facebook rss

Botte e umiliazioni alla moglie:
«Sei donna, non hai diritto di parola»
32enne a processo

JESI - Si tratta di un tunisino di religione islamica accusato di violenza sessuale e maltrattamenti sull'ex coniuge, una connazionale di 23 anni. Lui l'avrebbe malmenata e segregata in casa per farle avere contatti neanche con i suoi familiari

Il tribunale di Ancona

  «Stai zitta, sei una donna. Qui comando io». Sarebbe stata solamente una delle imposizioni avanzate da un tunisino di 32 anni nei confronti di quella che ormai è la sua ex moglie, una connazionale 23enne. Stando alla denuncia riportata dalla donna, per anni sarebbe stata malmenata, umiliata, segregata in casa e violentata quando era in attesa della sua prima figlia. Questa mattina, l’uomo è stato rinviato a giudizio con le accuse di maltrattamenti in famiglia e violenza sessuale. Per lui, il processo inizierà a giugno 2020. parte civile sarà l’ex coniuge, assistita dall’avvocato Laura Versace. In un primo momento, il caso – che riportava l’ipotesi accusatoria di stalking – stava per essere archiviato. Era stata fatto opposizione dalla Versace e il gip aveva validato l’istanza, facendo riaprire l’inchiesta e ordinando nuove indagini. Hanno portato nei confronti del 32enne nuove accuse. Stando a quanto emerso, le vessazioni sarebbero iniziate con il trasferimento della coppia dalla Tunisia a Jesi. Era il 2014. Fin da subito, la donna aveva lamentato poche attenzioni da parte del marito, sospettando anche che lui la tradisse. Una volta avute le prove della relazione fedifraga, l’uomo l’avrebbe riempita di botte, con calci e pugni. In varie occasioni, quando lui usciva, sarebbe anche arrivato a segregare la moglie in casa, chiudendo la porta. Alla scoperta della gravidanza, nel gennaio 2015, si sarebbero acuiti i maltrattamenti, anche morali. «Sei una stupida, incapace, imbecille, non vali niente, devi stare zitta. Sei una donna, qui comando io» le avrebbe detto l’imputato, difeso dall’avvocato Paolo Cognini. Nel 2016, la parte offesa ha raccontato di aver pizzicato il marito mentre stava guardando dei filmini pornografici sul telefonino. Nelle vicinanze c’era la piccola nata da pochi mesi. Vistosi scoperto, l’uomo aveva reagito prendendo per le braccia la moglie e colpendola al viso con uno schiaffo. Stando al capo d’imputazione, gli episodi di violenza sessuale sarebbero avvenuti tra il 2014 e il 2017. Anche quando lei era incinta. (fe.ser)

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Torna alla home page




X