Paola Giorgi, vicecoordinatrice di Base Popolare Marche
Resta aperto il dibattito sulla scelta del nuovo sito per la discarica provinciale. A intervenire è la vicecoordinatrice regionale di Base Popolare Marche, Paola Giorgi.
«È un tema che ciclicamente riemerge con forza e che mostra – dice -, nella conflittualità con cui viene affrontato, tutta l’urgenza di un cambiamento profondo nel modello di gestione dei rifiuti. Il territorio maceratese ha ormai esaurito la capacità dei suoi impianti di smaltimento. Nonostante l’elevata percentuale di raccolta differenziata raggiunta, emergono in modo evidente i limiti di un sistema basato ancora sulla discarica: una soluzione datata, poco sostenibile e in aperta contraddizione con ogni serio progetto di valorizzazione del territorio, soprattutto in un’area a forte vocazione agricola e produttiva come la nostra».
Giorgi ricorda come «la chiusura della fase di consultazione dell’Ente provinciale ha portato all’individuazione di 35 aree ritenute idonee in provincia di Macerata, coinvolgendo anche Comuni con più di un sito segnalato, come Recanati (8 siti) e Matelica (3 siti). Ora si apre una fase altrettanto delicata: la valutazione delle osservazioni presentate da amministrazioni comunali, comitati civici e portatori d’interesse. È del tutto comprensibile la difesa del proprio territorio da parte dei singoli Comuni. Tuttavia, ciò che emerge con chiarezza è la totale assenza di una visione territoriale ampia, almeno a livello regionale».
Allora illustra la posizione di Base Popolare Marche sul tema: «Bisogna promuovere una gestione dei rifiuti realmente integrata e innovativa, fondata sui principi dell’economia circolare. Crediamo sia necessario rafforzare il sistema di raccolta differenziata, puntando non solo sulla quantità, ma anche sulla qualità dei materiali raccolti, investendo nella valorizzazione dei sottoprodotti e nella nascita di nuove filiere industriali per il riutilizzo e la trasformazione. Allo stesso tempo, è arrivato il momento di avviare una riflessione matura e trasparente sul tema della termovalorizzazione, senza pregiudizi ideologici, valorizzando i risultati già raggiunti nella differenziata e attivando accordi interregionali con le Regioni limitrofe. Una gestione condivisa e responsabile degli impianti può garantire un equilibrio tra esigenze ambientali, economiche e sociali. L’attuale sistema, basato sulla sola logica del “non nel mio giardino”, produce frammentazione, isolamento e assenza di visione. I problemi si affrontano guardando in faccia la realtà, con coraggio, spirito di collaborazione e apertura al confronto».
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