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Claudio Pinti verso i domiciliari
Romina: «Mi ha distrutto la vita,
non deve uscire dal carcere»

ANCONA - La reazione dell'ex fidanzata del 38enne jesino (accusato di aver trasmesso l'Hiv a due compagne e condannato a 16 anni e 8 mesi) alla notizia del provvedimento della Corte d'Appello che ha dato l'ok alla scarcerazione da Rebibbia: «Mi sento tradita dalla legge» VIDEO

Romina Scaloni

 

«Mi sento tradita dalla legge. Sappiamo benissimo che un detenuto ai domiciliari piò avere tante possibilità. La possibilità di fuggire: potrei trovarmelo qui. La cosa folle è sapere che sarà visitato all’ospedale di Torrette di Ancona. Forse i giudici non hanno pensato che l’hanno autorizzato ad andare da solo e liberamente all’ospedale per curarsi, lo stesso ospedale dove vado io, grazie a lui che m’ha trasmesso l’Hiv». Sono le parole, affidate a un video girato ieri, di Romina Scaloni, l’ex fidanzata di Claudio Pinti, il 38enne jesino condannato fino al secondo grado a 16 anni e 8 mesi per lesioni gravissime e omicidio volontario. E’ stata la stessa Scaloni, nel maggio del 2018, a denunciare l’ex compagno dopo aver scoperto che lui le aveva tenuto nascosto di aver contratto l’Hiv. Lo stesso virus sarebbe stato trasmesso a Giovanna Gorini, ex convivente di Pinti e morta nel giugno del 2017 per una patologia tumorale connessa al virus.  Nel video Romina esprime tutto il suo dissenso per la decisione presa a fine aprile dalla Corte d’Appello: Pinti lascerà il carcere di Rebibbia per i domiciliari con il dispositivo elettronico.

Claudio Pinti in tribunale all’epoca del primo grado

Potrà uscire di casa solo per andare all’ospedale di Torrette e tenere sotto controllo la sua patologia: «Qui possiamo incontrarci, liberamente, perchè lui potrà muoversi senza scorta, basterà solo che avvisi quando va e quando torna. Tutto questo non è normale, lo trovo inconcepibile e inaccettabile. I giudici hanno pensato a questa mia situazione? A quello che sto affrontando e quello che dovrà affrontare? Dove è la giustizia che dovrebbe tutelare le vittime, non i carnefici?». «Sono ripiombata in un incubo, vi prego non permettete tutto questo, fatemi credere nella giustizia: non date la possibilità a queste persone di farla franca. Avere giustizia è il diritto di ogni vittima». Sia l’avvocato di Romina, Alessandro Scaloni, che i legali dei familiari della Gorini, Elena Martini e Cristina Bolognini, hanno scritto un’istanza affinché il procuratore generale Sergio Sottani possa impugnare il provvedimento della Corte d’Appello e ‘bloccare’ la scarcerazione di Pinti.

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