Fermo convalidato e conferma della misura cautelare del carcere. Deve rimanere rinchiuso a Montacuto il 47enne tunisino arrestato lo scorso martedì mattina dai carabinieri dopo aver sferrato una coltellata all’addome della moglie, connazionale di dieci anni più giovane. L’udienza si è tenuta questa mattina a Montacuto, presieduta dal gip Sonia Piermartini. Ad assistere l’indagato, l’avvocato Rino Bartera, subentrato al collega Tiziano Consoli, anche sindacato di Maiolati Spontini, paese dove si è consumata l’aggressione. Il nordafricano, operaio metalmeccanico, non si è avvalso della facoltà di non rispondere ma ha dato una sua versione dei fatti su quanto avvenuto martedì, prima dell’alba, nell’abitazione di via Marche. Si è detto «sotto choc» per quanto accaduto. La moglie si trova ancora ricoverata in Rianimazione, all’ospedale di Torrette. Ha subito un delicato intervento chirurgico per ridurre le lesioni interne provocate dalla coltellata ricevuta all’addome. E’ stata sferrata con un coltello da cucina. Un altro sarebbe stato utilizzato dal 47enne per colpirsi. Si è procurato ferite superficiali. Tutto è avvenuto mentre in casa – ma non avrebbero assistito all’aggressione – c’erano i figli minorenni della coppia: una bambina di 8 anni e un ragazzino di 16. Sono stati affidati a uno zio. Stando ai primi accertamenti svolti dalla procura, sembra che tra marito e moglie (da tantissimi anni residenti a Maiolati Spontini ed entrambi con due lavori stabili) intercorressero problematiche latenti. Nessuno, però, si sarebbe aspettato l’epilogo di martedì.
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