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Isa, mercoledì della rabbia
L’azienda: “I lavoratori sono con noi”

ANCONA - Sindacati in picchetto davanti allo stabilimento di via Mattei per chiedere il rispetto degli accordi di agosto. Palumbo: "In una lettera firmata, i dipendenti si dissociano dalla protesta". Beldomenico (Fiom): "Un ricatto ai lavoratori"

 

Isa Yacht, i sindacati fanno il picchetto davanti allo stabilimento per chiedere il rispetto degli accordi, l’azienda: «manifestano senza l’appoggio dei lavoratori». Non si placano i toni tra organizzazioni sindacali e Palumbo, la nuova proprietà del cantiere di via Mattei. La Fiom torna a presidiare i cancelli dello stabilimento che produce yacht denunciando il mancato rispetto degli accordi sottoscritti lo scorso agosto. «Continuiamo a chiedere la rotazione della cassa integrazione che non viene applicata, come invece stabilito dal documento della scorsa estate – spiega Tiziano Beldomenico – ed anche chiarezza sulle commesse. Ad oggi in cantiere non ci sono i carichi di lavoro annunciati da Palumbo. Il lavoro che l’azienda dichiara di avere è solo quello usato per le riprese all’interno del cantiere, come se si fosse in un film, lavoro pronto a sparire appena se ne vanno le telecamere».

Giuseppe Palumbo, amministratore unico del gruppo partenopeo, oggi (1 marzo) rispedisce al mittente le accuse ed in una nota precisa: «i dipendenti dell’azienda si sono fatti promotori di una lettera per prendere le distanze dall’ennesima mobilitazione». Nella lettera diffusa dall’azienda si legge: «I firmatari della presente lettera dichiarano di dissociarsi dall’atteggiamento tenuto dalle organizzazioni sindacali e da un ristretto gruppo di dipendenti della Palumbo Ancona Shipyard ISA Srl. Riteniamo tale atteggiamento, di immotivata e strumentale ostilità, dannoso per l’immagine e per la continuità lavorativa della società e finalizzato solo ad ottenere un ingiustificato ed ulteriore aumento della “buonuscita”, già di considerevole entità, offerta dalla società all’esito delle trattative intercorse. Tanto più che tale “buonuscita” è stata accordata sulla base delle istanze sindacali e non risulta prevista in sede di accordo firmato dalle parti nel mese di luglio 2016. Il documento è stato firmato e condiviso da tutti i 50 dipendenti riassorbiti dalla cassa integrazione e che stanno attualmente lavorando stabilmente in azienda».

Ribatte Beldomenico (Fiom): «È chiaro che si tratta di un ricatto verso tutti coloro che lavorano. Una figura meschina da parte di un’azienda che non dimostra alcuna apertura al confronto e che ha rifiutato di sedersi allo stesso tavolo dei sindacati in Regione. Mercoledì prossimo saremo di nuovo di fronte ai cancelli. Vogliamo risposte ed il rispetto degli accordi».

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