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Ancona brucia 101 milioni nel gioco,
il Comune mette al bando slot e videopoker

ANCONA – Lunedì al voto del Consiglio comunale arriva il regolamento comunale contro il gioco d'azzardo patologico, in arrivo divieti di apertura e autorizzazioni per sale scommesse e videolottery, multe fino a 6mila euro per ogni apparecchio fuorilegge e la possibilità di ritirare la licenza ai gestori. Possibili sconti alla Tari per i negozi "no slot"

 

Una cifra astronomica di 101 milioni di euro, spesi per “gioco” in un solo anno. Come se ogni famiglia destinasse un’intera mensilità dello stipendio nelle scommesse e in videopoker. Un primato per la città di Ancona in tutta la regione Marche che ora il Comune cerca di arginare. Al voto del Consiglio comunale di lunedì arriverà il regolamento comunale contro il gioco d’azzardo patologico. Nuovi divieti per i gestori delle macchine e delle sale scommesse, che rischiano il ritiro della licenza e multe da un minimo di 200 euro fino a un massimo di 6mila euro per ogni apparecchio non in regola. Dopo diversi rinvii, necessari anche per ascoltare i rappresentanti delle imprese di gioco legale che hanno protestato contro le decisioni della giunta Mancinelli, la delibera arriva finalmente in Consiglio. Saranno i capigruppo, convocati lunedì pomeriggio, a decidere se mettere in votazione subito o posticipare di nuovo il regolamento, con il rischio che l’atto vada a finire agli sgoccioli della sindacatura. Cosa prevede l’atto di giunta? Il regolamento comunale mette in atto la legge regionale 3 del febbraio 2017, che indica il divieto di aperture di punti gioco entro 500 metri da luoghi sensibili, come istituti universitari, scuole di ogni ordine e grado, istituti di credito e sportelli bancomat, uffici postali, da esercizi di acquisto e vendita di oggetti preziosi ed oro usati. Il Comune ha aggiunto alla lista anche nidi e scuole dell’infanzia, caserme, chiese e luoghi di culto, impianti sportivi, strutture di tipo sanitario o sociosanitario, strutture ricettive per categorie protette, luoghi di aggregazione giovanile, centri sociali per anziani, parchi gioco, sedi operative di associazioni di volontariato, oratori, ospedali e luoghi di cura. Inoltre, il Comune impone il rispetto degli orari: le macchine vanno spente dalle 24 alle 10, dalle 12.30 alle 16.30 e dalle 19 alle 21. Le regole si applicano a videopoker, slot machine, videolottery, sia per le singole macchine, sia per le sale, ma anche locali di scommesse sportive e lotterie istantanee online, gratta e vinci, 10 e lotto e simili, venduti direttamente dai negozianti o acquistabili attraverso distributori automatici. Si salvano solo i bingo, espressamente esclusi dalle norme. Le aperture di attività, l’ampliamento di locali o il trasferimento degli apparecchi dovranno essere autorizzate da Comune e Questura. Tra le ipotesi proposte dalla giunta per incentivare i negozianti che evitano di installare slot e videopoker, ci sono anche le “agevolazioni in materia di tributi locali, in particolare della tassa sui rifiuti, a favore degli esercizi che non hanno apparecchi e congegni per il gioco e che espongono il logo no slot” come si legge nel regolamento. Le regole, se applicate strettamente, promettono di dare un duro colpo al business del gioco legale, che rischia di degenerare nella dipendenza. I dati diffusi dalla Agenzia delle dogane e monopoli (Aams), elaborati dal settimanale Espresso a livello nazionale, raccontano cifre spaventose. Nella sola città di Ancona, nel 2016 sono stati bruciati 101 milioni di euro in scommesse legali, con una media di 1.011 euro di giocate pro capite. In città sono stati censiti 663 apparecchi, 6,6 a testa, con una percentuale di giocate in crescita dell’8,7% rispetto al 2015. Nessuna città in tutta la regione ha speso di più, anche se nella provincia di Ancona, Senigallia e Loreto strappano il primato delle giocate mediamente più alte. A Senigallia, si spende una media di 1.258 euro a testa per il gioco d’azzardo, con 56 milioni di euro scommessi nel 2016 e ben 7 apparecchi per ogni cittadino. A Loreto, la spesa pro capite si avvicina a queste vette: sono state registrate 1.100 euro di scommesse nel 2016 in media per ogni residente.

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