facebook rss

Fondi ministeriali per l’Istituto Campana

OSIMO – L’ente ha ottenuto un contributo del Ministero della Cultura per le istituzioni culturali nazionali per la rilevanza delle attività svolte e la qualità delle collezioni possedute. Potrà proseguire e incentivare le azioni di ricerca scientifica, studio e fruizione pubblica dei suoi tesori, dalla biblioteca, all'archivio storico fino alla restaurata collezione di dipinti antichi presto allestita in museo

Palazzo Campana

 

 

 

È stato pubblicato il Decreto del Ministero della Cultura con la ripartizione dei contributi annuali alle istituzioni culturali nazionali che prestano rilevanti servizi in campo culturale. In virtù dell’attività di ricerca e di organizzazione culturale svolta sulla base di un programma triennale e dell’importanza delle collezioni possedute, l’Istituto Campana di Osimo, erede del prestigioso Collegio Campana di cui prosegue la storica funzione in ambito di alta formazione e cultura, ha ottenuto un cospicuo contributo, piazzandosi 24esimo su 288 istituti culturali nazionali. «Grazie alla documentata e riconosciuta attività di salvaguardia e valorizzazione sul patrimonio architettonico, storico artistico, bibliografico e archivistico che l’Istituto Campana ha avviato a partire dal 2016 senza soluzione di continuità, l’ente potrà proseguire e incentivare le azioni di ricerca scientifica, studio e fruizione pubblica delle collezioni e di Palazzo Campana. – specifica una nota dell’ente – Proseguiranno le campagne catalogazione, digitalizzazione e consultabilità telematica delle collezioni, la promozione di concerti e rassegne teatrali, la produzione di riviste e pubblicazioni scientifiche. Obiettivo ultimo resta quello di rendere stabilmente fruibile al pubblico Palazzo Campana in un percorso che includa la visita alla biblioteca, all’archivio storico e alla restaurata collezione di dipinti antichi che in tempi brevi sarà riallestita con un apposito progetto museografico e illuminotecnico al piano nobile della storica sede di Piazza Dante».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Torna alla home page




X