Psico setta macrobiotica, tra le contestazioni a Mario Pianesi anche il fatto di aver richiesto prestazioni sessuali per ottenere “la sua energia positiva”. Quattro gli indagati nell’indagine delle procure di Forlì e Ancona, oltre a Pianesi, la moglie Loredana Volpi, e due membri (ma entrambi ieri hanno lasciato) de Un Punto macrobiotico. A tutti viene contestata l’associazione per delinquere volta a compiere una serie indeterminata di reati contro la persona e la libertà individuale (minacce, maltrattamenti, esercizio abusivo della professione, riduzione in schiavitù) a loro volta strumentali per commettere illeciti di tipo fiscale. A Pianesi e Volpi vengono contestate una serie di reati volti alla riduzione in schiavitù.
Pianesi, dice l’accusa, si avvaleva del suo carisma e notorietà alimentata «da asseriti studi scientifici, presenza mediatica, iniziative filantropiche», vicinanza a personaggi di livello mondiale, convegni e lauree honoris causa avvicinavano o facevano avvicinare persone che si approcciavano alla sua filosofia individuate tra le più vulnerabili e problematiche o in difficoltà, o di carattere debole che venivano inserite all’interno della struttura, «plasmate sul piano psicologico in modo da condizionare in modo continuativo la vita personale, sessuale, la scelta del partner, le preferenze alimentari, la libertà di movimento e di residenza, la libertà economica, e in definitiva limitarne fortemente l’autodeterminazione». I Punti e centri macrobiotici venivano usati per attirare e reclutare adepti sui quali poi cominciava il condizionamento. Inoltre, la procura parla di un inserimento graduale di Pianesi nelle dinamiche familiari degli adepti, «finalizzato a screditare gli uomini in quanto non sufficientemente aderenti al credo e nel prospettarsi, avvalendosi del suo carisma, come supporto e punto di riferimento delle donne e nel richiedere “massaggi” a domicilio e prestazioni sessuali affinché potessero acquisire la sua energia positiva». Poi ci sono una serie di cose che avvicinavano più o meno al maestro. Le cose inopportune erano: andare a ballare, ascoltare musica, usare internet, usare smartphone, ridere troppo o a voce troppo alta, usare vestititi di colore viola, verde o rosa. Per le donne indossare gonne corte, stivali o tacchi alti, tingersi i capelli, truccarsi, lavarsi nel periodo mestruale. Per gli uomini tenere barba, baffi, capelli lunghi. Poi andare in palestra. Imprescindibili invece i versamenti di denaro all’associazione o al maestro. Infine a Pianesi, Volpi e a Giovanni Bargnesi, formale titolare dell’associazione e componente della segreteria, viene contestata l’evasione dell’Ires per il 2013 (90mila euro) e di 78mila euro per il 2015.
(Gian. Gin)
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