Foto di gruppo finale durante l’inno d’Italia
di Luca Patrassi
Partita ufficialmente stasera al Palas di Civitanova la campagna elettorale per il bis di Francesco Acquaroli. L’ex senatore azzurro Salvatore Piscitelli cerca (e trova) il suo posto in prima fila dopo la divisiva esperienza delle scorse comunali a Porto Recanati, c’è un rappresentante dell’Udc che gira con due bandiere di partito, c’è la senatrice meloniana Elena Leonardi, c’è il leghista – ramo ferroviario – Mauro Lucentini, c’è il sindaco di Civitanova Fabrizio Ciarapica, arrivano i consiglieri regionali Pierpaolo Borroni (Fdi) ed Anna Menghi (Lega), c’è in total azzurro la sangiorgese Maria Lina Vitturini.
Francesco Acquaroli in abbigliamento casual e atteggiamento grintoso durante il lungo intervento
L’appuntamento era per le 21 con l’apertura della campagna elettorale per il bis di Francesco Acquaroli al governo della Regione Marche ma all’Eurosuole Forum di movimento ce ne era già molto alle venti. Allora questa lista? «Stiamo lavorando» osserva una sorridente Elena Leonardi che chiede scherzando di non usare la parola casting per le liste: «Non siamo attrici». Il drappello del capoluogo è guidato dal coordinatore Fdi Pierfrancesco Castiglioni, si vede dall’inizio anche l’omologo recanatese Ettore Pelati.
Arriva tra i primi anche il protagonista, Francesco Acquaroli, che parte subito con alcune dichiarazioni per i media. Il futuro: «Il progetto più importante per i prossimi cinque anni sarà quello di portare le Marche fuori dalla transizione, le riforme strutturali che abbiamo fatto porteranno i loro effetti iniziando dalla sanità dove vediamo già l’incremento delle prestazioni che vengono erogate, i servizi territoriali li stiamo potenziando e saranno ridotte le liste di attesa. Riporteremo le Marche dove devono essere, c’è chi diceva che la transizione è un’opportunità, per noi è una condanna».
I cinque anni di amministrazione: «Ci sono state Più Marche (il riferimento è al suo slogan), grande lavoro sulle infrastrutture, il turismo è cresciuto con percentuali importanti, i servizi sanitari registrano performance di eccellenza, abbiamo ospitato il G7 e avuto una ribalta mondiale, siamo la Regione candidata Unesco per i teatri storici». Sulla coalizione elettorale Acquaroli glissa un po’: « Ci sono tante persone che hanno chiesto di entrare in squadra, la nostra squadra è il centrodestra».
Alle sue spalle campeggiano alcuni simboli, quelli dei partiti storici del centrodestra (Fdi, Fi, Lega e Udc) e alcuni civici che sono Movimento per le Marche, Base Popolare (quella di Spacca, ndr) Le Marche in Movimento e Civici Marche. Verso le 21 lo speaker comincia a inviare segnali alla platea per poter iniziare, arrivano i coordinatori regionali di Fi Francesco Battistoni, la segretaria e il vicesegretario regionale della Lega rispettivamente Giorgia Latini e Luca Buldorini, i parlamentari Mirco Carloni e Guido Castelli, l’europarlamentare Fdi Carlo Ciccioli. Si vedono gli assessori regionali e tra questi Filippo Saltamartini e Francesco Baldelli. Ci sono i sottosegretari Prisco e Albano.
Si parte con un applauso al governatore Acquaroli, al Palas ci sono oltre quattromila persone. Secondo gli organizzatori c’erano cinquemila persone considerando il fatto che in mille sono rimasti fuori. Un match di cartello se giocasse la Lube. Il prologo: un minuto di raccoglimento e un applauso per ricordare il sacrificio del carabiniere Carlo Legrottaglie ucciso ieri in Puglia da dei rapinatori in fuga. Apre la serata il sindaco Fabrizio Ciarapica che sottolinea le azioni dell’esecutivo Acquaroli. Poi una sequenza di interventi politici a cura di Elena Leonardi, Francesco Battistoni, Giorgia Latini, Antonio Saccone (Udc), Tablino Campanelli (Noi Moderati), Giacomo Rossi (Civici Marche), Emanuele Petrucci ( Base Popolare, Marcella Agostini (Movimento per le Marche), Salvatore Piscitelli (Marche in movimento) e le toccanti testimonianze sul sisma di Gianfranco Tombini (titolare hotel Felicita di Ussita), sull’alluvione di Andrea Morsucci (comitato tra i due fiumi) sul lavoro di Roberta Leri (dipendente Beko) e di Amerigo Varotti, coordinatore dei comitati per il no al passaggio all’Emilia Romagna.
Sono le 22,45 quando il microfono passa nelle mani del governatore Francesco Acquaroli: «Grazie per questa sera, grazie per questi anni. Siamo stati una squadra straordinaria. Nel 2018 l’Europa ci ha classificato regione in transizione retrocedendoci. L’ipocrisia di qualcuno all’epoca fece dire che doveva essere una opportunità, come dire che siamo retrocessi dalla serie A e dovevamo essere contenti. Tra le tante testimonianze doveva essercene una ma temevamo di fare tardi, quella di Banca Marche che era un orgoglio per il nostro territorio. Banca Marche non l’hanno salvata come è stato fatto invece per altre banche di altri territori, vorrei chiederlo al presidente del Consiglio dell’epoca. Se siamo in transizione una delle variabili è stata anche Banca Marche. Indesit era un orgoglio europeo, quando passa di mano c’era il timore di un ridimensionamento e l’allora presidente del Consiglio la chiamò una operazione fantastica, direi che è stata un’operazione fantasma. Indesit da sola valeva il 6% del prodotto interno lordo della regione. Chi era allora al governo non ha alzato un dito, non ricordo chi ora ci sfida aver detto una parola quando le Marche perdevano asset strategici.
Noi siamo orgogliosi della nostra manifattura, del nostro artigianato, dei nostri professionisti e abbiamo deciso di usare subito la programmazione europea con 133 milioni di cofinanziamento. Oggi a 4 anni e mezzo di distanza dalla programmazione 2021-2027 siamo la prima regione in Italia per il pagamento dei fondi sociali europei. Oggi le Marche hanno un tasso di occupazione sopra la media nazionale, siamo la terza regione per l’utilizzo dei Fers e quando siamo arrivati al governo eravamo ultimi. Siamo la prima regione italiana per presenza di startup innovative, nonostante le guerre e i forti di crisi abbiamo una crescita del 19% rispetto al 2019. Abbiamo rimesso l’agricoltura al centro cercando di valorizzare le filiere, il settore biologico. Abbiamo speso decine di milioni di euro per dragare i porti che non venivano puliti da anni e rappresentavano un pericolo. Questo lavoro è perchè crediamo che la regione meriti un destino diverso, torni ad essere competiva e attrattiva. Ci condizionano le infrastrutture che sono quelle degli anni 60, a parte la Quadrilatero. In questi anni abbiamo investito 4.5 miliardi di euro sbloccando opere ferme da decenni, dalla Guinza alla Salaria, alla Pedemontana finanziata con 700 milioni di euro».
Acquaroli insiste: «Il raddoppio della statale 16 ad Ancona, il mitologico “ultimo miglio” che sarà cantierato entro l’estate. Abbiamo salvato l’interporto e è arrivato l’investimento da 200 milioni di euro del più grande player mondiale della logistica. La nostra regione cambierà fisionomia dopo decenni di immobilismo, la sinistra è invidiosa perché quando erano loro al governo non sono riusciti a fare nulla. Stiamo lavorando per l’alta velocità e per la terza corsia della A14. Voglio ringraziare questo governo che non ci ha mai chiuso la porta e lavora con noi su tutti i dossier. Ci rimproverano di essere legati a Roma? Le Marche non hanno mai ricevuto tutti questi finanziamenti, a loro per decenni neanche li ricevevano».
Il tema sanità: «Abbiamo completato l’ospedale di Amandola, stiamo completando Fermo con risorse aggiuntive perché le risorse messe prima non bastavano, abbiamo sbloccato l’Inrca, abbiamo cantierato il Salesi, stiamo pubblicando la gara per l’ospedale di Pesaro e di San Benedetto, lo stiamo facendo per Macerata. Queste sono realtà. La sanità è il tema caldo delle elezioni perché tocca tutti. Il centrosinistra chiede se la sanità negli ultimi anni è migliorata o peggiorata? Rispondo dicendo che dal 2019 ad oggi le prestazioni diagnostiche sono cresciute del 10%. Si può fare politica in tante maniera ma non si può fare speculazioni su temi nazionali. Se non programmi il turnover dei medici, come accaduto nei decenni passati, poi ti trovi in difficoltà. Il problema è che i medici non sono stati formati, ci vogliono dieci anni per formare un medico e non è colpa del governatore Acquaroli se in questi ultimi anni sono andati in pensione tanti più medici di quelli che sono arrivati».
Ancora sanità: «Non sono stato io a disarticolare i servizi sanitari nel territorio, sto cercando di ricostruirlo per decongestionare i Pronto soccorso, non è normali che vi approdino i codici bianchi e verdi. Da tre anni abbiamo il migliore ospedale pubblico d’Italia (Torrette) e tanti reparti di eccellenza, dobbiamo esserne orgogliosi. Stiamo decongestionando le liste di attesa, non faccio propaganda, espongo i numeri. Certo le criticità ci sono, siamo in una fase delicata e complessa. Accettiamo i consigli da tutti ma non da chi per decenni avevano definanziato la sanità e centralizzato i servizi. Se siamo tra le prime regioni d’Italia per i livelli essenziali di assistenza è perché abbiamo fatto un grande lavoro e lo abbiamo fatto senza aumentare le tasse, cosa che hanno fatto tante altre regioni a noi vicine. Lo abbiamo fatto con una programmazione all’altezza delle esigenze dei territori».
L’entroterra: «Una ferita enorme il passaggio di alcuni Comuni all’Emilia Romagna. Da allora l’aria è cambiata. La nostra regione è diventata la regione dei borghi, c’è tata voglia di rilanciare e far rivivere questi luoghi, ci sono stranieri che arrivano, giovani che aprono attività economiche. Stiamo lavorando sulla destagionalizzazione. Abbiamo fatto scelte coraggiose anche con l’aeroporto, lo scorso anno abbiamo sfiorato il record storico di passeggeri».
La ricostruzione: « Il grande risultato è sotto gli occhi di tutti, stiamo restituendo dignità alla comunità che torna nelle case e di questo ringrazio il commissario Castelli e la struttura. Anche nei territori alluvionati abbiamo agito, trovato i fondi e realizzate le opere. Faremo anche le vasche di laminazione». Il messaggio finale: «Abbiamo dalla nostra parte una quantità di lavori che non hanno riscontri neanche mettendo insieme i tre decenni precedenti. Abbiamo lavorato per quel riscatto che la regione aspettava da tempo. Siamo alla vigilia della campagna elettorale, con voi al fianco non ho paura di nessuno e avremo, sono certo, le Marche dalla nostra parte. Abbiamo lavorato per avere Più Marche anche nei prossimi cinque anni. Nulla è impossibile a chi crede veramente, a chi resta unito, a chi gioca in squadra per l’interesse di tutti».
Giacomo Rossi, coordinatore di Civici Marche ha impostato il suo intervento sul “Si salvi chi può” da Ricci
Nessun riferimento diretto al competitor Matteo Ricci da parte del governatore uscente. Il candidato centrosinistra è comunque finito nel mirino di diversi interventi precedenti, soprattutto da parte degli esponenti di centrodestra pesaresi: «Noi l’abbiamo visto all’opera, si salvi chi può».
E’ passata mezzanotte e appena finito di cantare l’inno d’Italia al palas si alzano i cori “C’è solo un presidente” e “Francesco, Francesco, Francesco”.
Elena Leonardi, coordinatrice regionale di Fratelli d’Italia
Giorgia Latini, coordinatrice regionale della Lega
Francesco Battistoni (Forza Italia)
Antonio Saccone (Udc)
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