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Centinaia di assunzioni irregolari
nella sanità marchigiana:
denunciati 53 dirigenti della Regione

INDAGINE DELLA FINANZA, 776 persone si sono viste trasformare un contratto Cococo o di lavoro socialmente utile in uno a tempo indeterminato, il tutto senza aver fatto concorsi. La spesa regionale per pagare questi stipendi è stata di 121 milioni di euro. Il tutto nasce da una inchiesta che coinvolgeva un avvocato di Ancona che come dirigente chiedeva rimborsi per aver preso parte a udienze al tribunale di Macerata che però non si erano mai tenute. L'Asur: «A disposizione per qualsiasi chiarimento, attiveremo verifica amministrativa»

 

Il colonnello Amedeo Gravina comandante provinciale della Finanza

 

di Gianluca Ginella

(Foto di Fabio Falcioni)

Centinaia di lavoratori assunti a tempo indeterminato nell’ambito della sanità regionale, senza nessun concorso. Denunciati 53 dirigenti della Regione, devono rispondere di abuso di ufficio. L’indagine è della Guardia di finanza di Macerata. Accertata una spesa per la Regione di 121 milioni di euro che sono gli stipendi corrisposti a 776 dipendenti assunti indebitamente. L’accusa è di abuso d’ufficio. Nei guai anche 11 dei dipendenti assunti per falso e per uno di loro anche truffa ai danni dello stato. “Easy job”, lavoro facile. Si chiama così l’indagine della Guardia di finanza di Macerata (ha operato il Nucleo di polizia economico finanziaria, diretto dal colonnello Andrea Magliozzi), che coinvolge 53 dirigenti regionali.

 

Il colonnello Andrea Magliozzi (a sinistra) con il tenente Donato Nigro

Tutto nasce da un’altra indagine, in quel caso per richieste indebite di rimborso spese presentati da dipendenti regionali. In particolare la Guardia di finanza di Macerata ha controllato la posizione di un avvocato di Ancona che chiedeva rimborsi per aver partecipato ad udienze al tribunale di Macerata che però non c’erano. «E abbiamo visto che il dipendente era stato oggetto di stabilizzazione, da un contratto cococo a dirigente superiore. Questa scoperta ci ha lasciato perplessi – dice il colonnello Magliozzi –. Abbiamo poi verificato la mancanza di presupposti per la stabilizzazione». Da lì sono partite le indagini a livello regionale sulla posizione di tantissimi dipendenti assunti nell’arco di sei anni: dal 2008 al 2014. In quegli anni, in base a quanto accertato dalla Finanza, la Regione non aveva presentato i piani di pianificazione triennali (cosa che ha fatto dal 2014 in poi), dove viene stabilito il fabbisogno di personale nel triennio. Anche i piani annuali mancavano o venivano redatti a posteriori, dopo che i posti erano già stati assegnati. Le indagini portano i finanzieri a scoprire come in abito della sanità nel corso di quegli anni fossero stati fatti contratti a tempo indeterminato a persone che avevano dei Cococo o contratti per lavoro socialmente utile (Lsu). Il tutto senza che vi fosse un concorso, come invece era previsto. Una legge per la stabilizzazione in questo senso c’è, ma prevede assunzione a tempo determinato ed esclude in maniera assoluta i contratti Lsu.

Ma per quel tipo di stabilizzazione occorre aver lavorato per tre anni all’interno degli enti e poi partecipare ad un concorso. In alcuni casi il personale assunto non aveva nemmeno i requisiti, addirittura aveva presentato autocertificazioni dichiarando il falso (undici persone sono indagate appunto per falso e una di queste anche per truffa allo Stato). Il reato contestato dalla Finanza a 53 dirigenti regionali è l’abuso d’ufficio. In particolare, spiega la Finanza, i dirigenti denunciati hanno, prima di tutto, eluso la normativa di settore, omettendo di predisporre i previsti “Piani triennali del fabbisogno del personale”, documento fondamentale per consentire alla Regione di preventivare le necessità di personale da assumere. In questo modo, determinando la mancata verifica preventiva delle effettive esigenze di assunzioni, ha consentito la “stabilizzazione” indebita di 776 dipendenti. Con le assunzioni avvenute in modo indebito la Regione ha speso 121 milioni di euro, che sarebbero gli stipendi versati ai dipendenti. Chi ha ottenuto il lavoro lavora esclusivamente nel campo della sanità e si parla di personale amministrativo, in via principale, e in parte di infermieri. Le indagini dei finanzieri sono durate 18 mesi e si sono dipanate attraverso esami di documenti e di testimoni. In molti casi, inoltre, non sono state attivate le necessarie procedure di concorso pubblico, in altri ancora sono stati fatti bandi fotografia. Quando serviva assumere una determinata persona si calibravano i requisiti richiesti nel bando esattamente su quelli della persona cui si voleva assegnare il lavoro. A volte il bando veniva pubblicato il giorno dopo che il dipendente aveva maturato quei requisiti. Oltre alle indagini penali, i finanzieri hanno segnalato tutto anche alla procura della Corte dei conti di Ancona per valutare se vi sia stato un danno all’erario.

Il direttore generale dell’Asur, Alessandro Marini, in merito all’indagine chiarisce che c’è massima disponibilità dell’amministrazione per qualsiasi chiarimento e che attiverà una verifica amministrativa. La direzione spiega di aver appreso dell’indagine dalle notizie apparse in mattinata. Il direttore generale, Alessandro Marini, dice che: «Dalle prime informazioni sembra che l’indagine riguardi fatti risalenti a circa 10 anni fa ed attenga al controllo della regolarità delle assunzioni di alcune centinaia di unità di personale. Al riguardo i percorsi di stabilizzazione disciplinati da normativa nazionale richiedevano specifici requisiti ed il rispetto di apposita procedura. In riferimento alle indagini in corso, l’amministrazione si dichiara sin da ora a disposizione per qualsiasi chiarimento necessario all’autorità inquirente e, non appena a conoscenza dei fatti specifici oggetto di indagine, avrà cura di attivare una autonoma verifica amministrativa».

(Servizio aggiornato alle 12,05)

 

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