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«Porteremo le Marche nel gruppo
delle regioni più sviluppate d’Italia»
La Regione dà il via libera al bilancio

APPROVATO dall'Assemblea legislativa, l'assessore Castelli: «Mette a sistema tutta una serie di interventi che consentono investimenti per 500 milioni». Critico il capogruppo dem Mangialardi: «Mancano visione, strategia e anima, il Consiglio defraudato della sua funzione democratica»

L’assessore Guido Castelli

 

«L’obiettivo di questo bilancio è avviare la ricostruzione delle Marche, una regione che abbiamo ereditato in transizione ma che vogliamo in transito verso una nuova crescita, nel gruppo delle più sviluppate d’Italia. Per raggiungere questo obiettivo sarà centrale l’efficienza che dobbiamo generare nell’ambito della macchina organizzativa, perché la vera sfida che deve essere colta dalla Regione è quella della riorganizzazione. Le risorse ci sono, vanno utilizzate al meglio e velocemente. C’è necessità di trasferire, con la massima rapidità, tutte le risorse che ci vengono assegnate e che riusciamo a ottenere dalla fiscalità ordinaria, in maniera tale che possano, subito, essere immesse nel tessuto produttivo e sociale delle Marche».

È quanto afferma l’assessore al Bilancio Guido Castelli dopo che, nella seduta del 29 dicembre, l’Assemblea legislativa regionale ha approvato i provvedimenti della programmazione economico-finanziaria per il prossimo triennio 2022-2024. Seguendo l’ordine indicato dalla legge, il Consiglio ha approvato il Documento di economia e finanza regionale (Defr), la Legge di stabilità regionale 2022 e il Bilancio di previsione della Regione Marche 2022-2024.

«Questo bilancio ha le caratteristiche di un vero cruscotto operativo e finanziario che consente di coordinare le risorse proprie delle Regione, anche se con un bilancio sempre più rigido per le disposizioni nazionali – continua Castelli – Abbiamo evitato l’esercizio provvisorio, che avrebbe avuto conseguenze deleterie sul sostegno a imprese e cittadini, ma, soprattutto, abbiamo approvato un buon bilancio di previsione, perché tiene conto, con il necessario realismo, di un fatto incontrovertibile: il Covid ha cambiato, in modo così profondo e vasto, il mondo in cui viviamo. Inesorabilmente ha mutato anche la gestione finanziaria delle amministrazioni regionali. Il ritorno a un forte centralismo, dovuto al periodo di emergenza, ha comportato l’accentramento delle decisioni in capo al livello nazionale, ma anche un taglio alle risorse, scaricando sulle Regioni la copertura delle spese sanitarie aggiuntive per la gestione del Covid già sostenute dalle Regioni».

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La giunta regionale al completo

Nel caso delle Marche, nel 2020 – riferisce l’assessore – «le spese aggiuntive erano state pari a 191 milioni di euro, di cui solo 102,5 ristorati dallo Stato. Nel 2021 il sovra-costo calcolato dalla Regione è di circa 146 milioni, ma, al momento, solo 48 sono stati coperti dallo Stato. Questo significa che il sistema regionale ha dovuto far fronte a tali extra costi con risorse interne. Le Regioni chiedono almeno 2.200 milioni aggiuntivi per far fronte a questi costi. Al momento, sembra che il Governo sia disposto a riconoscere 600 milioni».

A questa situazione si aggiunge il tema delle minori entrate tributarie, «già manifestatesi nel 2020 e nel 2021 – ricorda Castelli – e previste anche per gli anni futuri, a causa della pandemia: la contrazione del Pil o dei consumi si riflette sulle entrate che la legge attribuisce alle Regioni, erodendo le relative basi imponibili. E, di nuovo, i ristori statali si stanno rivelando incapienti».

L’assessore assicura che il bilancio di previsione 2022-2024, pur inserito in un contesto nazionale incerto, assicura importanti stanziamenti e dà risposte alle esigenze di intervento regionale nei settori dell’economia, delle politiche del lavoro, delle politiche sociali, dei trasporti, dell’ambiente e della tutela del territorio e della sanità, che consentiranno, nel prossimo triennio, di avviare e consolidare la realizzazione degli interventi di sviluppo delineati nel Defr. «Desidero evidenziare – continua infatti Castelli – la natura dinamica del bilancio di previsione: al bilancio di previsione seguiranno altri atti formali e sostanziali, con cui è già prevista l’integrazione di risorse certe, tramite le leggi di variazione di bilancio e l’assestamento di bilancio. Se infatti è evidente che le Marche stanno attraversando un contesto difficile, determinato da crisi economica, sisma 2016, Covid-19, la Regione è impegnata a valorizzare pienamente lo scenario di significative opportunità finanziarie che si aprono: la nuova programmazione comunitaria 2021-2027, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) e il Fondo per lo Sviluppo e la Coesione (Fsc)».

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Il Consiglio regionale delle Marche

Scendendo negli aspetti più tecnici, il bilancio di previsione 2022-2024 prevede i stanziamenti complessivi di entrata, al netto delle partite di giro e dell’applicazione dell’avanzo, pari a 4,955 miliardi nel 2022, 4,352 miliardi nel 2023, 4,152 miliardi nel 2024. Sul lato delle entrate, nonostante il contesto nazionale molto incerto già descritto, il bilancio 2022-2024 non aumenta la pressione fiscale e conferma tutte le agevolazioni e le esenzioni fiscali esistenti a oggi.

Sul lato della spesa, nel bilancio sono previsti, per lo sviluppo economico e competitività, 99 milioni nel 2022, 87 milioni nel 2023, 72 milioni nel 2024; per il turismo 22 milioni nel 2022, 15 milioni nel 2023, 9 milioni nel 2024; per l’agricoltura, le politiche agroalimentari e la pesca: 55 milioni nel 2022, 54 milioni nel 2023, 34 milioni nel 2024; per la tutela e la valorizzazione dei beni e delle attività culturali: 16 milioni nel 2022, 8 milioni nel 2023, 15 milioni nel 2024. Le politiche giovanili, sport e tempo libero disporranno di 6 milioni nel 2022, 8 milioni nel 2023, 3 milioni nel 2024, mentre il comparto dei diritti sociali, delle politiche sociali e la famiglia di 33 milioni nel 2022, 27 milioni nel 2023, 9 milioni nel 2024. Il settore dell’assetto del territorio ed edilizia abitativa conteranno su 39 milioni nel 2022, 19 milioni nel 2023, 30 milioni nel 2024, mentre per lo sviluppo sostenibile e la tutela del territorio e dell’ambiente 51 milioni nel 2022, 38 milioni nel 2023, 31 milioni nel 2024; per i trasporti e diritto alla mobilità 244 milioni nel 2022, 196 milioni nel 2023, 158 milioni nel 2024.

«Abbiamo compiuto uno sforzo che, partendo dalla riorganizzazione dell’Ente, mette a sistema tutta una serie di interventi che consentono investimenti per 500 milioni (edilizia sanitaria, infrastrutture, tutela delle acque, difesa della costa, dissesto idrogeologico) – conclude Castelli – Abbiamo delineato anche una serie di scelte operative e programmatiche coerenti per mantenere la coesione sociale attraverso stanziamenti significativi per tutelare, indipendentemente dal Covid, il sistema dei più deboli (fondi per la disabilità; dopo di noi; 14 milioni di indennizzi agli enti gestori per contrastare le conseguenze pregiudizievoli che, sul piano del bilancio, ha prodotto la pandemia). Senza tralasciare le risorse messe a disposizione per garantire la competitività delle imprese. Sarà di prossima emanazione un importante bando per la patrimonializzazione delle imprese e, più in generale, tutta una serie di misure che tenderanno a salvaguardare le imprese marchigiane dai rischi connessi alla fine delle salvaguardie che, sul piano del credito, erano state introdotte dallo Stato nazionale a tutela delle esposizioni bancarie».

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Maurizio Mangialardi, capogruppo dem

Bocciato il bilancio di previsione dal capogruppo dem in Consiglio Maurizio Mangialardi. «Di fronte a un bilancio di previsione senza visione, senza strategia e senza anima avremmo voluto dare un contributo che provasse a dare alcune concrete risposte ai problemi che attanagliano la società marchigiana: dalla sicurezza del e nel lavoro alle nuove povertà, dalla sanità alla scuola, dalla famiglia alla disabilità, dal turismo alla cultura. Ci saremmo aspettati un dibattito sui contenuti con i colleghi della maggioranza, magari anche aspro, non certo il penoso spettacolo a cui siamo stati costretti ad assistere. Ma deve essere chiaro che la loro decisione di restare in aula fino alle 4 del mattino, bocciando ogni proposta delle opposizioni senza mai motivarne le ragioni, non ha umiliato le forze politiche di minoranza, ma l’Assemblea legislativa delle Marche, defraudata della sua funzione democratica».

«L’aspetto più grave e inaccettabile – spiega Mangialardi – è che la destra non ha respinto solo gli emendamenti “di parte”, come avrebbe potuto essere anche legittimo, ma anche quelli riguardanti temi su cui nel corso degli ultimi mesi l’intero consiglio regionale aveva impegnato la giunta a individuare risorse con mozioni votate all’unanimità e che invece non sono state previste dal bilancio approvato. Temi peraltro di rilevante importanza sociale come il finanziamento del sostegno psicologico nelle scuole, delle cure palliative e degli interventi per la salute mentale. Aver tradito gli impegni presi in aula, vanificando il faticoso e dispendioso lavoro svolto in decine e decine di sedute consiliari, certifica di fatto che i consiglieri di maggioranza, palesemente impreparati su ogni argomento e privati di ogni autonomia decisionale, sono stati ridotti a obbedienti marionette del presidente Acquaroli e della sua giunta».

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