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Pensioni, 70% sotto soglia della povertà
Ad Ancona gli assegni più bassi

I dati Inps sugli ultimi 6 anni elaborati da Ires Cgil descrivono importi con una media molto al di sotto (-212 euro) di quella nazionale. In provincia la pensione media più bassa della regione per i lavoratori dipendenit: 872 euro

 

Pensioni nelle Marche, maglia nera rispetto alla media nazionale. In base ai dati Inps elaborati dall’Ires Cgil negli ultimi 6 anni, il numero di quelle erogate è diminuito del 3,4%, pari a circa 20 mila prestazioni, di cui 9mila da lavoro dipendente, con un calo superiore allo standard nazionale. L’importo medio è di 720 euro con valori che variano dai 925 euro delle pensioni di vecchiaia ai 406 euro delle pensioni e assegni sociali. In ogni caso importi di gran lunga inferiori a quelli nazionali: -212 euro lordi medi mensili. Particolarmente significativa la differenza negli importi delle pensioni di vecchiaia dei lavoratori dipendenti: -299 euro mensili rispetto ai valori medi nazionali. Sono 387mila le prestazioni pensionistiche, (circa il 69% del totale) inferiori a 750 euro al mese (valori peggiori rispetto alla media nazionale). Ovvero: 7 pensionati su 10 percepiscono una pensione che non consente loro di superare la soglia della povertà. Una condizione nella quale si rilevano notevoli differenze di genere: mentre per gli uomini le pensioni fino a 750 euro sono il 49% del totale (45% a livello nazionale), per le donne tale percentuale sale all’83% (77% in Italia). Macerata, più ricca nella guerra fra poveri. In provincia la media è di 955 euro, seguita da Pesaro-Urbino (974 euro), Ascoli (951), Ancona (886), Fermo (873). Il primato di provincia con la pensione media più bassa è invece di Ancona per i lavoratori dipendenti, con appena 872 euro a testa per pensionato.

Diminuiscono in particolare le pensioni di anzianità (-1,7% pari a 5 mila prestazioni in meno), per effetto delle riforme che si sono succedute e che hanno innalzato i requisiti anagrafici e contributivi per accedere al meritato riposo, e in controtendenza al dato nazionale, diminuiscono anche le pensioni di invalidità, quelle di reversibilità e gli assegni sociali, mentre aumentano notevolmente le invalidità civili. Nello stesso periodo, si è notevolmente innalzata l’età media dei pensionati. Quelli con meno di 65 anni sono passati dal 16,8% al 10,5% del totale, mentre gli ultraottantenni salgono dal 29,1% al 37,8%. “Emerge la condizione di difficoltà di migliaia di pensionati marchigiani che dopo una vita di lavoro, sono costretti a fare i conti con pensioni troppo basse – commenta la segretaria regionale della Cgil Daniela Barbaresi – e come le riforme che si sono succedute negli anni abbiano pesantemente penalizzato tanti lavoratori nell’accesso alla pensione”. Molte le questioni da affrontare nelle trattative con il governo “come – continua Barbaresi – il numero di anni continuativi nelle attività gravose per accedere all’Ape social (pensione anticipata) – spiega Barbaresi – che rischia di escludere i lavoratori di interi settori come l’edilizia, così  come i lavoratori disoccupati per scadenza del contratto a termine

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