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Cura mediche agli indigenti:
a Senigallia funziona
l’ambulatorio solidale

CONVEGNO – Un momento di riflessione sulla difficoltà che affrontano le fasce più deboli della popolazione nel convegno promosso dalla struttura “Paolo Simone Maundodé” che ha coinvolto alcune delle principali associazioni attive in Italia nel campo del diritto alla salute. Presenti all’iniziativa i presidenti del Consiglio regionale delle Marche e della Commissione sanità

 

Salute bene universale, ma l’accesso alle cure è uguale per tutti? La risposta è necessariamente negativa quando la povertà va a condizionare qualsiasi tipo di scelta. Ne sa qualcosa l’ambulatorio medico solidale “Paolo Simone Maundodé” di Senigallia, nato per supportare quei cittadini privi del necessario sostentamento economico per affrontare le cure necessarie in momenti di difficoltà. Dopo aver festeggiato nelle settimane scorse il suo primo anno di vita, i responsabili dell’ambulatorio hanno proposto un momento di riflessione attraverso il convegno su “Salute: un bene per tutti”, che ha coinvolto alcune delle principali associazioni attive in Italia nel campo del diritto alla salute, che interagiscono con le stesse modalità della struttura di Senigallia (Comunità di Sant’Egidio, Emergency, Cuamm, area sanitaria della Caritas). All’iniziativa hanno partecipato, tra gli altri, il direttore di “Famiglia Cristiana”, don Antonio Rizzolo, i Presidenti di Consiglio regionale e Commissione sanità ed il sindaco della cittadina marchigiana.

Base di partenza quanto sancito dalla Costituzione italiana, vale a dire che “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cura gratuita agli indigenti”. Il Presidente del Consiglio regionale ha evidenziato come anche nelle Marche l’8,8% delle famiglie, in base agli ultimi dati Istat, si trovi in condizioni di povertà relativa. Una situazione di oggettiva difficoltà determinata, in larga parte, dalla precarietà e dalla qualità del lavoro, che vanno ad influire sul reddito finale delle stesse famiglie. Accanto a questo i mutamenti intercorsi nella società con percorsi d’integrazione, che non è sempre facile attuare pienamente. Il Servizio sanitario nazionale, a quaranta anni dalla riforma, stenta a mantenere saldi i principi di universalità e solidarietà e, come è stato evidenziato nel corso dell’incontro, inizia a cedere su diversi versanti con ridimensionamenti, prestazioni cancellate, lunghe liste di attesa per le visite specialistiche e la diagnostica, posti letto tagliati negli ospedali, medicinali non più gratuiti. L’aumento della povertà, acutizzata dalla crisi economica degli ultimi anni, costringe molti cittadini a sottrarsi dalle cure, soprattutto quando vengono richiesti interventi particolari ed urgenti.

L’avvio di strutture come l’ambulatorio solidale di Senigallia rappresenta, secondo il Presidente del Consiglio regionale, una prima risposta al problema, ponendo al centro dell’attenzione, ancora una volta, l’importanza del volontariato. Basti pensare che in Italia 540.000 famiglie hanno potuto ricevere le medicine di cui avevano bisogno grazie alle associazioni no profit ed alle onlus. Ma le sfide del futuro potranno essere affrontate adeguatamente soltanto grazie alla capacità di fare squadra da parte di istituzioni, parti sociali ed associazioni.

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