La giunta comunale di Ancona ha approvato a voti unanimi il Documento di Indirizzo alla Progettazione per l’intervento di recupero e riqualificazione dell’immobile ex Mutilatini di Portonovo. Un progetto già inserito nel Piano Triennale delle Opere Pubbliche 2023/2025 per 3 milioni di euro. Dal 2023 il Comune ha aderito alla Strategia Territoriale per lo sviluppo sostenibile e integrato delle aree urbane denominata “Iti Portonovo” che Ancona, come capofila, ha avuto accesso ad un finanziamento complessivo a valere sui fondi Fesr e Fse+ del Pr Marche 2021-2027 di 5.690.000 euro. Un anno fa circa è stata adottata la convenzione che disciplina i rapporti giuridici tra Regione Marche – Autorità di Gestione e Comune di Ancona.
L’Amministrazione comunale ha inoltre attivato una rete di partenariato locale con specifici portatori di interesse (soggetti istituzionali, parti economiche e sociali, organismi rappresentanti la società civile) e un processo di partecipazione in grado di rappresentare in modo organico gli interessi e i problemi della comunità locale e di attivare uno spazio di confronto, di costruzione partecipata e di co-progettazione tra istituzioni e attori locali. Ha quindi affidato il servizio di assistenza tecnica all’Università Politecnica delle Marche per affiancare gli uffici comunali nel processo di indirizzo, attuazione, valutazione e monitoraggio degli interventi e dei relativi risultati conseguiti
La Strategia Territoriale “Iti Portonovo” individua la baia di Portonovo quale complesso ecosistema ad alto potenziale di sviluppo ed è finalizzata alla valorizzazione e al potenziamento dell’attrattività e dell’accessibilità dell’intero sistema territoriale del Conero attraverso una serie di azioni integrate, articolate in obiettivi specifici. La progettazione del recupero dell’ex Mutilatini «dovrà innanzitutto soddisfare la richiesta di ricettività turistica diversificata rispetto alla tradizionale offerta della baia.- si legge nella relazione tecnica allegata alla delibera – Dovranno pertanto essere realizzati locali e strutture nel rispetto delle normative nazionali e regionali di settore, tenendo conto della particolare collocazione del manufatto e della peculiarità dei luoghi. Nella rinnovata struttura, si richiede al progettista di valutare sia: una capienza minima di 35 posti letto, una capienza ampliata fino a 45 posti letto. In ambedue i casi la capienza deve essere calibrata per utenze diverse (tra cui anche scolaresche e gruppi scout) e nell’arco di tutte le stagioni dell’anno, proponendo soluzioni progettuali anche flessibili in grado di ottimizzare l’utilizzo degli spazi». Lo spazio dovrà quindi configurarsi come un vero e proprio hub di scambio sui temi legati all’elevato valore naturalistico-ambientale del sito di importanza Comunitaria Natura 2000 Portonovo – Parco del Conero in cui risulta inserito.
La nuova struttura dovrà essere di natura turistico-ricettiva, ma dovrà offrire anche spazi dedicati all’educazione ambientale, ad attività sociali e culturali, nel rispetto della tipologia ricettiva esistente. «La funzione ricettiva dovrà risultare prioritaria, seppur non esclusiva o escludente rispetto all’integrazione delle funzioni complementari di carattere culturale, didattico-educativo, sociale e associativo» prosegue la relazione. Il progetto prevede quindi la localizzare uno spazio per realizzare attività laboratoriali ed esposizioni durante l’intero anno. «Potrebbero in tal senso essere create anche delle stanze tematiche, multimediali e interattive, che contribuiranno non solo alla valorizzazione del territorio, ma anche al funzionamento complessivo della struttura, favorendo un’integrazione tra le diverse modalità di utilizzo e la promozione reciproca dei servizi rafforzandone l’attrattività» sottolineano i tecnici.
La struttura dovrebbe fungere anche da centro di accoglienza e di informazione turistica con particolare riguardo ai segmenti di turismo accessibile e sostenibile, proponendosi come “vetrina” e “guida” del territorio, avvalendosi anche delle nuove tecnologie per la comunicazione. «La struttura dovrebbe prevedere una caffetteria sostenibile, la cui progettazione deve essere in grado di promuovere sia i prodotti locali (prodotti Dop, Presidi Slow Food, vini del Conero etc.) che l’inclusione lavorativa, integrando i servizi di ricezione e accoglienza, favorendo l’attrazione di visitatori e di 10 fruitori delle attività sviluppate, in particolare nei periodi al di fuori della stagione estiva» aggiunge la relazione.
Il progetto dovrà innanzitutto valutare la realizzabilità all’interno dell’area di pertinenza di strutture esterne leggere compatibili con gli strumenti di pianificazione del Parco e con la normativa urbanistico-edilizia vigente. Tali strutture dovranno servire principalmente a decongestionare l’utilizzo degli spazi interni durante la stagione estiva, ma potranno servire allo sviluppo dell’offerta di esperienze ai visitatori e turisti mediante, ad esempio, un osservatorio astronomico e il bird watching, o la partecipazione a laboratori di ricerca ecologica. Inoltre si richiede la creazione di percorsi progettati per stimolare i sensi (piante aromatiche, fiori dai colori contrastanti, suoni della natura o riprodotti con ‘strumenti’ naturali), accessibili a persone con disabilità visive, uditive o intellettive (es. persone affetta da autismo, demenza senile e Alzheimer).
Puntualizzata anche che tipo di gestione-concessione il Comune ha in mente per il nuovo Mutilatini che sarà a titolo oneroso, pluriennale e «affidata in concessione, tramite un apposito bando di gara» e includerà l’onere della manutenzione ordinaria e straordinaria del bene-immobile.
(Redazione CA)
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