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Imprese, crollano fatturati e assunzioni
Bora: «Un bollettino di guerra»

ANCONA – Presentato questa mattina in video conferenza il rapporto congiunturale realizzato dalla Camera di Commercio con l'Istituto Tagliacarne per valutare gli effetti dell'emergenza Coronavirus nella regione. L'assessora: «Ci sentiamo pronti attraverso le risorse che giungeranno dal Recovery Fund e dalla prossima programmazione europea 2021-2027 ad affrontare il 'Green New Deal'»

L’assessora alle Attività produttive, Manuela Bora (foto d’archivio)

 

di Martina Marinangeli

Il lockdown ha colpito le Marche più duramente di altre regioni, congelando l’attività di settori trainanti per la regione quali calzaturiero, moda e meccanica. E, dati alla mano, ci si trova a fare i conti con un «bollettino di guerra», per usare le parole dell’assessora regionale alle Attività produttive, Manuela Bora, che è intervenuta questa mattina alla presentazione, in video conferenza, del rapporto congiunturale realizzato dalla Camera di Commercio con l’Istituto Tagliacarne per valutare gli effetti dell’emergenza Coronavirus nelle Marche. «Non poteva essere diversamente, date le chiusure forzate delle attività, la chiusura delle persone in casa, l’impossibilità di frequentare fiere e mercati e di esportare». Stando al report, solo a luglio si stimano quasi il 42% di assunzioni in meno (5.850) rispetto allo stesso mese del 2019, mentre il 75% delle aziende prevede una riduzione del fatturato nel bimestre marzo-aprile. Crollano inoltre le nuove imprese: nelle Marche tra marzo e aprile le nuove iscrizioni sono state 792 contro le 1.715 dell’anno precedente pari ad un -53,8%, secondo solo alla Lombardia (-56,6%). La media nazionale è del -45,1%. Tra le province Fermo registra un calo del 63,1% (terzo peggior risultato in Italia dopo Piacenza e Bergamo) seguita da Ancona (-55,5%), Ascoli Piceno (-51,%), Macerata e Pesaro Urbino (-49,9%). Allargando l’analisi al secondo trimestre, le Marche registrano una riduzione di nuove attività del 45% (media italiana -37,1%). Le aziende che hanno usufruito della Cassa integrazione sono il 72,2% (media italiana 63,1%): 41 milioni di ore di Cig ordinaria, 9 milioni di Cig in deroga e 13 milioni di ore dei Fondi di solidarietà. A luglio infine si stimano 5.850 assunzioni pari al -41,8% rispetto allo stesso periodo del 2019 mentre l’export marchigiano ha registrato un calo del 9,5% nel primo trimestre. Una frenata tanto brusca quanto inevitabile, ma qualcosa per arginare la crisi si è mosso già nel periodo del lockdown. «Tra le misure attuate dalla Regione durante l’emergenza – ha ricordato Bora –, oltre al fondo per la liquidità delle piccole medie imprese (33 milioni di euro), la predisposizione di protocolli per consentire la riapertura delle attività, la gestione della Cig in deroga per 45 mila lavoratori e 17 mila imprese, l’erogazione, tramite Piattaforma 210, di contributi a fondo perduto a 30 mila attività. Ma questo non serve a molto se non si rimettono in moto i fondamentali del nostro sistema economico e produttivo. Ci sentiamo pronti attraverso le risorse che giungeranno dal Recovery Fund e dalla prossima programmazione europea 2021-2027 ad affrontare il ‘Green New Deal’ che giustamente l’Ue sta lanciando per avviare una nuova stagione di investimenti pubblici e privati».

Il presidente della camera di Commercio unica delle Marche, Gino Sabatini (foto d’archivio)

Nel commentare i dati elaborati dall’Osservatorio statistico sull’emergenza creato da Cciaa e Regione, il presidente della Camera di Commercio delle Marche Gino Sabatini ha voluto aprire uno spiraglio di ottimismo, ricordando che «è stato annunciato un programma di investimenti infrastrutturali significativi che riguarda anche le Marche: la speranza è di vedere presto i cantieri aperti, anche nell’area del cratere» Alla web conference di questa mattina è intervenuto anche il segretario generale di UnionCamere Giuseppe Tripoli che ha sottolineato come «dal lockdown alla ripartenza, le Camere di commercio sono state al fianco delle imprese, con azioni tempestive, tagliate a misura di impresa e per le quali il sistema camerale ha destinato quasi 300 milioni di euro di proprie risorse economiche. Cinque gli ambiti di intervento: credito, digitale, export, turismo, informazione sui provvedimenti, oltre all’affiancamento alle Prefetture di tutta Italia per individuare le attività che potevano restare aperte. Ammontano a 200 milioni di euro le risorse per gli interventi volti a ridurre il deficit di liquidità delle imprese, con contributi a fondo perduto per coprire i tassi di interesse sui prestiti, abbattere i costi delle garanzie, realizzare finanziamenti diretti».

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