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Incendi nelle chiese e minacce ai preti: «Viva Mussolini, bruciamo tutto»
Indagini chiuse

ANCONA - La procura ha terminato l'inchiesta che vede indagato un 58enne chiaravallese per la serie di danneggiamenti ai luoghi di culto e missive minatorie inviate nell'autunno 2017 ad alcuni sacerdoti dell'Arcediocesi, "colpevoli" dell'accoglienza riservata ai migranti. Il reato di minacce ha l'aggravante dell'odio razziale

L’altare di Santa Maria della Pietà alle Palombare bruciato

 

Blitz incendiari nelle chiese e minacce di morte ai preti dell’Arcidiocesi: la procura chiude le indagini. E fa avvicinare al processo un 58enne chiaravallese accusato dei vandalismi avvenuti tra agosto 2017 e novembre 2018. All’uomo vengono contestati i reati di danneggiamento e minacce pluriaggravate dall’aver commesso il fatto nei confronti dei ministri del culto cattolico e dall’odio razziale. Stando a quanto emerso dalle indagini della Digos, infatti, il 58enne se la sarebbe presa con il mondo clericale spinto dalla reticenza verso le politiche di accoglienza rivolte ai migranti che, secondo lui, tolgono  attenzione ai cittadini italiani bisognosi come lui, alle prese con problemi economici. La magistratura gli addossa i danneggiamenti alla chiesa di San Pietro Martire, a Varano, del Santissimo Sacramento e di Santa Maria della Pietà, alle Palombare. In tutti e tre i casi, era stato appiccato il fuoco al lenzuolo che si trova sugli altari. Per quanto riguarda le minacce, il capo di imputazione parla di cinque lettere minatorie inviate a don Aldo Pieroni, parroco di Camerano, e al vicario generale dell’Arcidiocesi. In tutte le missive, secondo quanto rilevato dalla procura, sono contenute offese ai parroci e minacce di morte, sempre per il motivo dell’aiuto ai migranti e la poca considerazione per gli italiani. In quella aperta il 26 ottobre negli uffici dell’Arcidiocesi, nel foglio prelevato poi dalla polizia c’era scritto:  «Noi di Forza Nuova (il partito non c’entra nulla con l’inchiesta, ndr) diamo fuoco pure alla chiesa di Camerano». E ancora: «Viva Mussolini, avanti un altro, incendio, morte a tutti». Don Pieroni sarebbe stato il bersaglio preferito, tempestato di ingiurie e ricevente di una sua immagine riportante la scritta “morte”. «Veniamo nella tua parrocchia, via diamo fuoco, siamo tornati…via Mussolini, bruciate vivi». La chiesa di Camerano era stata presa di mira perchè sul finire dell’estate 2017 era uscita la notizia che il comune aveva aderito al progetto Sprar che avrebbe dovuto portare in paese alcuni richiedenti asilo. Il chiaravallese era stato denunciato a piede libero dalla Digos nel maggio dello scorso anno. Difeso dall’avvocato Marco Flavio Torelli, ha sempre respinto ogni accusa.

Incendi nelle chiese e minacce ai preti: «Prima gli italiani» Denunciato 57enne (Video)

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