di Paolo Paoletti
«Le Marche, per essere più competitive hanno bisogno di un sistema infrastrutturale sempre più efficiente. Il porto dorico può essere davvero un trampolino per spalancare le porte a nuove presenze turistiche ma anche a un incremento dell’esportazione dei prodotti dell’industria marchigiana verso tutta l’area del mar Adriatico e verso il sud, verso l’area mediorientale. Ci sono straordinarie opportunità, l’Europa ha finanziato dei progetti per rendere ancor più efficiente il porto di Ancona. Seguiamo questo percorso e continuiamo a valorizzare quest’infrastruttura che mi auguro non finisca mai in mano ai cinesi ma continui ad essere saldamente in mani italiane». Così il presidente del Parlamento Europeo e vice presidente di Forza Italia Antonio Tajani sul porto di Ancona. Ne ha parlato durante il congresso provinciale di Fi che si è tenuto questa mattina all’hotel Royal di Casabianca di Fermo e che ha visto la rielezione come coordinatrice di Jessica Marcozzi. Ancora Tajani: «Le Marche sono una regione a forte vocazione imprenditoriale, l’industria manifatturiera è di altissimo livello eppure l’accesso al credito è difficilissimo. Il Paese ha bisogno di una politica che aiuti le imprese e, di riflesso, che favorisca la creazione di occupazione. Abbiamo bisogno di infrastrutture, anche digitali, per essere davvero competitivi. E di certo non possiamo abbandonare le zone interne, abbiamo il dovere di proteggere i territori. Qui bisogna abbassare la pressione fiscale e aiutare le imprese perché senza lavoro non c’è dignità. Bisogna iniziare a pagare i debiti che il pubblico ha nei confronti delle imprese, che fra l’altro ammontano a 50 miliardi. In questi casi, sì, si può sforare il 3%. Non si alzi l’iva ma si incrementino i consumi. E lo si fa solo con il lavoro. Si stanno vendendo i porti ai cinesi. Noi difenderemo quello di Ancona. Il manifatturiero, a partire proprio dal Fermano, conosce bene la concorrenza sleale che arriva proprio dalla Cina. Non sottovalutiamo il pericolo che arriva proprio dalla Cina».
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