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Danni del sisma,
Villa Beer e San Domenico senza fondi
Sperano gli sfollati di Vallemiano

ANCONA – La sede di Italia Nostra resterà chiusa a tempo indeterminato, dichiarata inagibile dopo la scossa del 30 ottobre 2016. Ci sono invece 1,8 milioni per i palazzi danneggiati dal terremoto di via Vallemiano, che ha fatto perdere la casa a circa 28 famiglie

Villa Beer con i sigilli posti dal Comune nel 2016

di Giampaolo Milzi

Un vortice benefico di centinaia di migliaia di euro per spazzar via i danni sismici, che però ad Ancona non ha lambito Villa Beer alle Grazie, la Chiesa di San Domenico in piazza del Papa e l’abitazione utilizzata dal medico condotto al Poggio.
Porte aperte invece per 1 milione e 800mila euro per le palazzine a Valle Miano e per i 600mila euro destinati alla Mole Vanvitelliana (i due progetti esecutivi di ristrutturazione andranno presentati entro il prossimo ottobre).
Questo il bilancio provvisorio delle richieste presentate dal Comune alla Regione Marche e girate al Governo nazionale per accedere ai fondi straordinari stanziati a Roma con precedenza per gli edifici di culto e di pregio monumentale.

Villa Beer

Un po’ di preoccupazione, ma anche fiducia, alla Direzione municipale Lavori pubblici e Riqualificazione urbana guidata dall’ing. Ermanno Frontaloni, in particolare per le sorti dell’elegante complesso di Villa Beer, chiuso dopo i sopralluoghi compiuti per accertare le lesioni arrecate dal terremoto che ha martoriato anche le Marche in particolare nella seconda metà del 2016. Fatale la scossa del 30 ottobre di due anni fa, che ha determinato l’inagibilità dell’edificio ottocentesco, nonostante fosse stato ristrutturato ad arte nel 2008 grazie ad oltre 1 milione di euro e a finanziamenti provenienti dalla Cariverona. Molto allarmato Maurizio Sebastiani, presidente della sezione Ancona di Italia Nostra, che dal 2012 ha spostato la sua sede principale proprio a Villa Beer allestendo una biblioteca aperta al pubblico forte di un migliaio di libri e materiale d’archivio dell’associazione e di circa 6mila volumi frutto di una donazione privata dell’Amministrazione comunale (parte di questi provenienti dalla dotazione della Circoscrizione). Un allarme giustificato, visto che per la Villa gli uffici di Palazzo degli Anziani della Direzione Lavori pubblici avevano chiesto mezzo milione di euro. Dell’entità della somma si è venuto a sapere solo qualche giorno fa, risorse economiche mancanti così elevate perché elevata è la mole dei lavori da compiere per risanare le ferite apportate dagli eventi tellurici: a cominciare dal forte aggravamento dei lievi acciacchi che già caratterizzavano le fondazioni di Villa Beer, soprattutto quelle di due ali del complesso, di cui una caratterizzata da una galleria sotterranea che porta all’uscita d’emergenza; e poi lesioni alle mura divisorie interne e a quelle esterne, ai cornicioni, ai calcinacci, alla parte sopraelevata rispetto al piano terra.
Preoccupazione, ma anche fiducia, va ribadito, ai Lavori pubblici diretti da Frontaloni. Villa Beer era stata inserita all’ultimo posto della lista di 5 immobili presentata in prima battuta dal Comune per accedere ai fondi statali legati all’emergenza sisma. Ora, come ha spiegato l’architetto Viviana Caravaggi, la funzionaria collaboratrice dell’ing. Frontaloni che si occupa della questione, siamo al secondo “step” della procedura per ottenere i finanziamenti. La lista resta la stessa presentata a suo tempo all’Ufficio speciale per la ricostruzione della Regione Marche, ridotta però a 3 obiettivi: Villa Beer, Chiesa di San Domenico e alloggio del medico del Poggio.

La chiesa di San Domenico

Occhi puntati sul commissario straordinario nazionale per la ricostruzione post sisma Paola De Micheli, la quale si sta attivando assieme al Governo (nonostante le funzioni ridotte dell’esecutivo Gentiloni dopo le elezioni parlamentari) per valutare come ripartire tra gli enti Regione italiani la “tranche bis” di fondi. Alla luce delle decisioni adottate nella capitale, la Regione Marche potrà dare il via libera a un nuovo stanziamento anche per Ancona e quindi per Villa Beer e, si spera (nella peggiore delle ipotesi), almeno per la Chiesa di San Domenico.
Per quanto riguarda Villa Beer, per ora, e non si sa fino a quando, resta frequentabile solo il bel parco che la circonda, recentemente oggetto di manutenzione da parte dell’Amministrazione comunale per eliminare i danni a piantumazioni e arredi provocati da vandali e balordi.
Italia Nostra – che prima della scossa del 30 ottobre stava trasferendo uffici e dotazioni nei locali più ampi al piano terra dell’edificio donato nel 1972 dalla famiglia Beer al Comune – è attualmente invece impegnata nel completamento dell’evacuazione dei volumi della biblioteca. Trasferite anche le sedi delle altre associazioni che erano attive nel complesso edilizio (grazie ad una convenzione con il Comune), tra cui quella dei parenti dei pazienti oncologici, mentre la ludoteca per bambini e ragazzi “La Nuvola” (gestita dall’ass. educativa Laboratorio Tecnico) e stata accorpata col centro di aggregazione “Trovamici” in via Torresi.

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Chiusa Villa Beer, è inagibile

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