostenerla, perché come abbiamo visto che a fare perdite si fa molto presto. Io valuterei molto attentamente, nonostante sia una prospettiva ambiziosa, prima di impegnare la città in una sfida come questa che non si sa poi se possiamo sostenere». Una considerazione ipotetica che ha fatto tornare Stefano Tombolini alla carica
«Lei è consigliera comunale da 10 anni, perché questa riflessione non l’ha fatta con l’assessore precedente? Perché non avete castigato la lirica e avete continuato a fare perdite?» ha commentato l’assessore. Ed è stata di nuovo caciara. Fiordelmondo ha replicato che la sua «è stata una considerazione da consigliere comunale formulata con molta educazione. Assessore parlare con lei è impossibile». Tombolini ha rintuzzato: «A lei le mancano i fondamenti» e qui Susanna Dini ha cominciato ad urlare al microfono a sostegno della collega di gruppo: «Ma assessore come si permette di dire a un consigliere che è qui da 10 anni che le mandano i fondamenti?!» mentre Tombolini puntava l’indice anche contro Petrelli sostenendo che lo stava «riprendendo con il cellulare».
La parola è tornata all’assessore Bertini che con estrema calma ha fatto osservare come «dire che una attività deve chiudere, significa dichiarare il fallimento non dell’amministrazione di centrodestra, ma di Ancona perché perderebbe l’intera città. L’assessore è solo un componente del CdA. Perché chi gestisce la Fondazione non ha mai pensato di far parte della Rete Lirica con Fano, Fermo ed altri Comuni? – ha domandato a tutti – Distruggere un pezzo di Ancona mi sembra grave e disfattista, lavoriamoci piuttosto insieme».
Collegato da remoto, il consigliere d’opposizione Carlo Maria Pesaresi (Ancona diamoci del Noi) ha preso atto che «l’assessore non ha mai convocato la VI commissione per discutere di questo problema. Il buco si è creato all’interno della Fondazione Muse per una richiesta esplicita da parte dell’assessore di mettere nel bilancio preventivo una somma maggiore rispetto a quella storicamente consolidata perchè l’assessore aveva in animo di reperire ulteriori somme. L‘assessore alla Cultura, non l’usciere, componente del Consiglio di amministrazione indicato dal sindaco della città, dice al CdA di mettere a bilancio e una somma superiore per la stagione lirica perché contava ed era certa di poter aprire questi soldi. Ha votato quel bilancio preventivo. Questo è l’argomento della seduta di oggi. La Rete lirica regionale non c’entra assolutamente nulla e un assessore deve prodigarsi per ottenere risorse da gli sponsor privati, visto che prende anche un lauto stipendio anche per fare questo. Nei mesi successivi, lei assessore ha continuato a tranquillizzare tutti sul fatto che avrebbe trovato quei soldi salvo poi presentarsi all’ultimo CdA senza una lira. Quello che è successo è di un’enorme gravità, forse prima di parlare di altro, bisogna parlare delle responsabilità di un assessore che ha creato un buco di bilancio tra l’altro su una bilancio annuo di 300mila euro su 8-900mila sul bilancio della fondazione. Credo che sarebbe bene per la città di Ancona se questa esperienza terminasse» ha concluso senza usare giri di parole.
I tentativi di Giacomo Petrelli di ottenere risposte sono andati a vuoto. Nel botta e risposta è emerso anche che il CdA della fondazione Muse è scaduto e che entro la fine dell’anno arriverà la nomina del nuovo presidente, mentre il direttore artistico è stato rinnovato nel suo ruolo. E alla richiesta finale di sapere se «la fondazione rispetterà i termini di presentazione della domanda ministeriale al Fus entro il 31 gennaio 2025» è stato risposto che verrà preparata dal direttore artistico «e in sede di CdA la andremo poi a definire». Dopo 2 ore di dibattito tormentato, Petrelli si è dichiarato deluso dalle risposte e così Dini. «Usciamo dalla Commissione su come si intende ripianare i 220mila euro» hanno commentato i consiglieri del Pd. In mattinata si era anche riunita alla presenza del vice sindaco Giovanni Zinni la VII Commissione per discutere la proposta di deliberazione consiliare sulle aliquote dell’imposta municipale propria (Imu) per il 2025 che resteranno invariate rispetto all’anno precedente. Qualche dubbio è stato sollevato sull’opportunità di applicarla o meno agli immobili Erap liberi e ancora da assegnare.
(Redazione CA)
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