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Asse tra Pd e M5s, Longhi sale
Ceriscioli scende e incontra Zingaretti

REGIONALI 2020 – In attesa dell'ok di Di Maio, le diplomazie Dem e pentastellate provano a rinsaldare l'asse giallorosso in salsa marchigiana, con il Nazareno che preme per accelerare il processo. Intanto, oggi il governatore ha incontrato a Roma il segretario nazionale. La Lega va all'attacco di quello che definisce «l'inciucio delle poltrone» e sembra voler aspettare l'esito del voto in Emilia Romagna prima di affrontare il nodo Fdi e la candidatura di Acquaroli

Il governatore uscente Luca Ceriscioli ed il segretario nazionale del Pd, Nicola Zingaretti

 

di Martina Marinangeli

Uno scacchiere con le pedine in costante movimento, quello delle Regionali di primavera, che non ha conosciuto pause neanche durante le festività natalizie. Anzi, lo stand by amministrativo ha lasciato maggior spazio alle questioni politiche, con fitti contatti tra Dem nazionali e regionali per chiudere l’accordo con il Movimento 5 stelle, e con le diplomazie giallorosse marchigiane all’opera per verificare che ci siano le condizioni. Il rafforzamento dell’asse tra Pd e pentastellati – nonostante il mal di pancia di diversi esponenti grillini, soprattutto nella provincia di Ancona, e nell’attesa del placet dal capo politico Luigi Di Maio – ha come conseguenza diretta il forte indebolimento della candidatura del governatore uscente Luca Ceriscioli, su cui il Movimento ha già posto il veto. Oggi, il presidente ha incontrato a Roma il segretario nazionale Dem Nicola Zingaretti ed uno degli argomenti sul piatto erano proprio le Regionali. La figura di Ceriscioli, in questa delicata partita, risulta scomoda, ma non c’è dubbio che serva una exit strategy dignitosa per chi, nel bene e nel male, ha tenuto le redini delle Marche in una delle fasi più difficili della sua storia. Se le sue quotazioni scendono e parecchio, a salire sono invece quelle dell’ex Rettore dell’Università politecnica delle Marche, Sauro Longhi, civico e non uomo di partito, che piace molto ai 5 stelle, ma anche a diversi esponenti Dem, ed è caldeggiato pure da partiti della coalizione di centrosinistra quali Articolo 1.

 

Sauro Longhi

L’alleanza che si va costruendo, non senza difficoltà, tra Pd e M5s, viene definita dal senatore e commissario della Lega nelle Marche, Paolo Arrigoni «contro natura, un accordo delle poltrone giocato sulla pelle dei marchigiani, per riproporre un modello già sconfitto in Umbria. Come sempre, quando c’è la volontà della cattiva politica di nascondere qualcosa ai cittadini, si sfruttano le festività per preparare un piatto indigesto. Così Pd e M5s, a Roma e ad Ancona, si sono dati molto da fare in questi ultimi giorni per confezionare anche nelle Marche un’alleanza per le elezioni regionali della prossima primavera. L’unico elemento che unisce Pd e 5 stelle – prosegue il senatore, che venerdì sarà ad Ancona in un incontro con i vertici del Carroccio regionale per programmare le attività da qui a primavera – è il terrore del giudizio dei cittadini e lo dimostra il fatto che fino a poco fa i due gruppi in Consiglio regionale hanno sempre votato in maniera opposta. Vittima sacrificale di questo accordo delle poltrone, giocato sulla pelle dei marchigiani, è l’impresentabile Ceriscioli, a parole sempre difeso dal Pd, ma oggi pronto per essere scaricato e bollato come unico responsabile dei fallimenti decennali della sinistra, che hanno portato le Marche sull’orlo della crisi economica e sociale. I marchigiani, tra cui i tantissimi elettori delusi di Pd e M5s, potranno respingere questo vergognoso inciucio e, proprio come gli umbri, la prossima primavera sapranno scegliere la proposta politica migliore. La Lega e il centrodestra – conclude – offriranno loro un progetto di buon governo, con alla guida la figura migliore possibile».

Paolo Arrigoni, responsabile Lega Marche

Non passa inosservato il fatto che non venga neanche menzionato Francesco Acquaroli, il candidato che Fratelli d’Italia ha scelto per le Marche. Il Carroccio temporeggia e non ha ancora dato il suo ok, attendendo, con ogni probabilità, l’esito della tornata in Emilia Romagna, ma c’è chi afferma che abbia invece aperto uno spiraglio per il sì a Raffaele Fitto in Puglia. Per ora solo rumors che si rincorrono, come quelli che danno Acquaroli come poco gradito ai leghisti locali perché troppo a destra. E tra i nomi che sarebbero più graditi a Salvini continua a circolare quello di Fabrizio Ciarapica, sindaco di Civitanova. Quel che è certo, invece, è che si presenta come molto delicato l’equilibrio nella coalizione del centrodestra, con Fdi che rivendica le sue scelte e ricorda all’alleato il passo indietro fatto per la presidenza del Copasir (ora in quota Carroccio) e gli accordi del tavolo nazionale. Ed in un momento in cui il leader della Lega Matteo Salvini rischia il processo per il caso Gregoretti, poter contare sul principale alleato di coalizione diventa ancora più importante.

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