L’intesa su Ricci, domani direzione M5S.
Fede: «Nel programma le nostre idee
Da Acquaroli e Meloni non un euro alle Marche»

REGIONALI - Intervista al coordinatore dei pentastellati dopo il tavolo del centrosinistra. Intanto i Dem regionali attaccano Italo Bocchino, nel mirino le dichiarazioni del nuovo consulente per la comunicazione di Acquaroli: «E' la prova della paura fondata di perdere che ha il centrodestra». Livi (FdI) contrattacca sul caso Affidopoli

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Giorgio Fede

di Luca Patrassi

Programmi, non poltrone. Il giorno dopo la riunione del tavolo del centrosinistra che ha sbloccato la formazione dell’alleanza a sostegno del candidato governatore della Regione Marche Matteo Ricci a parlare è il coordinatore regionale del Movimento Cinque Stelle Giorgio Fede. «C’è un programma di 51 pagine che contiene come punti chiave le idee che avevamo avanzato, dalla sanità alla sostenibilità ambientale» dice a Croanche il parlamentare pentastellato che guida il movimento nelle Marche.

Fede ricorda il percorso che ha portato all’incontro di ieri il cui esito sarà discusso domani sera nel corso di una riunione regionale del Movimento: «Le Marche negli ultimi cinque anni hanno avuto una guida politica in mano alla destra: la destra ha promesso di tutto e di più rispetto al peggio che era emerso negli anni precedenti e nel 2020 i marchigiani hanno votato a destra per dare un segnale di discontinuità. Ad oggi la destra al governo regionale non ha realizzato nemmeno una delle promesse fatte. Ho difficoltà a trovare un solo provvedimento migliorativo, parlano di fondi arrivati grazie al governo Meloni e a quello Acquaroli ma segnalo che tutto quello che viene speso arriva grazie ai fondi del Pnrr del governo Conte e sul fronte della ricostruzione grazie all’azione svolta anni fa dall’allora commissario Legnini. Ripeto Acquaroli e Meloni non hanno portato un euro alle Marche».

Quali sono gli obiettivi di questa coalizione di centrosinistra?

«Recuperare alle Marche la dignità che merita, la nostra non è una competizione tra soggetti politici per affermare noi stessi. Il programma è importante onde evitare quello che è successo con la destra a Osimo con battaglie di ogni tipo solo per le poltrone. Peraltro in Regione metà giunta è passata quasi subito a Roma infischiandosene dell’accordo con gli elettori, hanno usato il potere per se stessi. Ecco noi dobbiamo scegliere una via diversa con un programma che si discosti dai fallimenti precedenti».

Quali sono le vostre idee chiave che caratterizzano il programma del centrosinistra?

«Anzitutto la discontinuità sulla sanità: bisogna privilegiare la sanità pubblica rispetto al privato, un marchigiano ha diritto a trovare spazio per esami e visite in tempi adeguati, ad oggi questo non è avvenuto neanche con malattie oncologiche. E serve una sanità territoriale, diffusa, non ospedali unici Poi c’è il tema della sostenibilità ambientale: la gestione dei rifiuti è una competenza regionale, la destra non ha avuto idee e non è riuscita ad approvare il piano regionale limitandosi a parlare di un megainceneritore per ospitare i rifiuti delle Marche, dell’Italia e magari di qualche altra nazione lasciando ai marchigiani le emissioni nocive. Puntiamo a una gestione dei rifiuti sostenibile iniziando dal riciclo con un no deciso all’inceneritore».

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Matteo Ricci

Accordi ai vertici ma la base pentastallata cosa dice, è d’accordo? Si parla di alcune componenti, maceratesi e anconetane, che contestano il sostegno a Ricci.

«Intanto esprimo soddisfazione per l’elaborazione di un programma condiviso, che riprende i nostri punti chiave e capace di condizionare le scelte per il futuro. Il tutto sarà appunto oggetto di discussione interna domani sera in un incontro regionale. Io non decido per tutti, i temi ci sono questo è un dato di fatto. Come Movimento Cinque Stelle rileva che abbiamo una assemblea costituente, non decidiamo nelle segrete stanze ed abbiamo interpellato 80mila iscritti. Certo, quando siamo nati magari aspiravamo a fare tutto da soli ma la legge elettorali non ci offre questa possibilità e ci costringe a fare alleanze, ne abbiamo fatte anche quando eravamo al 32% con i governi Conte 1 e Conte2 ma sempre orientati dalla spinta positiva del M5S». Torniamo all’intesa per le Marche. « La nostra è una spinta innovativa, dobbiamo partecipare e non mi sono messo in politica per cercare una poltrona. Il 90% si è espresso per una linea politica sulla base di una condizione programmatica: non mi meraviglio che ci siano voci dissonanti, è la democrazia. Non è vero che a esprimere contrarierà all’accordo con Ricci siano province intere, ci sono certamente come ripeto alcune voci dissonanti ma si tratta di riflessioni personali». Ha parlato di idee, di programmi legati in particolare me sanità e ambiente. Non è che avete chiesto, nel caso di vittoria, di avere i relativi assessorati? «Intanto sgombero il campo da alcune voci, io non ho alcun interesse nella formazione della futura giunta regionale, M5S non chiede poltrone, in base al risultato elettorale ci sarà una nostra presenza. Poi magari sarà il caso, per fare un esempio, che non torni a guidare la sanità chi è stato responsabile degli errori fatti in passato».

Con Italia Viva come va con i veti?

«Da quello che ricordo Italia Viva non ha mai presentato una sua lista, non arriveranno di sicuro tante liste quanti sono i soggetti che firmeranno l’alleanza di centrosinistra. Penso che ci saranno tante liste riformiste e civiche e dunque vedremo cosa accadrà. Da parte nostra non c’è la caccia all’uomo, certo ricordiamo il congresso di Azione con Calenda che, riferito a noi, diceva “Cancelliamoli”. Ora si sono spaccati ma non credo che si presenteranno con una loro lista a sinistra e una a destra, credo che ci saranno dei candidati nelle liste».

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Chantal Bomprezzi, segretaria del Pd Marche

Dai pentastellati ai dem. Il tempo per Italo Bocchino, esponente di lungo corso della destra e direttore editoriale del Secolo d’Italia, di rilasciare oggi un’intervista al Foglio per confermare il suo ruolo di “assistente” alla comunicazione elettorale del governatore della Regione Marche Francesco Acquaroli (e per attaccare Matteo Ricci sul fronte del termovalorizzatore (“sì a Roma e no nelle Marche”), degli ospedali e delle sponsorizzazioni pesaresi ed ecco arrivare, a stretto giro di posta, l’attacco del Pd regionale guidato da Chantal Bomprezzi. Il prologo dei Dem: «È evidente come l’ansia serpeggi tra le fila del centrodestra marchigiano, e le parole di Bocchino ne sono una chiara dimostrazione. Bocchino evidenzia tutta la paura di perdere di Acquaroli e compagni. Non ci pare una grande strategia di comunicazione, soprattutto per chi si candida a governare. Quando Bocchino auspica una mancata candidatura di Matteo Ricci, è palese che la sua speranza nasca dalla consapevolezza di un rischio serissimo di sconfitta. Sanno bene che, con Ricci in campo, le possibilità del centrodestra si assottigliano drasticamente, minacciati dalla sua autorevolezza e dal consenso che gode sul territorio». C’è anche spazio per una controffensiva: «Al contrario, noi nel centrosinistra accogliamo con entusiasmo e assoluta serenità la candidatura di Francesco Acquaroli. Siamo felici che sia lui a rappresentare il centrodestra in questa competizione elettorale. I cittadini delle Marche, in questi cinque anni di governo regionale, hanno avuto tutto il tempo e l’opportunità di farsi un’idea chiara e approfondita della sua azione amministrativa. Hanno toccato con mano la sua scarsa incisività, la gestione approssimativa di dossier fondamentali come la sanità – lo stesso articolo di oggi ne evidenzia le criticità, con il riferimento ai 50 punti sul territorio di cui 30 ingiustificati – e la carenza di visione per lo sviluppo della nostra Regione». Le conclusioni: «La, fondata, paura di Bocchino e del centrodestra sta nella chiara percezione che i marchigiani si siano già fatti un’opinione ben precisa sulla qualità del loro governo. E questa opinione, purtroppo per loro, è tutt’altro che positiva. Non solo Matteo Ricci è il nostro candidato, ma sta anche costruendo un’alleanza larghissima e vincente, capace di aggregare forze e idee per il futuro delle Marche. Noi guardiamo avanti con fiducia e determinazione, pronti a presentare ai cittadini una visione chiara e concreta per il futuro delle Marche, convinti che la nostra proposta sarà premiata».

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Simone Livi, capogruppo di Fratelli d’Italia

Sul caso Pesaro interviene Simone Livi, capogruppo di FdI in consiglio regionale: «Affidopoli continua a rappresentare un punto di non ritorno per il centrosinistra marchigiano, Pd in testa. Non si tratta solo di un tema giudiziario, ma di una questione politica sostanziale. È evidente a tutti che il Partito Democratico, consapevole del peso di questa vicenda, stia mantenendo una linea di freddezza nei confronti di Ricci. Lo si percepisce chiaramente da come lo stesso Pd regionale fatichi a spendere parole di reale sostegno per la sua candidatura. Ma il dato politicamente più rilevante è che lo stesso Andrea Biancani, attuale sindaco di Pesaro ed erede diretto di Ricci, sta più volte sconfessando pubblicamente l’operato del suo predecessore, dichiarando che certe scelte non debbano più essere ripetute per evitare di finire sotto inchiesta. Questo dovrebbe bastare per far capire anche agli alleati più accaniti che la candidatura Ricci è una mina vagante. Divide il centrosinistra, imbarazza gli elettori e costringe tutti a difese d’ufficio imbarazzanti. La situazione diventa ancora più paradossale se si guarda all’atteggiamento del Movimento 5 Stelle, che dopo anni passati a rivendicare la trasparenza come valore fondante, ora si accoda a chi sfugge al confronto e si sottrae alle domande legittime. Fratelli d’Italia chiede chiarezza: serve un cambio di passo, servono candidati credibili, trasparenti e coerenti. Ricci oggi rappresenta esattamente il contrario».

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