«Beko, nello stabilimento di Melano
già 66 uscite e c’è una forte
difficoltà per i volumi produttivi»

FABRIANO – Fiom Ancona esprime preoccupazione per il numero che supera quello degli esuberi previsto dall’accordo e per la diminuzione dell’uso della Cigs. Anche nelle sedi fabrianesi la situazione non è rosea: sono 73 le persone che hanno lasciato l’azienda, a fronte di un esubero dichiarato di 207 unità e qui è molto pesante l’utilizzo della Cigs. «Serve una staffetta generazionale, uno sviluppo di competenze adeguate per rendere credibili le dichiarazioni della multinazionale»

«A Fabriano si rischia che i licenziamenti alla Beko non bastino. A distanza di neanche 8 mesi, può considerarsi conclusa la ristrutturazione dello stabilimento di Melano: ad oggi sono uscite, tra licenziamenti incentivati e risoluzioni consensuali, ben 66 persone, quindi oltre il numero di esuberi previsto dall’accordo. A fronte di questo si registra una forte difficoltà dello stabilimento, dove diminuisce l’uso della Cigs che comunque non si azzera, come invece avrebbe dovuto essere, e soprattutto circa metà degli impianti, passano a lavorare a turno unico anziché doppio turno avvicendato. Meno pezzi prodotti con meno persone ma che non lavorano al 100% della saturazione e ad essere ancora troppo impattate sono le circa 30 persone con ridotte capacità lavorative, a cui non si riducono mai le ore di Cigs che devono subire e dove non vengono effettuate adeguate rotazioni, nonostante le nostre forti pressioni e gli impegni che vengono presi dall’Impresa». A sottolinearlo in una nota è la Segreteria Fiom di Ancona.

E’ palese – secondo l’organizzazione sindacale – «una forte difficoltà per quanto riguarda i volumi produttivi: la Fiom di Ancona ritiene preoccupante che l’azienda abbia dichiarato, al Mimit, di vedere una leggera crescita del mercato ma un calo delle proprie vendite. Sembra quasi l’ammissione di scelte commerciali sbagliate che rischiano di mettere in discussione la tenuta dell’accordo e che andrebbero riviste e corrette urgentemente. Mancano gli investimenti in nuovi prodotti, tutti proiettati troppo avanti nel tempo ed anche nei processi produttivi: si parla di una fabbrica che sarà completamente digitalizzata, ma i tempi sono sconosciuti. Siamo in presenza di uno stabilimento con l’età media molto elevata, nonostante le uscite con accordi di prepensionamento, e con molti Rcl che non trovano collocazione».

Una prrotesta dei lavoratori Beko (archivio)

Fiom Ancona ritiene che ormai «serve una staffetta generazionale, uno sviluppo di competenze adeguate per rendere credibili le dichiarazioni di Beko. Anche nelle sedi di Fabriano la situazione è molto preoccupante e ad oggi sono 73 le persone che hanno lasciato l’azienda, a fronte di un esubero dichiarato di 207 unità e dove è molto pesante l’utilizzo della Cigs, soprattutto nelle funzioni strategiche che maggiormente sono impattate dalla riduzione di organici voluta dalla multinazionale, a favore di quelle di altri Paesi, in primis la Ricerca e lo Sviluppo (R&D) del lavaggio. Perdita di volumi e svuotamento di competenze: servono investimenti reali, formazione adeguata e ricambio generazionale» conclude la sigla sindacale.

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