La fine di un’epoca. Non un semplice bar-ristorante, ma un punto di riferimento per la zona della Baraccola e per l’intera città. Quando aprì, nel 1968, nell’area c’era poco o niente, ma il Bar Gino diventò nel giro di poco tempo un simbolo e un punto d’incontro per i lavoratori delle aziende che nel frattempo erano spuntate attorno, e non solo. A 50 anni di distanza, la gestione cambierà, ed i nuovi proprietari hanno promesso di mantenere nome e stile. A metà novembre è prevista la riapertura, ma intanto dalle 17 ci sarà l’aperitivo per salutare degnamente quella che molti anconetani hanno considerato una seconda casa.
Il pienone registrato a pranzo è forse la cifra che meglio racconta l’affetto della città verso il bar ristorante, costruito da Gino Pierelli, e lasciato in gestione ai suoi quattro figli, Maurizio, Roberto, Paola e Orietta. Un’attività di famiglia, che da oggi passerà ai nuovi proprietari, una coppia di clienti abituali che si sono fatti avanti per rilevare l’attività. Ieri c’è stato un sopralluogo degli ingegneri e dei geometri che porteranno avanti i lavori di ristrutturazione e, se va tutto secondo i piani, Bar Gino riaprirà i battenti a metà novembre con qualche novità. Innanzitutto, ripartirà il self service, a cui sarà affiancata una zona ristorante, e sono previste anche aperture serali il venerdì ed il sabato, con tanto di serate dello stoccafisso e di altri piatti tipici anconetani.
L’abbraccio della città si è concretizzato in quattro targhe, consegnate dai clienti abituali durante il turno del pranzo, ai fratelli Pierelli per la professionalità e l’amore dimostrato in tutti questi anni di gestione. E dalle 17 avrà inizio l’aperitivo di saluto.
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