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Maxi operazione dei Forestali
contro la caccia illegale:
13 indagati tra ristoratori e cacciatori

JESI – I militari hanno trovato 1.400 capi di selvaggina tutelati dalla legge in un ristorante dello jesino (Video)
L'operazione dei Carabinieri Forestali per la repressione della caccia illegale

 

Maxi operazione contro la caccia illegale da parte dei carabinieri forestali, 13 indagati, nei guai un ristorante dello jesino, ritirati 30 fucili, sequestrate munizioni per oltre 35 mila colpi e 1.400 capi di selvaggina tutelata dalla legge. Nei giorni scorsi, i carabinieri forestali hanno scoperto in un ristorante dei colli Jesini oltre 1.200 uccelli, tra cui tordi, merli, beccacce, beccaccini, frullini, allodole, tutte specie la cui commercializzazione è espressamente vietata dalla legge sulla caccia. Le attività investigative sono poi proseguite con una seconda serie di perquisizioni a carico di numerosi cacciatori che risultavano aver ceduto illegalmente la selvaggina per fini commerciali al ristorante. Nelle abitazioni di tre dei nove cacciatori indagati, sono state rinvenute e sequestrate complessivamente oltre 22.400 munizioni abusivamente detenute, insieme ad altre 182 carcasse congelate di uccelli che non risultavano regolarmente registrati nei tesserini venatori. Altre 13mila munizioni, insieme a polvere da sparo, piombo, bilancini ed altra strumentazione per l’autoproduzione di cartucce sono state rinvenute incustodite in un’abitazione rurale nel territorio del comune di Jesi, di facile accesso a chiunque, dove alcuni dei cacciatori indagati erano soliti custodire i cani da caccia. Sono state ritirate cautelativamente anche 30 armi da fuoco e le licenze di porto d’armi a due dei tre cacciatori sorpresi con gli ingenti quantitativi di munizioni.

I controlli nel ristorante

Tutti gli indagati rischiano le pene previste per i reati di acquisto, detenzione ai fini commerciali di selvaggina il cui commercio è vietato dalla legge sulla caccia, che comportano l’arresto fino a sei mesi o l’ammenda. Tre dei cacciatori, sorpresi con un numero di munizioni di molto superiore a quello consentito dalla normativa, rischiano le pene previste per detenzione abusiva di munizioni e polvere da sparo e omessa custodia di munizioni e materiali esplodenti, che prevedono arresto fino ad un anno. I titolari dell’esercizio di ristorazione, i quali non sono stati in grado di provare la tracciabilità di tutta la selvaggina rinvenuta, rischiano anche le sanzioni per la mancata tracciabilità degli alimenti somministrati, e la denuncia per commercio di specie tutelate dalla convenzione di Washington CITES, senza la prescritta documentazione. Le attività investigative dirette dal sostituto procuratore della Repubblica di Ancona Rosario Lioniello sono state condotte dai Carabinieri Forestali del Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale Agroalimentare e Forestale di Ancona, del Nucleo Carabinieri CITES di Ancona e dei Comandi carabinieri forestali della Provincia di Ancona.

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