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Dati Bankitalia, Acquaroli attacca:
«Fallimento della sinistra
su lavoro e imprese»

IL CANDIDATO governatore del centrodestra commenta il report sull'economia regionale, che vede le Marche come una delle regioni più colpite dall'emergenza Covid: «È necessaria una svolta, un cambiamento radicale delle politiche regionali». La Lega: «Una crisi economica strutturale che mette a nudo le responsabilità di una giunta regionale che in cinque anni non ha dato risposte»

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Francesco Acquaroli

 

«I dati diffusi da Bankitalia confermano il fallimento della sinistra nelle politiche di sostegno alle imprese e al lavoro». Così Francesco Acquaroli, deputato di FdI e candidato governatore del centrodestra, commenta il report sull’economia regionale diffuso ieri da Bankitalia che vede le Marche come la regione più colpita dagli effetti economici del Covid19, con un calo di fatturato di oltre il 25%, superiore alla media nazionale, il 43% degli addetti sospesi, e il crollo del Pil. «Le imprese, in ogni settore – aggiunge Acquaroli – sono state lasciate sole ad affrontare una crisi gravissima. Serviva liquidità immediata alle aziende per compensare cali di fatturato drammatici. Invece il governo regionale di sinistra ha tardato colpevolmente ad attivarsi, impostando una manovra economica solo dopo molti mesi dall’inizio del virus, con bandi aperti solo in queste settimane. Poi si è imbarcato in procedure burocratiche e farraginose che ancora non producono effetti concreti, come confermano i dati di Bankitalia. È necessaria una svolta, un cambiamento radicale delle politiche regionali, in termini di visione e concretezza operativa, per rilanciare un nuovo e reale progetto di difesa attiva e sviluppo dell’economia marchigiana. Le imprese sono il cuore pulsante dell’economia e della società regionale: non possono rimanere sole».

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Riccardo Augusto Marchetti, commissario regionale della Lega nelle Marche

Anche l’onorevole Riccardo Augusto Marchetti, segretario della Lega Marche, e i consiglieri regionali Sandro Zaffiri, Marzia Malaigia, Luigi Zura Puntaroni e Mirco Carloni analizzano i dati sull’economia regionale presentati da Banca d’Italia e puntano il dito contro le scelte della giunta regionale. «Certificano – dicono gli esponenti del Carroccio – una crisi economica strutturale delle Marche e mettono a nudo le responsabilità di una giunta regionale che in cinque anni non ha dato risposte, visto che i dati negativi hanno origine ben prima del Covid-19. Il Pd dopo 5 anni lascia una regione più debole, meno competitiva e con una ricostruzione post-sisma ferma quasi al punto zero. I dati sono drammatici e ci consegnano la fotografia di una regione ferma, con il Pil in picchiata dopo un 2019 stazionario. La pandemia da Covid-19 ha moltiplicato gli effetti di una situazione che già stava esplodendo visto che, mentre a livello nazionale si è registrata una lieve crescita, nel 2019 l’economia marchigiana ha subito un rallentamento con il numero di imprese attive in regione che è diminuito del -1,3%. Ora la pandemia ha fatto crollare non solo la domanda interna, ridotta di circa tre quarti, ma anche quella dell’export che ha registrato un calo del 9,5%. Da questa analisi emerge come le aziende lamentino in modo netto il problema della liquidità e della logistica, dove pesano le responsabilità di una giunta regionale che in cinque anni non ha fatto nulla».

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I consiglieri regionali della Lega

«E’ molto preoccupante – sottolineano Marchetti e i consiglieri regionali – l’analisi sull’occupazione dalla quale emerge che l’impatto dell’attuale crisi è stato contenuto solamente dal blocco dei licenziamenti e dal ricorso agli ammortizzatori sociali. Cosa accadrà quando finiranno queste misure nazionali? Attualmente di certo c’è il calo delle assunzioni e il mancato rinnovo dei contratti in scadenza in aumento rispetto alla media nazionale, mentre le domande di disoccupazione hanno registrato una impennata del 41%. Emergono, inoltre, le gravi responsabilità sulla ricostruzione post-sisma, ambito rispetto al quale viene esplicitamente sottolineato che, dopo quasi quattro anni, siamo praticamente al punto di partenza, con solo il 16,2% di richieste di contributo pervenute rispetto a quelle potenziali che scende al 7,4% per gli edifici danneggiati gravemente. Questo ritardo ingiustificabile pesa enormemente visto che gli immobili danneggiati nelle Marche rappresentano il 56,4% del totale delle quattro regioni colpite dal sisma. Dopo quattro anni di vuoto occorre accelerare la ricostruzione non solo per dare risposte alle popolazioni colpite, ma anche per dare una spinta al settore edile regionale. Dopo cinque anni di governo del PD i marchigiani si ritrovano oggi una regione più debole, meno competitiva e a forte rischio di una crescita esponenziale della disoccupazione, soprattutto giovanile. Saranno necessarie – concludono i leghisti – scelte coraggiose per invertire il declino di una regione che deve ripartire e ricostruire la propria identità economica».

Il lockdown colpisce duro nelle Marche più che altrove Crolla il fatturato: -25%

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