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Ancona Sotterranea,
500 visitatori nel 2018
Proseguono gli studi sulle acque

NELL'ANNO APPENA TRASCORSO l'associazione ha portato i cittadini alla scoperta dei cunicoli della città, facendo scoprire scenari nascosti. In attesa di nuove visite, continuano le attività di ricerca sulle acque del sottosuolo e sulla loro origine

Le cisterne sotto piazza Stamira

 

Non solo visite guidate. L’Associazione Ancona Sotterranea, che ha ottenuto l’incarico dal Comune di rendere fruibili i cunicoli sotterranei cittadini, sta svolgendo anche un’opera di valorizzazione e ricerca scientifica dalla quale sono emerse importanti novità.  Sul versante delle aperture a fini turistici, circa 500 persone hanno potuto visitare nel 2018 gli spazi ipogei, ossia quelli della cisterna sotto piazza Stamira (che comprende anche l’antica cisterna dietro le 13 cannelle) e quelli, aperti più di recente. Sotto il viale della Vittoria.  Il 2018 è stato proficuo dal punto di vista esplorativo e scientifico. L’Associazione è finalmente riuscita ad effettuare tutta una serie di studi sulle acque sotterranee che percorrono il sottosuolo cittadino effettuando analisi chimiche, colorazioni con traccianti colorati e misure di portata. Studi e ricerche relative al percorso delle acque che, provenienti probabilmente dal Monte Conero, compiono nel sottosuolo della città dorica confermano quello che da tempo gli speleologi dell’associazione avevano ipotizzato, ossia che le acque che percorrono i cunicoli sotterranei del viale della Vittoria, di cui se ne perde traccia proprio nel sotterrano sotto via Trento, denominata la Chioccia, sono le stesse che alimentano le cisterne di piazza Stamira. La Chioccia, il cui nome deriva da una antica leggenda legata ai cunicoli del Monte Conero, cela ancora il suo mistero. Di fatto ad oggi non è chiara la sua funzione, anche se certamente la sua ubicazione e le particolari caratteristiche fanno pensare ad uno smistatore di acque; in questo senso l’opera sotterranea è del tutto simile ai castellum aquae dell’antica Roma, che derivavano l’acqua tramite condotti, per poi distribuirla nei distretti cittadini secondo necessità.  Ancona, come testimoniato dall’ultimo fontaniere della città, Ugo Menghini, aveva un acquedotto alto e uno basso, probabilmente “la chioccia” era proprio il luogo (o uno dei luoghi) da cui l’acquedotto antico proveniente dal Conero, distribuiva l’acqua nel distretto della città antica (zona piazza del Plebiscito e fino alle falde del colle del Guasco) e verso il porto, mediante acquedotto alto e basso. Da ulteriori indagini, effettuate con strumentazioni di precisione, sono state misurate le portate dei torrenti sotterranei, dalle quali si evidenzia che la quantità di acqua che alimenta “la chioccia” è quasi la metà di quella che ritroviamo nelle cisterne di piazza Stamira. Tale incremento di portata si può giustificare solo con la presenza di un ulteriore affluente, ad oggi sconosciuto, ma che probabilmente è in relazione con i cunicoli segnalati molti anni fa al di sotto del palazzo delle ferrovie, probabilmente provenienti dalla zona del Pincio. Sempre il Menghini raccontava che sotto Ancona erano presenti tre “chiocce” e non è da escludere che proprio nel tratto ancora sconosciuto ce ne possa essere una che unisca i due acquedotti.  Alla luce del fatto che oramai siamo certi che l’acqua del Viale è la stessa di piazza Stamira e che la quantità si raddoppia nel tratto tra via Trento e Piazza Stamira, dove evidentemente l’acqua scorre in cunicoli inesplorati, l’esistenza di un ulteriore ramo alto dell’acquedotto non è poi così remota. A conferma di quanto esposto è stata molto utile la recente scoperta di un nuovo cunicolo nella Gradina di Monte Conero da parte dagli speleologi dell’associazione Ancona sotterranea.  In passato si conosceva il Cunicolo del Buco del Diavolo e altri tratti di cunicoli (cunicoli del Fosso della Tomba) nella campagna alle falde del Conero; la presenza enigmatica di questi cunicoli è stata spiegata nel passato dallo storico Alberto Recanatini come i tratti superstiti di un antico acquedotto che dalla sorgente di Capodacqua, nel territorio di Sirolo, alimentava la città di Ancona: l’evidenza di questo sta nel fatto che la quota della sorgente è la stessa dei cunicoli del Conero; successive ricerche effettuate dall’associazione Ancona sotterranea hanno portato al ritrovamento di fonti antiche e resti di opere idrauliche ad una quota superiore ai cunicoli del Buco del Diavolo, portando ad ipotizzare un acquedotto “alto” anche al Conero, esattamente come ad Ancona; in questo caso la quota più elevata trova giustificazione nell’approvvigionamento idrico di antichi insediamenti sulle Gradine del Conero ad una quota, appunto, più alta.  Considerate le analogie strutturali e la tipologia dei cunicoli, sembra di poter dire che Ancona era effettivamente alimentata in buona parte dalle acque del Conero e che, probabilmente, tra il Conero e la città, potrebbe esistere un’antica rete di cunicoli facenti parte di un’opera di alta ingegneria estesa per almeno 20 km.

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