Assestamento di bilancio, il comune di Ancona ha iniettato nei conti comunali 1,4 milioni di euro per il servizio di trasporto pubblico. Una variazione che, nel primo pomeriggio di oggi in Consiglio comunale, insieme alla altre per un importo complessivo di 3,8 milioni di euro comprensivo del Piano delle Opere Pubbliche, è passata con i soli voti di maggioranza. «Della somma totale di 1,4 milioni di euro, 300.000 euro sono destinati al Tpl aggiuntivo, 100.000 euro coprono le spese dell’Iva ora a carico dei Comuni mentre un milione di euro sono le code di ristoro per il Covid» ha chiarito il vice sindaco Giovanni Zinni durante l’illustrazione del punto.
«L’1,4 milioni di euro all’interno del Tpl è un intervento pesante e significativo destinato non solo al mantenimento del trasporto pubblico locale per i servizi aggiuntivi ma abbiamo aperto un riflessione importante politica su quella che è la valutazione dell’effetto del contratto di servizio sui servizi minimi urbani. – ha spiegato – Da questo punto di vista iniziano ad esserci delle valutazioni di difficoltà su quello che è la valutazione di questi servizi, della loro remunerazione e il dibattito è stato aperto anche con la Regione Marche perché tocca i servizi di tutte le province. Noi abbiamo immaginato di destinare una somma una tantum per andare a ridefinire gli effetti di questo contratto di servizio rispetto a un quadro economico complessivo che è mutato e che porta delle criticità all’interno del settore. E’ un intervento importante che noi immaginiamo fare per accompagnare l’azienda non solo ad allontanarsi da quelle criticità di esercizio che ha mensilmente ma soprattutto ci deve portare a fronte anche di un impegno gli Atma e di Conerobus a rendere più sostenibile da l’attività economica finanziaria dell’azienda. Questo scambio di prestazioni ci deve portare a essere in grado di affrontare la gara che avverrà nel 2026 e che la nuova legislatura della Regione Marche andrà a indire».
Oggi Zinni è tornato anche sulla mancata consegna al Comune del preconsuntivo da parte di Conerobus che aveva movimentato una delle ultime commissioni consiliari. «Le ipotesi sono 2: l’azienda, ritenendosi una partecipata non controllata, ha ritenuto di non essere obbligata a consegnarlo. – ha ribadito – La seconda ipotesi, quella più verosimile: l’azienda ha una coda di entrate, di ristori, che deve ancora sopraggiungere e sta cercando di guadagnare un po’ di tempo sperando di estendere il bilancio con queste ulteriori entrate possibili, come accaduto ogni anno, perché non ha mai votato il conto consuntivo entro l’estate ma sempre all’inizio dell’autunno. Una cosa che è certa: il 30 luglio ce lo diranno nell’assemblea dei soci e lì scopriremo qual è la condotta di Conerobus. Pertanto non vedo complotti o cose strane. Il dialogo fra l’amministrazione comunale e l’azienda e anche con il consorzio Atma è uno scambio di dialettica quotidiana».
Nell’intervento in aula non sono mancate bordate «all’area politica di centrosinistra che ha avuto nel sindaco Mancinelli il suo esponente autorevole. Quando ci fu la sentenza del Tar nel 2021 sulla qualificazione dell’azienda come società a controllo pubblico, invece di lasciar fare a Conerobus, il Comune si è costituito a giudizio a sostegno delle attese delle stesse tesi di Conerobus, sostenendo che era una società partecipata non controllata. Evidentemente quell’amministrazione non aveva tanta voglia di leggere i preconsuntivi di Conerobus. Noi abbiamo fatto l’esatto opposto alla luce del provvedimento della Corte dei Conti che stabilisce invece che è una società controllata. Abbiamo iniziato una serie di azioni tecniche e politiche di controllo sull’azienda e abbiamo scritto che volevamo il preconsuntivo. Il 30 luglio ci spiegheranno perché non c’è stato consegnato».
Zinni ha inoltre chiarito che la perdita di esercizio è cosa diversa da un andamento economico finanziario critico quotidiano. «Nel sistema di Tpl ci sono squilibri contrattuali. – è tornato a sottolineare – Tema che riguarda la Regione Marche, il governo centrale, e riguarda i rimborsi dei minimi tariffari ma non solo. Il costo del gasolio oggi rispetto a quando si è aderito al contratto di servizio è pesantemente cambiato. Tutto questo è cosa diversa dall’introduzione di altre entrate connesse alla perdita d’esercizio. C’è poi un ulteriore aspetto su cui intervenire. In termini di quantità di corse il sistema non regge. E vero che ci pagano con il rimborso a chilometro sui minimi ma viene pagata di più la quota del rimborso dei minimi che non è una quota totale e il resto lo paghi tu e se l’azienda non sta in piedi, fra gasolio e straordinari, la corsa in più non rappresenta un vantaggio economico dell’aggregato ma diventa qualcosa di negativo. Un tema che purtroppo verrà portato nella revisione dell’offerta delle corse perché bisogna trovare il punto di caduta tra il maggior numero di corse possibili, la velocità commerciale e l’efficienza, la qualità che si offre del servizio al cittadino per il quale non doveva portare sugli autobus gente che lo paga il biglietto».
In sostanza questo 1,4 milione di euro secondo Zinni «deve servire alla valutazione degli squilibri contrattuali e deve servire a una ridefinizione di questi per il passato imminenti. Non può accadere né per una valutazione del 2021 ma non può neanche avvenire per il 2025-26-27» piuttosto «guarda alla data odierna. E quello che è stato lo squilibrio contrattuale diventa meritevole di discussione approfondimento eventualmente di immissione di somme di somme che non sono per la liquidità. Il Comune ha facoltà di anticipare mensilità del contratto di servizio a Conerobus quindi non è questo il tema e soprattutto meno che meno a coprire perdite che non si coprono così perché c’è una procedura e il Comune se ne guarda bene dall’avvicinarsi a questo tema» ha concluso il vice sindaco.
Nel dibattito ampio spazio è stato lasciato proprio a Conerobus. Giacomo Petrelli (Pd) è tornato sulla questione del precconsuntivo negato «senza voler fare il “piccolo magistrato” (citando come l’aveva apostrofato 2 giorni fa proprio Zinni in commissione, ndr), ricordo che questa azienda ha 400 dipendenti, offre servizio pubblico, storico. Dopodomani ci sarà l’approvazione in bilancio e mi chiedo com’è possibile che il Comune di Ancona a 2 giorni dalla seconda convocazione dell’assemblea per l’approvazione del bilancio non abbia nemmeno un documento, un’idea di come chiuderà il bilancio nel 2024 questa società. Per lavorare una strategia per uscire da questa situazione è fondamentale conoscere i numeri, i dati, le situazioni. Ho notato negli scorsi giorni egli nelle scorse settimane ma anche nella commissione dell’altro giorno una certa reticenza su questo che mi dispiace. Si dice su Conerobus che chiuderà in perdita, e potremmo dire che è il segreto di Pucinella. Noi continueremo in maniera precisa e puntuale ad approfondire la questione e valuteremo sia necessario di appellarci alle autorità competenti».
Francesco Rubini (Aic) ha invece evidenziato «che l’azienda non può essere risanata senza operazione di rivisitazione delle politiche della mobilità che stanno aalla base del processo. Penso anche che il compito della politica sia piuttosto cercare di capire perché quel servizio non funziona Per me la ragione principale è perché non si è investito in un sistema di mobilità adeguato, perché se l’autobus diventa l’ultima disperata alternativa di chi proprio non ha altra possibilità, diventa strumento non dico principale ma quanto meno al pari di altri per muoversi. E questo significa più persone, più introiti, maggiori efficienze, maggiori economie di scala».
Jacopo Toccaceli (FdI) ha ricordato che Conerobus «ha una sua personalità giuridica ed è sbagliato buttare cifre a caso, qui o in commissione. Lasciamo lavorare il CdA». Sulla stessa lunghezza d’onda Maria Grazia De Angelis (FdI) ha ribadito che «tutto ciò che possiamo investire su Conerobus è buono» proprio per il ruolo svolto da questa storica azienda del Comune.
Carlo Maria Pesaresi (Ancona Diamoci del Noi) ha parlato di «politica sclerotica per Conerobus. Capisco però che questi 1,4 milioni di euro servano a non far aumentare le tariffe che graverebbero sulla parte di popolazione più disagiata». Si è anche detto convinto che «dalla filiera istituzionale arriverà un aiuto» e che «verosimilmente il bilancio di Conerobus non chiuderà in pareggio». Infine Arnaldo Ippoliti (Ancona Protagonista) si è detto fiducioso che« con le imminenti elezioni regionali, vi sia un intervento importante su questa società partecipata».
(Redazione CA)
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