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Ristrutturazione case coloniche,
per avviare l’intervento
c’è una ‘pagella’ sul valore architettonico

CASTELFIDARDO - Il Comune ha 'censito' 145 immobili rurali, circa la metà di quelli mappati secondo il criterio a punteggio ammette solo il restauro conservativo con modifiche limitate alla struttura

Casa colonica (foto d’archivio)

 

 

 

Sono 145 le case coloniche dislocate sull’intero territorio comunale di Castelfidardo censite da un piano particolareggiato redatto dal Comune nel 1995. «Si tratta in prevalenza di fabbricati rurali dismessi o abbandonati al degrado, con pregiudizio non solo della struttura ma anche del contesto paesaggistico. – mette in evidenza una nota del Comune di Castelfidardo – L’input per dare una svolta arriva grazie all’ipotesi di variante elaborata dal nostro settore urbanistica. I paletti imposti dalla legge regionale, che per il recupero consentiva la sola strada del restauro conservativo con l’oneroso vincolo di mantenere le caratteristiche architettoniche dell’immobile, possono essere in buona parte superati. Il lavoro del 1995 è stato infatti ripreso in mano per sbloccare l’annoso problema delle ristrutturazioni attraverso un meccanismo di assegnazione dei punteggi che ridefinisce la situazione. Ogni scheda del piano particolareggiato riportava le peculiarità di ciascuna casa colonica: presenza di coppi, tetto a due falde, mattoni a vista, scala esterna con loggetta o meno, piattabanda e cornici ecc., elementi cui è stato assegnato un punteggio in base a criteri codificati per valutarne il pregio stilistico. Il risultato di questo ‘screening’ ha generato un totale che tradotto in centesimi ha consentito di assegnare una sorta di pagella ad ogni immobile. Quelli che hanno ottenuto un punteggio pari a inferiore a 30 sono le case coloniche di minor pregio, ai cui proprietari la variante concederà una più ampia libertà, ossia l’opportunità di effettuare una ristrutturazione edilizia con un progetto concordato con l’ufficio tecnico che fornirà un’indicazione sui requisiti architettonici che dovranno essere rispettati».

Per gli altri fabbricati rurali (circa la metà di quelli mappati) che hanno invece riportato un punteggio superiore ai 30 rimane la strada del restauro conservativo, che ammette modifiche limitate e comunque non nega la possibilità di ampliare i margini dell’intervento. «A patto che non sussista anche un vincolo paesaggistico, – evidenzia il Comune – perché in tal caso è necessario il parere positivo della Soprintendenza oltre che quello della Commissione Edilizia. La piantina con gli immobili censiti, distinti per punteggio maggiore o minore/uguale a 30, è pubblicata sul sito comunale ed è stata presentata dai tecnici del settore urbanistica ad una platea di professionisti esterni. L’invito è a presentare progetti che consentano il recupero di questi fabbricati storici, custodi di un passato affascinante, contribuendo così anche a riqualificare la qualità del paesaggio e dell’ambiente in cui sono inseriti». Recepite le eventuali proposte dei cittadini e/o dei tecnici esterni, la variante seguirà l’iter amministrativo di legge, propedeutico alla sua approvazione finale (info: tel. 0717829354, la planimetria è scaricabile al link).

 

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