di Luca Patrassi
La iGuzzini illuminazione manda a casa 103 addetti. La lettera è di quattro giorni fa ma nonostante si tratti di 103 licenziamenti, una cifra colossale e probabilmente inedita da queste parti a meno di non risalire a decenni addietro, era rimasta ad oggi sconosciuta e non oggetto di interventi, commenti, conferenze stampa di denuncia, mobilitazioni sindacali, precisazioni. Nulla. Seguendo la procedura di legge la direzione aziendale ha dato quattro giorni fa comunicazione ai soggetti interessati, partendo dalla Rappresentanza sindacale interna, alla forze sindacali varie – Cgil, Cisl, Ugl -. all’Ispettorato del lavoro ed anche all’assessorato competente della Regione Marche. Tutti devono essere rimasti per giorni sotto choc e non hanno profferito verbo, diversamente da quanto accaduto in altri terreni di scontro. Comunque, due anni dopo la cessione dell’azienda che faceva capo ai Guzzini agli svedesi di Fagerhult, oggi arriva la doccia gelata, a poca distanza di tempo dall’uscita di Adolfo Guzzini anche dalla quota azionaria. Doccia gelata che parla di 103 licenziamenti e che purtroppo conferma le voci critiche emerse all’epoca con i dubbi che il passaggio in mano straniere di un’azienda storica del territorio potesse portare a una perdita non solo di governance ma anche di radicamento sociale ed occupazionale. iGuzzini hanno inviato una lettera nella quale si presenta la tesi dell’azienda, le motivazioni che portano al licenziamento di 103 persone.
Perdita di fatturato, perdita di ricavi dal 2019 ad oggi. La società, pur essendo un brand globale che opera in tutto il mondo, dice di aver risentito fortemente della crisi in atto dal 2019 ad oggi, frutto dell’ondata pandemica. Secondo il piano triennale aziendale il fatturato a fine 2021 avrebbe dovuto raggiungere i 250 milioni di euro mentre le previsioni parlano di 200 con un fatturato consolidato 2019 di 238 milioni, di 190 nel 2020. Secondo le previsioni il raffronto 2021-2019 dice che il calo del fatturato è del 16%, ricavi in calo di 40 milioni, rispetto al piano industriale triennale secondo l’azienda verranno meno 50 milioni di euro. Questo lo scenario indicato dall’azienda che dice di non poter adottare altre procedure, se non il licenziamento, visto che ha già fatto ricorso al taglio del contratti precari e di quelli di apprendistato, utilizzato gli ammortizzatori sociali e fatto ricorso alla Cassa integrazione dal marzo 2020, Cigo non più rinnovabile. Dunque i licenziamenti perchè – secondo l’impresa – ulteriori indugi porterebbero perdita di competitività. Quanto ai tempi la lettera informa che i licenziamenti avverranno al termine della procedura appena avviata. Prima della firma e della data, i saluti non ci sono, la direzione aziendale informa nella lettera che non sono previste attribuzioni patrimoniali aggiuntive ai dipendenti interessati alla mobilità. Ed ecco come sono divisi i 103 dipendenti: 15 sono addetti dell’area Amministrazione, 35 dell’area Marketing, due dell’area Sicurezza, 10 dell’area Produzione stampi, manutenzione, 20 dell’area Tecnica progettazione e laboratori, 7 dell’area Logistica assemblaggio, uno dell’area Logistica programmazione, due dell’area Logistica acquisti ed 11 dell’area Logistica magazzini.
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