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Dalla Puglia al Passetto per
la pesca illegale dei ricci,
le Fiamme gialle multano i sub

ANCONA – Quattro di Bisceglie pizzicati dalla Guardia di finanza. I militari hanno gettato in mare il carico ed emesso multe salate per i pescatori di frodo

Dalla Puglia per “razziare” i fondali del Passetto dai suoi ricci, un frutto di mare ricercato e diventato una rarità proprio per la sua pesca indiscriminata e che perciò può raggiungere anche le cifre di un euro a pezzo. Peccato che la trasferta dei quattro sub sia incappata nei controlli della Guardia di finanza, che hanno atteso i pescatori di frodo in via Panoramica, all’ingresso del sentiero della “grotta azzurra” che conduce al litorale del monte Cardeto. Nei guai sono finiti tre uomini e una donna, tutti di Bisceglie, fermati nella serata di venerdì 25 maggio con un carico di mille ricci di mare pescati illegalmente nelle acque del Passetto. L’intervento delle Fiamme gialle, eseguito in stretto coordinamento tra il Reparto Operativo Aeronavale ed il Gruppo di Ancona della Guardia di Finanza, ha visto l’impiego di una vedetta in mare e di una pattuglia di pronto intervento del 117. Condotti nella caserma della Stazione Navale della Guardia di Finanza, veniva appurato che i quattro, tre uomini ed una donna, risultavano essere giunti in trasferta da Bisceglie, dove il riccio di mare è una prelibatezza diventata rara. La pesca del “Paracentrotus lividus” è infatti vietata in tutta Italia nei mesi di maggio e giugno per consentirne la riproduzione. Inoltre la pesca sportiva può effettuarsi solo in apnea (mentre i quattro avevano una bombola di ossigeno) e con un limite di 50 pezzi ed è severamente vietata la vendita e commercializzazione dei prodotti provenienti da tale attività in quanto privi di idonea documentazione sulla tracciabilità del prodotto e quindi potenzialmente pericolosi per la salute pubblica. I finanzieri hanno perciò sequestrato il pescato e la bombola, oltre a sanzionare i sub con una multa da 4.000 euro. I ricci, ancora vivi, sono stati rigettati rapidamente in mare, per evitare altri danni all’ecosistema marino.

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