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Sit-in dei lavoratori del gruppo Zara:
«Stipendi troppo bassi per le mansioni»

ANCONA - Domani e sabato due ore di sciopero, suddivise in due turni, davanti negozio di Corso Garibaldi proclamate da Filcams Cgil. Valentina Gennari: «L’azienda va molto bene ma c’è un problema di mancata equità»

Uno sciopero davanti al negozio Zara di Ancona (foto d’archivio)

 

 

Sciopero, il primo, dei lavoratori del gruppo Zara domani, venerdì 25 novembre e sabato 26: due ore suddivise in due turni. Ad annunciare la mobilitazione è la Filcams Cgil. Per l’occasione, venerdì 25 novembre, giornata del black Friday, dalle ore 12,30 alle 13,30, i dipendenti manifesteranno davanti al negozio di Ancona, in corso Garibaldi. In tutte le Marche, si contano 8 negozi del gruppo di cui fanno parte Zara Home, Bershka, Pull&bear, Stradivarius, Oysho e Massimo Dutti, per un totale di circa 150 unità lavorative.

«Lo sciopero è stato proclamato dalla Filcams Cgil dopo la rottura delle trattative per il nuovo integrativo con l’azienda che non intende concedere istituti di premialità ai dipendenti che, da oltre 2 anni, sono alle prese con modifiche di mansioni, ore supplementari e straordinari dovuti all’aumento degli accessi e delle vendite nei negozi. In ballo, c’è la somma complessiva di circa 900 euro. Non solo: all’interno dei negozi, si registrerebbero discriminazioni nella distribuzione del reddito. – fa sapere la stessa sigla sindacale – In Italia, il gruppo sta registrando fatturati milionari come in tutto il mondo. Dal 4 agosto scorso, è stato dichiarato lo stato di agitazione e quindi lo sciopero per il 25 e il 26 novembre. Seguiranno altre iniziative a livello naizonale».

Nel bel mezzo del black Friday, si consuma così la protesta di questi lavoratori. «Per i commessi, Zara non è il ‘Paradiso delle signore’ – dichiara Valentina Gennari, Filcams Cgil Ancona – i carichi di lavoro sono sempre più pesanti da quando la logistica rientra nelle loro mansioni. I commessi svolgono un’attività sempre più frenetica per la quale vengono richieste competenze nuove cui non corrispondono adeguate retribuzioni. L’azienda sta andando molto bene: c’è quindi un problema di mancata equità».

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