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La presidente degli avvocati:
«Pericolo per la deriva illiberale
del sistema giustizia»

ANCONA - Serenella Bachiocco lancia l'allarme in occasione dell'apertura dell'anno giudiziario della Corte d'Appello. Riflettori accessi anche sugli effetti della crisi sulla professione, messi in evidenza dalla richiesta di cancellazioni dall'Ordine di avvocati ed avvocate che si dedicano a lavori diversi

La presidente dell’ordine degli avvocati di Ancona, Serenella Bachiocco

 

«A nome dell’avvocatura marchigiana esprimo profonda preoccupazione per quanto sta avvenendo nel sistema giustizia, per il rischio che, dagli interventi in materia di giurisdizione conseguenti alle riforme già attuate e a quelle in itinere, possa conseguire una trasformazione in senso illiberale del sistema delle tutele». Così Serenella Bachiocco, presidente dell’Ordine degli Avvocati di Ancona ha introdotto il suo intervento in rappresentanza degli Ordini degli Avvocati delle Marche alla presentazione dell’Anno Giudiziario della Corte di Appello distrettuale. Gli avvocati intendono rimarcare la necessità che le libertà individuali e i diritti fondamentali vengano preservati e conservati, tornando a chiedere, quindi, che siano valutati i profili di incostituzionalità della norma che ha inteso modificare il regime della prescrizione dei reati sotto il profilo della presunzione di non colpevolezza, della violazione del diritto alla difesa, della durata limitata e ragionevole del processo, della funzione rieducativa della pena. «Un processo senza fine, in cui si è considerati colpevoli a prescindere, in cui il diritto alla difesa protratto nel tempo si vanifica, in cui la funzione rieducativa non viene rispettata, non è un processo degno di un paese civile – ha detto −. Anche nel campo penale chiediamo che venga rivista la norma nel quadro di una più articolata e complessiva riforma del processo penale e del sistema punitivo, preoccupati però che questa riforma avvenga in un contesto socio-politico in cui vengono sempre più enfatizzati i profili spettacolari ed esemplari della risposta giudiziaria penale, le norme che vengono appellate con termini significativi “anti-immigrazione” “spazza-corrotti”, ne sono un esempio eloquente».

In campo nazionale, il Consiglio Nazionale Forense, l’Organismo Congressuale forense e le associazioni di categoria chiedono che non si indebolisca il confronto, ma che si alimenti, conscia che le battaglie per la legalità debbano essere fatte sul campo del contraddittorio di tutte le parti del sistema giustizia, ribadendo che discutere, proporre, ascoltare, rivedere le proprie idee e convinzioni e cercare di trovare una soluzione soddisfacente per tutti, sia la strada da percorrere. Anche per questo ha sottolineato la presidente Bachiocco «l’organismo congressuale forense ha avanzato la richiesta di un congresso straordinario». I riflettori dovranno in questa sede evidenziare che nonostante il tempo trascorso, l’avvocatura risente ancora degli effetti nefasti della crisi economica e di una serie di provvedimenti che burocratizzano e rendono più difficile la professione e mi costa sempre sofferenza leggere delle numerose sospensioni provenienti da altri ordini e provvedere, assieme ai consiglieri, alle richieste di cancellazioni che provengono dai nostri iscritti, che convertono la propria professionalità verso lavori diversi e a titolo non autonomo. Nel corso dell’anno 2018 vi sono state 47 richieste di cancellazioni a domanda delle avvocate e avvocati, che hanno comportato una riduzione di iscritti, che seppur minima è significativa della succitata sofferenza. L’attività dell’Ordine distrettuale di Ancona ha affrontato nel corso dell’anno 2018 i grandi numeri delle domande di patrocinio a spese dello Stato all’incirca 4mila di cui almeno l’80% sono relative al settore della protezione internazionale.

Con il lavoro costante, l’Ordine ha continuato a sostenere l’ importante realtà della Camera di conciliazione forense di Ancona presso cui nel corso del 2018 sono state depositate 356 domande di mediazione, 428 aperte e discusse, e 55 hanno avuto esito positivo e quest’ultimo dato è veramente importante poiché vi è quasi un raddoppio rispetto all’anno 2017 dei procedimenti conclusi positivamente segno evidente della volontà di attuare la giurisdizione forense, l’organismo di sovraindebitamento le cui domande sono in costante crescita.

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