Il tweet di Crescentini
di Nicoletta Paciarotti
Invita i colleghi a recarsi alle urne per il referendum, il titolare su Twitter (ora X): «ha il contratto in scadenza il 30 giugno. Poi ci penserà Landini» e scoppia la polemica.
«Ho un dipendente sotto contratto, oggi alla pausa colazione aizzava gli altri di andare a votare perché sarebbe l’unico modo per tutelare chi lavora. Il contratto gli scade il 30 giugno. Dopo ci pensa Landini», ha scritto l’imprenditore fabrianese Marcello Crescentini su X all’1,30 del 7 giugno.
Il riferimento al segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, è apparso a molti come un commento sarcastico, che suggerirebbe che le sorti del lavoratore saranno lasciate nelle mani del sindacato.
Il post ha suscitato sdegno in tutta Italia, a partire da Maurizio Acerbo, segretario nazionale di Rifondazione comunista, che ha espresso «solidarietà all’operaio che involontariamente ha mostrato con il suo coraggio il clima che regna in molti luoghi di lavoro».
I referendum in programma per l’8 e il 9 giugno sono promossi dalla Cgil e vertono su temi legati alla precarietà e alla tutela dei lavoratori. I quesiti riguardano l’abrogazione di norme che consentono il rinnovo illimitato dei contratti a termine, l’utilizzo esteso dei contratti di somministrazione e i limiti ai licenziamenti nelle aziende con meno di 15 dipendenti.
Sul caso è intervenuta anche la Cgil, con un comunicato firmato dal segretario generale di Ancona Gianluca Toni e da Pierpaolo Pullini della Camera del Lavoro di Fabriano. «Sorge il dubbio che l’eventuale mancato rinnovo del contratto al lavoratore possa avere matrice discriminatoria e che non sarebbe legato ad esigenze produttive», si legge nella nota. «Rischiamo di essere in presenza di una vera e propria discriminazione, addirittura annunciata, per motivi che non sono legati né alla produzione né alla prestazione lavorativa ma solo alle idee della persona».
Il sindacato ha annunciato che è pronto a percorrere «ogni strada ed ogni tipo di verifica, anche con gli enti preposti», offrendo pieno supporto al lavoratore. «Fermiamo questa deriva autoritaria nei luoghi di lavoro» l’appello di Toni e Pullini.
L’imprenditore Crescentini, al momento, non ha reso alcuna ulteriore dichiarazione pubblica.
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