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Jesi accede all’Anagrafe nazionale
della popolazione residente

SERVIZI - La città regia, ma anche Chiaravalle e Poggio San Marcello, sono tra i primi Comuni italiani ad entrare nella banca dati unica che semplifica il servizio sia per la pubblica amministrazione che per il cittadino

Sei un residente di Jesi che si trova a Milano o Firenze o in molte altra città italiane ed hai bisogno urgentemente di uno stato di famiglia o di residenza? Nessun problema, sarà sufficiente recarsi all’anagrafe di quel Comune e farsi rilasciare in quattro e quattr’otto il relativo certificato. Jesi, prima città della provincia (a cui si sono unite poi anche Chiaravalle e Poggio San Marcello), è infatti entrata ufficialmente nell’Anagrafe nazionale della popolazione residente, una sorta di banca dati unica che semplifica notevolmente il servizio sia per la pubblica amministrazione che per il cittadino. “Ad oggi sono circa 1500 i Comuni italiani che hanno accesso alla banca dati, a partire ovviamente da quelli di maggiore dimensione. – fa sapere una nota stampa del Comune di Jesi – Presto sarà questa l’unica fonte dove confluiranno tutte le anagrafi, consentendo ai Comuni di svolgere i servizi, di consultare o estrarre dati, monitorare attività, effettuare statistiche, diventando l’unico punto di riferimento per l’intera pubblica amministrazione e per tutti coloro che sono legalmente interessati a tali dati, in particolare i gestori di pubblici servizi”. Di conseguenza, anche un cittadino residente in un Comune che ha aderito all’Anagrafe Nazionale potrà beneficiare del medesimo servizio rivolgendosi ai Servizi demografici di Jesi.

“Ad oggi – spiegano dall’Anagrafe Nazionale – le nostre identità sono disperse in ottomila anagrafi comunali. Dobbiamo portarle in una sola anagrafe, guadagnando in efficienza e risparmiando soldi ed energia, perché il cittadino non debba più preoccuparsi di comunicare a ogni ufficio della pubblica amministrazione i suoi dati anagrafici o il cambio di residenza, per semplificare le procedure di variazione e uniformarle a livello nazionale, perché sia possibile ottenere certificati senza più bisogno di recarsi allo sportello. Un passo essenziale nell’agenda digitale per rendere possibili successive innovazioni, poiché avere un database a livello nazionale permetterà di superare il modello dell’autocertificazione accorciando ed automatizzando tutte le procedure relative ai dati anagrafici”.

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