Oltre 700 studenti in piazza per la pace.
«Chiamati a costruire una cultura
di dialogo, rispetto e tolleranza»

La manifestazione in piazza Kennedy

di Nicoletta Paciarotti 

Una mattinata di voci, colori e speranza ha riempito Piazza Kennedy: oltre 700 studenti dell’Istituto comprensivo Carlo Urbani di Moie, Castelplanio e Poggio San Marcello hanno preso parte alla marcia Rompiamo il silenzio – Marcia per la pace. Bambini e ragazzi hanno intonato Credo negli esseri umani di Marco Mengoni e la storica Imagine di John Lennon, simboli di speranza e fratellanza universale. Le docenti hanno dato voce alle lettere scritte dagli alunni delle zone di guerra, portando in piazza riflessioni toccanti e sincere.

L’iniziativa è stata un momento di riflessione e condivisione, Genitori, nonni e cittadini hanno partecipato portando con sé i colori della pace e rafforzando il messaggio che non è soltanto un ideale, ma un cammino da costruire giorno per giorno.

Il valore educativo dell’evento si inserisce nel percorso avviato dal collegio docenti, che lo scorso 9 settembre ha approvato un documento di indirizzo: «La scuola ha un ruolo fondamentale nella promozione dei valori di pace, dialogo, rispetto e tolleranza», si legge nel testo, che ribadisce l’importanza di affrontare in classe anche i temi più difficili, come i conflitti in corso a Gaza e in altre aree del mondo. «Non possiamo permetterci l’indifferenza – scrivono i docenti – ma dobbiamo essere testimoni e attori di pace, educando i nostri studenti ai diritti umani e al rispetto reciproco».

La manifestazione di Moie è stata così anche un ponte ideale verso il prossimo appuntamento: la Marcia della Pace Perugia–Assisi, in programma domenica 12 ottobre 2025, alla quale parteciperanno delegazioni provenienti da tutta Italia. La Pro Loco di Castelplanio ha organizzato un pullman per favorire la partecipazione: partenza alle ore 7 dalla stazione di Castelplanio, arrivo a Perugia ai Giardini del Frontone e poi la camminata fino a Santa Maria degli Angeli. Un’occasione per ribadire, ancora una volta, che la pace si costruisce insieme.