Fulvio Esposito, ex rettore Unicam e coordinatore del Dipartimento Università del Pd Marche
Un ateneo privato in tre città marchigiane, il Pd regionale ribadisce il suo no e chiede alla Regione di aprire un tavolo di confronto. Non accenna ad arrestarsi il dibattito sulla proposta della Link Campus University, università privata nata a Roma nel 1999 e con sedi anche a Napoli e Città di Castello, di avviare – già dal prossimo anno accademico – due corsi di laurea in tre città delle Marche: Odontoiatria e protesi dentaria a Macerata, Medicina e chirurgia a Fano e Ascoli.
Dopo la preoccupazione manifestata dai rettori degli atenei delle Marche che hanno chiesto un incontro con il governatore Francesco Acquaroli e l’assessore regionale Chiara Biondi, ora a intervenire è il Partito democratico delle Marche che esprime una ferma contrarietà al progetto.
Fulvio Esposito, ex rettore dell’Università di Camerino, oggi coordinatore del Dipartimento università del Pd Marche, evidenzia le criticità del sistema universitario e della ricerca.
La prima, a suo dire, riguarda le risorse: «L’Italia investe solo l’1,4% del Pil in ricerca e sviluppo – spiega -, lontano dall’obiettivo europeo del 3% e sotto la media europea del 2,1%. Questo grave sottofinanziamento, aggravato dal recente taglio di 800 milioni da parte del Governo Meloni, peggiorerà l’emigrazione dei migliori talenti e comprometterà l’alto livello di formazione e ricerca garantito finora».
C’è poi il nodo del personale: «Invece di svecchiare il settore e assicurare trasparenza nell’accesso e nello sviluppo delle carriere – dice Esposito -, i provvedimenti in discussione creano figure precarie e senza tutele, accessibili solo a chi può contare sul sostegno familiare».
A questo si aggiunge il tema della privatizzazione: «Le politiche delle università telematiche private, sostenute dalla politica, come nel caso della Link Campus nelle Marche, stanno erodendo la sostenibilità del sistema pubblico, proprio come già avvenuto nella sanità. Infine – conclude l’ex rettore Unicam -, il rischio di snaturare l’università, che si basa sull’interazione vivace e aperta all’interno di una comunità plurale».
Mattia Santarelli, responsabile Diritto allo studio e associazioni studentesche della segreteria Pd Marche
Il Pd Marche chiede quindi con forza alla giunta Acquaroli «di fermare ogni azione di supporto all’insediamento della Link Campus University e di aprire un tavolo di confronto con le università pubbliche, i sindacati e le parti sociali per definire strategie mirate a consolidare il ruolo delle eccellenze accademiche marchigiane».
Interviene anche Mattia Santarelli, responsabile Diritto allo studio e associazioni studentesche della segreteria del Pd Marche: «Il tentativo di aprire corsi di Link Campus University nelle Marche è una scelta davanti a cui occorre contrapporsi fermamente, come sottolineato anche dalle associazioni studentesche, da Adi e da molti rettori – dice -. Questa scelta della destra regionale è l’anticipo di cosa il Governo sta cercando di fare su tutto il territorio nazionale; sostituire il sistema universitario pubblico, aperto a tutti, con una costellazione di atenei privati telematici, accessibili solo a chi se li può permettere».
Il rappresentante della segreteria dem suggerisce quindi un’azione del tutto diversa rispetto a quella che si sta prospettando: «Questa destra inizi ad investire sugli alloggi pubblici per studenti, che ad oggi coprono meno del 10% dei posti letto necessari, e smetta di tagliare il Fondo di Finanziamento Ordinario che sta mettendo in ginocchio gli atenei pubblici, soprattutto quelli marchigiani. Investano nel diritto allo studio, nel caro libri e nel caro affitti, e pongano rimedio al problema dei costosi corsi 60 Crediti formativi universitari, una flat tax che pesa sulle spalle degli aspiranti docenti. Davanti a tutto questo, siamo e saremo l’alternativa».
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