di Gianluca Ginella
«Cameyi Mosammet è stata uccisa per gelosia dal suo fidanzatino». Questo sostiene la procura nell’avviso di chiusura delle indagini per l’omicidio della 15enne bengalese le cui ossa sono state trovate, nel marzo 2018, dentro un pozzo e in un terreno vicino all’Hotel House di Porto Recanati. L’indagato, Monir Kazi, ora 25enne, ha da tempo lasciato l’Italia e si trova in Bangladesh. Le autorità del Paese asiatico però non hanno fin qui collaborato per aiutare la procura di Macerata a individuare l’indirizzo corretto di Kazi.
Era il 29 maggio del 2010 quando Cameyi Mosammet sparì nel nulla, a 15 anni, dopo essere andata a trovare il fidanzatino all’Hotel House di Porto Recanati. Della ragazzina, che viveva ad Ancona con la sua famiglia, non si era più saputo nulla per anni. Quasi otto anni. Fino a quando il 28 marzo del 2018 sono stati trovati dei resti umani in via Santa Maria in Potenza, a Porto Recanati. Erano sparsi in un terreno all’ombra dell’Hotel House e in un vicino pozzo. Erano le ossa di Cameyi, diranno le analisi del dna. Da quel momento la procura di Macerata ha dato il via alle indagini (fino a quel momento c’era stata una inchiesta della procura di Ancona per la scomparsa della ragazza) e ha ricostruito quello che sarebbe accaduto quel 29 maggio. Cameyi aveva preso un treno da Ancona ed era scesa alla stazione di Porto Recanati. Da lì si era spostata all’Hotel House per incontrare il fidanzatino che viveva nel palazzone multietnico. Lì era successo qualcosa e la ragazza era stata uccisa dal suo coetaneo e connazionale, dice la procura. Il motivo del delitto è stato riassunto così dagli inquirenti: Cameyi frequentava anche un altro giovane e Kazi era geloso di lui. Oltre all’accusa di omicidio volontario, la procura contesta al 25enne l’occultamento del cadavere della 15enne, per evitare che fosse scoperto il delitto. Finora le ricerche di Kazi non hanno avuto buon esito, e anche una rogatoria internazionale non aveva portato all’individuazione dell’indirizzo del giovane.
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