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Quello che non va nella sanità,
Saltamartini dimentica qualcosa

IL COMMENTO di Claudio Maria Maffei - L'assessore è stato protagonista di uno show all'ultimo convegno a cui ha partecipato a Macerata, ha raccontato la “sua” sanità regionale, quella che vede lui, dai molti primati. Ma le cose che non vanno sono molte di più, eccole

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Numero di pazienti in trattamento con anticorpi monoclonali per Covid-19 (Fonte: Agenzia Italiana del Farmaco)

 

di Claudio Maria Maffei*

Alcuni giorni fa qui su Cronache Maceratesi è stato raccontato il Saltamartini show ad un convegno, show che ha consentito all’assessore alla Sanità di raccontare la “sua” sanità regionale, quella che vede lui. Una sanità dai molti primati che fa dire al redattore dell’articolo “tutto bene, tutti bravi”. Saltamartini poi aggiunge che ancora qualche problema ci sarebbe, ma ci si sta mettendo mano: la mobilità passiva in particolare per le cure oncologiche, i ritardi nel fascicolo sanitario, la pediatria e le liste di attesa. Sulle liste di attesa poi rassicura perché il Cup è in via di rafforzamento.

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L’assessore Filippo Saltamartini al convegno “La tutela della sicurezza e della sanità pubblica al tempo del Covid”

Questo idilliaco quadro farebbe dire: ma allora perché in campagna elettorale il centrodestra ha attaccato sulla sanità la precedente Giunta? Il quadro descritto da Saltamartini con una sanità marchigiana dai pochi problemi è frutto della Giunta precedente di cui per quello che riguarda la sanità è stato mantenuto in pratica tutto. A parte “le sparate” sugli ospedali unici.

Allora rinfresco io la memoria all’assessore. Le cose che non vanno nella sanità delle Marche (fatta peraltro da tanti bravi operatori che lavorano in un sistema guidato da anni male) sono molte di più. L’assessore ha “saltato” ad esempio: le gravi carenze nelle risorse e quindi nelle attività dell’area della prevenzione, specie nel settore della sicurezza sul lavoro, le gravi carenze nei servizi per la salute mentale, di neuropsichiatria infantile e consultoriali, la inadeguatezza del sistema residenziale e di quello della assistenza domiciliare, i ritardi nella risposta al dramma delle famiglie dei pazienti con demenza, i buchi della rete delle cure palliative, i tempi di attesa interminabili al Pronto soccorso, la fuga dei medici dagli ospedali pubblici. Non aggiungo altro, ma tanto altro si potrebbe ancora aggiungere.

Purtroppo il problema dell’assessore temo non sia la memoria, ma la conoscenza. Tutto preso dai presunti primati della “nuova” sanità delle Marche non si occupa dei suoi problemi più importanti e non si preoccupa nemmeno di studiarli. Tanto è vero che di quelli di cui intenderebbe occuparsi non sembra avere una grande conoscenza. Infatti, la mobilità passiva per le Marche non è soprattutto oncologica, ma riabilitativa visto che pesa percentualmente il doppio. Quanto alle liste di attesa non sono tanto un problema di Cup, ma di inadeguatezza delle offerta di prestazioni ambulatoriali rispetto alla domanda.

E anche per quanto riguarda i primati delle Marche, conviene guardare bene i dati. Ad esempio sulla terapia con gli anticorpi monoclonali si sta lavorando con grande impegno, ma siamo pur sempre al decimo posto in Italia come numero di pazienti trattati in base all’ultimo Report ufficiale della Agenzia Italiana del Farmaco.

Sembra proprio che per la politica la campagna elettorale non finisca mai. Ma la tutela della salute dei cittadini ha bisogno di progetti e azioni e non di propaganda e slogan.

P. S. Quanto alla ipotesi della fuga del nuovo coronavirus da un laboratorio di cui ha parlato Silvestri come ripreso  su Cronache Maceratesi, che sia una ipotesi fondata lo dimostra la copertina che ha dedicato al problema l’ultimo numero di Internazionale.

*Medico e dirigente sanitario in pensione

 

 

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