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Si spaccia per minorenne
e invia foto hot a uno studente:
«Dammi i soldi o ti denuncio»

ANCONA - A inscenare l'estorsione anche la sedicente madre della ragazza: «Devi darmi 500 euro perchè ora devo portare mia figlia dallo psicologo per i traumi subiti». Il raggiro è stato scoperto dalla polizia postale: denunciate due 21enni residenti in Emilia Romagna

Foto d’archivio

 

Si finge minorenne, invia foto hot a un 25enne conosciuto su un sito d’incontri e chiede soldi per non dover procedere alla denuncia per detenzione di materiale pedopornografico. La truffa, denunciata da uno studente dell’hinterland anconetano, è stata scoperta dagli agenti della polizia postale delle Marche. Le indagini hanno portato a denunciare due 21enni, entrambe residenti nella provincia di Forlì-Cesena. Una si sarebbe finta minorenne, l’altra la mamma della ragazzina. Al termine della loro messinscena hanno ottenuto dalla vittima 500 euro: il pegno per non dover finire in tribunale ed affrontare un ipotetico quanto improbabile processo. I fatti: succede che il 25enne in un sito di incontri inizia a chattare con una ragazza sconosciuta. Lei gli chiede 100 euro per un incontro, manda foto hot  e gli rivela poi di essere minorenne. Lo studente, vista la minore età, decide di troncare la relazione e di cancellare tutti i file inviategli dalla ragazza. Quest’ultima non demorde e inizia a chiedere soldi per non doverlo denunciare a causa della detenzione delle foto. Rincara la dose la sedicente madre: «Mia figlia è turbata dalla vostra conversazione, ora dammi 500 euro che devo portarla da uno psicologo». Ancora un passo in avanti nel piano: l’entrata in scena di una falsa poliziotta della questura di Ancona, della Sezione Minori. La “falsa funzionaria” assume toni concilianti, quasi materni, consigliando di pagare le spese per evitare che si proceda con la querela, il che comporterebbe spese sicuramente maggiori. La finta poliziotta si rende disponibile a fare da tramite con la denunciante, convincendo quindi il 25enne a comporre il dissidio in maniera amichevole, dietro il pagamento della somma richiesta. Alla fine, la vittima paga i 500 euro con un bonifico. Poco dopo si reca in questura, chiede della poliziotta con cui credeva di aver parlato al telefono e scopre l’inganno. Sporge denuncia, partono le indagini e la polizia postale riesce a risalire alle due millantatrici, denunciandole per concorso in estorsione.

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